LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE AL PRESIDENTE E AL CONSIGLIO DI GESTIONE
RISERVA PIAN DI SPAGNA E LAGO MEZZOLA
Lettera al
Presidente e al Consiglio di gestione della Riserva Pian di Spagna per chiedere che venga sottoposta
all’approvazione della Comunità della Riserva una variante parziale del Piano
di Gestione che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli sull'intera area
di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione della revisione
generale del piano di cui sollecitano la stesura insieme alla riapertura del
procedimento VAS.
Al Presidente
Al Consiglio di
gestione
della Riserva Pian
di Spagna e Lago Mezzola
Sorico, 22 novembre 2012
Oggetto: Variante parziale del Piano di
Gestione della Riserva che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli
sull'intera area di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione
della revisione generale del piano di cui si sollecita la stesura insieme alla
riapertura del procedimento VAS.
Sentite le
associazioni ambientaliste che rappresento nella Comunità della Riserva, scrivo
per manifestare la nostra viva preoccupazione per la situazione di stallo che
ravvisiamo nella gestione.
Una riserva che avrebbe tutte le caratteristiche per essere bellissima e ospitale per gli animali che la scelgono come luogo di sosta o di nidificazione e per gli umani che, con rispetto, ne potrebbero godere, è invece trascurata e manomessa.
L’ultima
aggressione è visibile dall’argine dell’Adda, una nuova costruzione su terreno vergine,
in una zona di massima naturalità, area umida Ramsar, nella fascia di
esondazione B del P.A.I.
L’impegno da
noi profuso per contrastare questo intervento ci ha portato a ricostruire il
percorso intricato, ambiguo e talvolta opaco di questi ultimi anni e a
riconoscere che è urgente l’aggiornamento del Piano di Gestione risalente al
1996, affiancato dal relativo procedimento per la VAS.
Lo abbiamo
fatto presente più volte. Alleghiamo la lettera protocollata il 6 agosto scorso
a cui non abbiamo ricevuto risposta.
Ricordiamo
che in data 8/8/2011 abbiamo presentato osservazioni alla proposta di Piano
insieme a nuovi elementi conoscitivi e valutativi.
Tutto ciò
premesso, mentre sollecitiamo con forza la riapertura dei lavori per il nuovo
piano,
chiediamo
al Presidente e ai consiglieri di
sottoporre all’approvazione della Comunità della Riserva una Variante parziale
del Piano di Gestione che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli
sull'intera area di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione
della revisione generale del Piano.
Si tratta in
sostanza di riprendere, per mandarla a buon fine, la deliberazione
dell’Assemblea Consortile approvata l’11 aprile 2005. Ciò costituirebbe un atto
di riparazione delle omissioni passate, ridarebbe dignità e forza alla gestione
della Riserva di fronte alla Regione, ai Comuni e a quei cittadini che si sono
mobilitati per la difesa del territorio.
E’un atto in
linea con l’attuale orientamento del Governo. Nei giorni scorsi la Conferenza
Stato/Regioni ha approvato, con sostanziali emendamenti avanzati dalle Regioni
rispetto al testo proposto dal Ministro Catania, il Disegno di Legge cosiddetto
'Salvasuoli'. Il suolo è per la prima volta definito 'bene comune e risorsa non
rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici'. Un salto
culturale e giuridico rilevantissimo. La legge, a differenza della versione
iniziale, tutela TUTTI i suoli, definendoli 'agricoli' in rapporto allo stato
di fatto: non, cioè, in rapporto alle destinazioni urbanistiche dei piani
vigenti, e questa è senz'altro la più grande innovazione, che recepisce anche
le osservazioni da noi inviate al Ministro tramite il coordinamento nazionale
'Salviamo il Paesaggio'. Rispetto a tutte le superfici libere da urbanizzazioni
viene stabilito un obiettivo nazionale di riduzione del consumo di suolo da cui
discende un massimo di superficie urbanizzabile ripartita tra le Regioni. Inoltre
si stabilisce una moratoria delle urbanizzazioni (fatte salve quelle per cui
sono stati già emanati provvedimenti abilitativi edilizi o urbanistici), per un
massimo di tre anni, fino all'emanazione dei provvedimenti che indicano le
soglie tollerate di nuovo consumo di suolo. Ora la competenza di emendare e
approvare o bocciare la legge passa al Parlamento.
Se il governo
è giunto alla necessità di formulare disposizioni che effettivamente
garantiscano la riduzione del consumo di suolo vergine su ogni terreno che è
agricolo in rapporto allo stato di fatto, non dobbiamo sentire noi, dentro la
Comunità e nel Consiglio di Gestione, l’urgenza di contrastare la speculazione
e di porre le basi per la quotidiana valorizzazione naturalistica della
Riserva?
Ringraziando
per l'attenzione, rimango in attesa di riscontro.
Distinti
saluti
Costanza Panella
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