IL CIGNO

16 novembre 2011

RAPPORTO DAL IX CONGRESSO REGIONALE 22-23 OTTOBRE
NOI PER LA LOMBARDIA E UNA LOMBARDIA PER TUTTI
La terra, l’acqua e le energie di una comunità

Due giorni intensi di riflessione, discussione, scambi, sui temi del documento regionale declinati sulle realtà dei circoli e le loro azioni. Nel cuore della città alta di Bergamo nella suggestiva sala del Palazzo della Ragione, punto di convergenza di luoghi storici civili e religiosi. Alla pagina http://lombardia.legambiente.it/contenuti/articoli/ix-congresso-legambiente-lombardia-2223-ottobre sono pubblicati l’intervento del Presidente, le mozioni finali e il documento congressuale. Qui una sintesi dell’intervento del Presidente e del dibattito.

Forti delle radici nella storia e nel territorio dei nostri circoli, possiamo aprirci al confronto dispari, sviluppando la capacità di dialogare per condividere e proporre soluzioni e costruire inedite alleanze.
Senza lasciarci abbattere dallo sconsolante scenario della classe politica, non perdiamo la fiducia nella società lombarda, mettendo in circolo la passione per la buona politica, quella che mette al centro la responsabilità: verso la comunità, verso l’ambiente, verso il lavoro.
I problemi non sono solo a Roma. Anche il governo della Lombardia, in altri momenti modello di efficienza e di organizzazione, mostra segni sempre più allarmanti di smottamento. A quanti pensano che le nostre battaglie contro le autostrade, contro la terza pista di Malpensa, contro un certo modo di concepire i grandi eventi siano scelte regressive e conservatrici, rispondiamo con l’evidenza di una regione che deve scegliere altre priorità e direttrici di sviluppo. La metropoli lombarda gode di una posizione speciale: la più meridionale delle metropoli europee, ma anche la più grande concentrazione di popolazione e di economia dell’Europa Mediterranea. A Sud dell’Europa e a Nord del Mediterraneo: una condizione che può fare di noi un ponte vitale tra due culture.
Economia, società e ambiente sono i pilastri di qualsiasi prospettiva di progresso e di benessere. Mai come in questa rovinosa crisi dell’economia e della finanza, è stato chiaro come la mancanza di una percezione del limite, per quanto riguarda l’accesso alle risorse naturali così come a quelle finanziarie, sia alla base della destabilizzazione dell’economia e della precarizzazione sociale.
Coltivando il senso del limite delle risorse naturali e umane, mettiamo al centro il lavoro di cura (nell’anno del volontariato) delle persone, dei circoli, delle amministrazioni locali, dei territori.
I referendum sono stati una sveglia antropologica e ci hanno insegnato un metodo: il rigore al nostro interno, l’apertura e la tolleranza nei rapporti con gli altri soggetti per raggiungere insieme il risultato. Hanno portato all’attenzione i Beni Comuni che appartengono a una comunità: Suolo e Acqua innanzitutto. Duplice è la battaglia per i beni comuni: quella per i diritti, che significa garantire a tutti l’accesso al bene, e la battaglia per consolidare una responsabilità intorno a quel bene, che è limitato e deve essere custodito attraverso regole condivise e scelte responsabili di consumo. Quest’ultima è la nostra battaglia.
Con lo scorso congresso Legambiente in Lombardia ha voluto portare al centro del dibattito e all’agenda politica il tema del consumo di suolo. Si è trattato di affrontare una versa rivoluzione culturale sulla sostenibilità degli usi del suolo, nella regione dove la patologia è più conclamata. Abbiamo scoperto che il consumo di suolo non è solo cementificazione di campi, ma svuotamento dell’anima dei paesi, dei borghi, della città. Nella perdita del paesaggio urbano tutto si tiene: il danno ambientale con la disgregazione sociale e l’insicurezza, la crescita dei traffico e smog con la crisi di identità di una comunità sempre meno capace di ritrovarsi e stabilire relazioni, tra i propri membri e in rapporto al territorio. La sfida è tutta in positivo: fermiamo il consumo di suolo per tornare a costruire la città come spazio dell’abitare, della relazione umana, dell’economia, della produzione culturale.
La crisi può favorire la diffusione del senso del bene comune, ma può darsi che ci si debba arrivare anche attraverso la rabbia sociale distruttiva e il rafforzarsi delle mafie. Alimentiamo la rabbia giusta attraverso un’ampia e articolata azione educativa, consapevoli che la relazione educativa s’incarna nella quotidianità dell’essere circolo Legambiente. E così incontrare le nuove generazioni attraverso singole azioni che possono diventare un percorso educativo per i giovani, per la comunità, per un paese.