IL CIGNO

05 febbraio 2011

LARIO E LAGHI MINORI
AL NASTRO DI PARTENZA IL PIANO DI SETTORE DEL DEMANIO E DELLA NAVIGAZIONE
In uno scenario di tagli alla navigazione, esigenza di interscambio lago-gomma a Parè di Valmadrera, nuove proposte per un ecoporto nel bacino di Lecco.

Fra gli scopi statutari del Consorzio Lario e laghi minori ricordiamo la gestione associata delle funzioni conferite ai Comuni e alle Province in materia di Demanio lacuale e navigazione interna e relative gestioni.
Senza entrare nello specifico delle concessioni dei beni demaniali quali le rive e le acque (il cui uso esclusivo limitato nel tempo deve essere considerata l’eccezione, mentre la regola generale è che tutti ne possano usufruire) si deve rimarcare come le entrate del Consorzio ormai superano i 5 milioni di Euro all’anno, di cui il 40% viene trasferito alla Regione, che in parte investe sul “Programma degli interventi regionali sul demanio delle acque interne”. Questo meccanismo dovrebbe essere rivisto una volta approvato il Piano di Settore del Demanio lacuale e della Navigazione che, dopo tanti ritardi, risulterebbe al nastro di partenza  per essere predisposto dal Consorzio Lario e laghi minori, come da un “vecchio” protocollo d’intesa fra Consorzio e Province di Lecco e Como. Ci auguriamo che tale strumento di programmazione promuova, in linea con le nuove politiche comunitarie, la tutela delle risorse ambientali, paesaggistiche e territoriali in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Secondo un’interpretazione del principio di sussidiarietà, le risorse prodotte sui laghi per effetto delle entrate da concessioni demaniali dovrebbero essere lasciate ai Consorzi per gli interventi sul demanio secondo le linee indicate dai Piani di Settore, una volta condivisi anche dalla Regione.  Gli obiettivi che i Comuni consorziati (sarebbe più utile l’obbligatorietà dei Consorzi) e le province di Lecco e Como si daranno, dovrebbero essere in sintonia con i contenuti della “Pianificazione integrata della fascia costiera lacuale”: qui si misurerà la maturità e la capacità del Consorzio di predisporre un Piano di Settore di qualità ambientale che faccia da prototipo sperimentale sul Lario, l’unico grande lago interamente compreso nei confini della regione.
Il Piano di Settore, prima ancora di individuare dove collocare nuovi sistemi portuali, dovrà individuare i luoghi dove si concentrino le migliori condizioni ambientali, ecologiche, strutturali che possano permettere eventuali interventi, previa definizione della capacità di “sopportabilità massima” di natanti nel bacino, in particolare di quelli a motore, evitando di provocare ricadute negative sull’ecosistema e sul turismo, la cui vocazione predominante è legata alla cultura, al paesaggio, alle architetture, alle tradizioni popolari e ai prodotti tipici. Non a caso un recente Libro Verde della Commissione Europea sulla coesione territoriale individua come punto di forza la diversità territoriale che nel nostro caso è anche accresciuta dalla bellezza e dai valori culturali  che possono garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile e una crescita sociale, dove i trasporti e l’ambiente siano i temi centrali. Uno dei concetti chiave è il superamento dei confini amministrativi per affrontare in via prioritaria le sfide comuni sui problemi ambientali e paesaggistici legati alla gestione demaniale.
In quanto agli investimenti delle entrate da concessione, in base alle considerazioni sopraindicate, è necessario ragionare da subito, in particolare in questa fase di crisi finanziaria ed economica, se non sia prioritario incominciare a pensare al sostegno dei trasporti lacuali, sia per un supporto ai pendolari che ai turisti (p.es. natanti di collegamento fra i paesi del lago di Garlate e del ramo di Lecco con il Capoluogo) invece di costruire nuovi porti, che tendenzialmente si configurano ora come meccanismo di sviluppo immobiliare  e non mezzo per facilitare e incrementare la mobilità su acqua. L’esempio negativo del progetto porto alle Caviate di Lecco (per fortuna bloccato da un decreto regionale sulla VIA) dimostra come si volesse fare un porto per 335 posti barca in un posto non adatto per tale impatto, per giustificare costruzioni a 8 piani per 50.000 mc.
In vista anche dell’Expo 2015 credo che ai visitatori stranieri non interesserà vedere un porto con posteggiate delle imbarcazioni, ma avere a disposizione un buon servizio di trasporto sui laghi, per muoversi a scoprirne le bellezze e gustarne i prodotti (per inciso il capoluogo manzoniano nella stagione fredda  da ottobre ad aprile non vede muoversi un battello nel ramo di Lecco ed ora con i tagli sarà crisi anche in altro periodi).
Gestione del servizio pubblico con nuove linee dove necessario è uno degli scopi statutari del Consorzio: questa sarà una sfida da affrontare con cautela ma con decisione, ora che vengono tagliati i fondi alla navigazione lacuale. Invece che investire gli introiti da concessioni demaniali in opere che sfuggono alla programmazione e creano pericoli ambientali al lago, è necessario supportare la Navigazione, anche da parte della Regione che introita una percentuale delle concessioni demaniali incassate dal Consorzio. Necessita anche una sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza per far capire che il bene pubblico demanio, proprio perché è di tutti, non può essere usato (e occupato) da pochi, magari senza regole, dal momento che la concessione è l’eccezione.
Preoccupandoci della qualità del nostro ambiente lariano, va sottolineato come gli interventi nelle aree demaniali lacuali modificanti lo stato dei luoghi e il paesaggio siano uno dei pericoli che mettono in discussione la qualità dello sviluppo sostenibile del nostro turismo.
Va ridimensionata quindi la tendenza a circondare con abbraccio quasi soffocante i laghi (in particolare i piccoli laghi) con ciclopiste che lambiscono, quando non entrano nelle stesse acque e nei canneti, come pure non è ammissibile che si verifichino invasioni di alveo con strutture fisse, inamovibili. Anche le strutture galleggianti però possono creare problemi: se non vengono collocate nei posti adatti e con limitazioni quantitative, potrebbero trasformare il lago in un corpo  bloccato e paralizzato  da protesi artificiali poste su parti sane.
Con queste premesse pensiamo che:
A)   la navigazione pubblica lacuale debba essere funzionante, ricorrendo anche alle entrate derivanti dalle concessioni demaniali;
B)    il Piano di Settore del Demanio della Navigazione debba essere partecipato e mirato alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia del Paesaggio;
C)    i progetti per la struttura di approdo per l’intermodalità gomma-acqua a Parè di Valmadrera si concretizzino attraverso un tavolo di confronto e di accordo fra gli Enti e con le finalità indicate nella Scheda Progetto n.8 del P.T.C.P. della Provincia di Lecco;
D)    i risultati attesi nella Scheda Progetto n.7 per la riqualificazione delle sponde del Lario e del lago di Garlate attraverso una mobilità “dolce” e un sistema di attracchi mobili in funzione di collegamenti pubblici con Natanti elettrici vengano realizzati, bloccando ogni nuovo intervento invasivo nel bacino del lago di Lecco, dove si potrà prevedere solo un “sistema di mobilità ecocompatibile” nel lago e a terra, secondo alcuni interessanti concetti contenuti ne “l’idea ecoporto nel bacino del lago di Lecco.”