osservazioni al PGT DI VENDROGNO
Dalla relazione del Documento di Piano, ricco di
dati come non sempre in documenti analoghi, emerge una situazione demografica
allarmante: 317 abitanti con previsione di 319, numero di abitanti per famiglia
1,64 e una situazione economica altrettanto preoccupante.
Su circa 900 unità abitative, 737 sono seconde case, in
gran parte costituite da edifici costruiti prima del 1919 e quindi
presumibilmente di proprietà delle famiglie che hanno lasciato il paese e vi
tornano per le vacanze. A fronte di questa situazione, perché si propone la
possibilità di edificare fino a mq. 3461 di terreno vergine, sia pure in aree
di completamento dei nuclei esistenti?
Chiediamo di
precisare quale sia la domanda a cui una simile edificazione dovrebbe
rispondere.
E’ vero che dalle
osservazioni presentate dai cittadini emergono richieste di trasformazione di
aree agricole in edificabili, ma le istanze non indicano una effettiva finalizzazione
degli eventuali interventi edificatori, tant’è vero che ci pare non siano state
accolte nel documento.
Ogni attività
edificatoria, a nostro parere, deve essere prima di tutto motivata da esigenze
di residenza ben documentate, poi valutata rispetto ai criteri ambientali e
paesaggistici, mettendo così in pratica la raccomandazione della L.12/05 di
contenere il consumo di suolo e tenendo conto della ormai diffusa
consapevolezza della necessità di non sottrarre altro terreno agli spazi
naturali e all’agricoltura, se non ve n’è una precisa necessità e di non
compromettere ulteriormente il paesaggio dei piccoli borghi, vero scrigno del
nostro paese.
L’urgenza di fermare
un danno irreparabile ha prodotto anche una proposta di legge nazionale,
cosiddetta “Salvasuoli” che ora è in attesa della ripresa dell’attività
parlamentare, e che, dopo la conferenza Stato-Regioni, definisce 'agricoli' i
suoli in rapporto allo stato di fatto, non in rapporto alle destinazioni
urbanistiche dei piani vigenti.
Nel piano non si fa cenno
all’imponente costruzione di casa Giglio.
Ci è stato detto che
la villa Faustina ristrutturata contiene 30 appartamenti e che solo 3 siano
stati collocati. Per non parlare del blocco di cemento fuori misura dal colore
improbabile che sorprende il visitatore dietro l’ultima curva prima all’entrata
del paese, tentativo ci pare fallito di dotare di un ristorante il centro,
quando “fa bella mostra di sé” l’edificio fatiscente che ospitava il ristorante
americano.
Le previsioni di
nuova edificazione devono poi essere riviste anche alla luce del piano
geologico.
«Frane e zone con classi di fattibilità geologica 4. Il territorio
comunale è soggetto ormai da tempo a numerosi smottamenti e frane dovute alla
consistenza del terreno,al substrato roccioso e al sistema ormai “carsico” dei
corsi d’acqua. Si rilevano aree di frana attiva in buona parte del territorio
comunale soprattutto nella zona non urbanizzata a sud dell’edificato. Inoltre,
come si individua dallo studio geologico di supporto, buona parte del territorio
comunale ha caratteristiche geologico-tecniche e idrogeologiche critiche.
L'alta pericolosità e vulnerabilità comporta gravi limitazioni per la modifica
delle destinazioni d'uso delle aree. Di conseguenza dovrà essere considerata
con opportuna cautela qualunque proposta di nuova edificazione e dovranno
essere previste opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica
per la messa in sicurezza dei siti.»
Restiamo in attesa di
conoscere il piano geologico. che non è incluso negli atti in quanto è in
attesa di approvazione da parte della Regione.
Nel Documento di
Piano sono bene individuate le potenzialità del territorio:
-gli ambiti boscati e
le aree pascolive che costituiscono l’enorme patrimonio naturalistico e
culturale del comune
e che rappresentano sicuramente una potenzialità da promuovere e da
indirizzare.
Non possiamo che
condividere le seguenti parole :
«Si consideri inoltre che attraverso interventi a basso impatto
ambientale e di costo contenuto, tali aree potrebbero offrire spazi per
attività ricreative; mediante, per esempio, il ripristino e la segnalazione di
sentieri e percorsi ciclopedonali che possano permettere al cittadino o al
turista escursionista di entrare a contatto con il patrimonio paesaggistico
culturale che il comune di Vendrogno e più in generale l’area del Monte Muggio
può offrire e mettere a disposizione.»
- l’importante e
strutturato sistema dei sentieri che permette una percorribilità pressoché
generale del territorio non urbanizzato «Emergono
dall’analisi dei percorsi principali (per storia, dimensione, accessibilità) e
di fatto strutturano una maglia di riferimento su cui agire ed investire in
forma prioritaria. I sentieri hanno da sempre svolto (molto prima della nascita
della viabilità “automobilistica”) un ruolo fondamentale per i collegamenti
all’interno del comune, ed hanno inoltre permesso lo svolgimento dell’attività
agricola, di allevamento e di conduzione del bosco, che avveniva
prevalentemente in “montagna”»;
- l’importante
patrimonio edilizio esistente in buono stato di conservazione nel nucleo
storico di Vendrogno e negli altri nuclei di antica formazione, testimonianza
dell’antica origine agricola del comune;
-i beni
storico–architettonici, edifici di particolare valore, che mettono in evidenza
una predisposizione al potenziamento dal punto di vista turistico;
-gli ambiti dismessi,
edifici o aree che attualmente risultano abbandonati o inutilizzati che però si
prestano per localizzazione, accessibilità, valore paesistico e urbano ad una
loro riqualificazione anche con importanti ricadute per l’interesse pubblico
(servizi, infrastrutture, ecc.).
«Una particolare citazione merita il settore turistico che rappresenta
sicuramente una significativa potenzialità per il territorio e per le attività.
Fino ad oggi è sembrata mancare una politica generale coordinata di sostegno al
settore, tendenza che il P.G.T. vuole invece cercare di invertire, confidando
nella collaborazione tra pubblico e privato. Particolare attenzione andrà data
al corretto inserimento paesistico delle strutture e al rapporto
utenza–comunità locale.»
Anche le criticità
sono ben individuate da documento di piano:
• l’acquedotto da
adeguare al notevole aumento dell’utenza nei periodi di vacanza.
• la raccolta rifiuti
non differenziata
Altrettanto gli obiettivi
che si riferiscono alle peculiarità del territorio del Comune di Vendrogno,
quindi la salvaguardia del patrimonio paesaggistico esistente,
promuovendo azioni che inducono uno sviluppo economico e territoriale
compatibile con i valori presenti, la tutela e la conservazione delle
porzioni di territorio che presentano forte sensibilità paesistica e
valorizzazione degli aspetti percettivi del paesaggio, la conservazione degli
elementi di ruralità presenti negli ambiti boscati e agricoli, la
valorizzazione degli ambiti naturali, sia come risorsa ambientale che
economica; il rafforzamento del ruolo dell’agricoltura come elemento di
presidio del territorio con il sostegno alle attività agricole esistenti, la
valorizzazione della diversità degli ambienti e dei paesaggi; la tutela delle
risorse idriche del sottosuolo con particolare attenzione alle situazioni di
vulnerabilità idrogeologica; la valorizzazione e il recupero dei “segni”
storici presenti nel territorio (edifici rurali, sentieri, ecc.).
Leggiamo che il Piano sostiene ed incentiva inoltre
l’attività agrituristica, nel rispetto delle norme vigenti e del corretto
inserimento paesistico delle attività ad esse collegate.
4. La Razionalizzazione dei percorsi esistenti e la caratterizzazione di
due obiettivi guida:
g. la sistemazione/riqualificazione dei principali sentieri.
h. la definizione di itinerari pedonali di fruizione del territorio.
I due obiettivi verranno articolati sul territorio attraverso le
seguenti scelte: messa in sicurezza e sistemazione dei tratti di sentiero più
disagiati. I sentieri, una volta gerarchizzati e riqualificati, si prestano per
diversi usi: da quello più propriamente turistico, a quello più escursionistico
da “tempo libero”, fino all’uso sportivo. Altro argomento della tematica
sentieristica riguarda le strade agro–silvo–pastorali. La pianificazione di
tali percorsi è svolta in coordinamento con il Piano di Indirizzo Forestale
(PIF) della Comunità Montana.
A questo proposito
chiediamo che vengano predisposte delle schede che invece al momento sono
previste soltanto per gli ambiti di trasformazione a scopi edilizi.
Per fare un esempio
segnaliamo il sentiero di raccordo tra il centro storico di Vendrogno e la
strada per Noceno che è di notevole rilevanza per le vedute, il paesaggio
agricolo e boscato e per gli esempi di edilizia rurale; è di facile accesso e
percorribilità, ma in precarie condizioni perché i muretti stanno cadendo;
questo sentiero parte dal parcheggio delle auto o dell’autobus, attraverso
l’interessante centro storico di Vendrogno, dove c’è anche il Museo del latte e
le targhe che ricordano la presenza partigiana, oltre a suggestive tracce di
antichi abbellimenti forse derivanti dall’influenza della Repubblica di
Venezia, dove molti si recavano per lavoro; il sentiero poi raggiunge l’azienda
agricola La Madonnina e l’Agriturismo Bonprà, prosegue per San Grato dove nella
bella stagione è aperto un ristoro in un’area adatta alle famiglie, e poi
continua verso Camaggiore ecc. e per chi vuol restare a dormire, non lontano
c’è un B&B e potrebbero nascerne altri se appena si volesse capire che
questo è lo sviluppo possibile in Muggiasca.
Il quadro tracciato
dal documento di piano che qui abbiamo richiamato per cenni, se correttamente
assunto e interpretato, porta a cancellare le previsioni edificatorie del
precedente piano regolatore e lasciare liberi i suoli in attesa del definirsi e
consolidarsi di un possibile sviluppo della Muggiasca. Le condizioni economiche
generali sono radicalmente cambiate ed anche le previsioni, non è previsto
incremento demografico, quanto all’attività edilizia, dovrà specializzarsi per
le necessità reali di riparare, conservare, mettere in sicurezza edifici, vie
di comunicazione, territorio e migliorare la qualità ambientale.
I suggerimenti del
documento di Piano indicano giustamente nel turismo sostenibile legato alle
attività agricole-pastorali la prospettiva per un futuro migliore.
Chiediamo allora
che si faccia uno sforzo ulteriore per puntualizzare anche con cartografia e
schede gli obiettivi e pratiche conseguenti.
Alcune
osservazioni sugli ambiti di trasformazione
Notiamo che l’ambito
di trasformazione a monte della frazione di Comasira tende a soffocare la
chiesa.
Un discorso a parte
merita l’ambito di trasformazione AT/T-R sovracomunale nella piana di
Camaggiore.
L’area sovracomunale,
lambita da un PLIS proposto, è di grande interesse ambientale e deve essere
tutelata non solo rispetto a quanto prescritto dai piani sovraordinati, ma
anche per le caratteristiche peculiari che meritano una valorizzazione
compatibile con l’ambiente.
Lo stesso documento
di Piano ricorda la presenza di una torbiera immediatamente a valle della
piana.
Recentemente è stato
proposto un progetto di “sfruttamento turistico energetico” di quella zona, fortunatamente
non realizzatosi, che aveva raccolto osservazioni critiche, tra gli altri,
dall’Amministrazione Provinciale.
Ricordiamo che
Camaggiore e la Val Varrone rientrano in un ambito paesaggistico individuato
dal Piano Territoriale Regionale.
Il PTCP nel Quadro di
riferimento paesaggistico la inserisce nell’Unità di paesaggio “Le dorsali e i sistemi del sistema prealpino”
e in particolare nell’Ambito paesaggistico “Il
Monte Muggio”. Lo stesso PTCP indica tra le criticità dell’Unità di
paesaggio: “Intrusività dei presidi
antropici determinati dallo sfruttamento delle risorse montane (impianti
idroelettrici, rifugi alpini, impianti sciistici) … Eccessivo affollamento di
impianti ed insediamenti in prossimità dei belvedere panoramici prealpini …”
e tra gli Indirizzi di tutela: “Difesa
della naturalità [l’intera zona è indicata nella Cartografia dei piani come di
massima naturalità] … Salvaguardia del valore di eccezionalità costituito dai
belvedere panoramici prealpini … evitando un eccessivo affollamento di impianti
e insediamenti. … Controllo e sostegno dell’economia montana … Tutela degli
alpeggi ….Limitazione dello sviluppo di impianti e nuovi demani sciabili …”
Nella scheda relativa
non si determina neppure un’area precisa dell’ambito, tantomeno gli indici
edificatori. Pertanto chiediamo che l’ambito di trasformazione AT/T-R venga
stralciato dal piano in quanto ora scatola vuota, ma un domani possibile
strumento di interventi devastanti per i valori ambientali e paesaggistici e
inutili per un reale sviluppo.
Augurandoci che le nostre osservazioni siano
recepite, porgiamo distinti saluti.
Circolo Legambiente Lario Sponda Orientale
Angelo Odone
1 Comments:
SONO PIENAMENTE D'ACCORDO: SI TENDE SEMPRE PIU' A VOLER CEMENTIFICARE E TRASFORMARE AREE CHE DOVREBBERO ESSERE MANTUNUTE IL PIU' NATURALI POSSIBILE....ADDIRITURA SI OSTACOLA VOLUTAMENTE IL LAVORO DI CHI ANCORA SI DEDICA ALLA PASTORIZIA FACENDO RIVIVERE PER 6 MESI L'ANNO LE NOSTRE MALGHE (VEDI CHIARO)... SEMPRE PIU' LIMITAZIONI VIENE POSTA AI PASTORI CHE SI VEDONO SOTTRARRE PASCOLI, OPPURE VENGONO OSTACOLATI PERCHE' GLI ANIMALI (MUCCHE CAPRE PECORE) NON SONO BENE ACCETTE DAI RISTORATORI (CHE NON CAPISCONO CHE SENZA QUESTA RICCHEZZA PERDEREBBERO A LORO VOLTA CLIENTELA): ASSURDO!!! HO PERSINO SENTITO CHE C'E' UN PROGETTO DEL COMUNE DI CASARGO PER FARE UNA PISTA ATTERRAGGIO PICCOLI AEREI NELLA ZONA CHIARETTO DEL MONTE MUGGIO!!! E POI? PERCHE' NON COSTRUIRE ANCHE UN CENTRO COMMERCIALE????
By Anonimo, at 16:24
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