IL CIGNO

21 dicembre 2012

LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE AL PRESIDENTE E AL CONSIGLIO DI GESTIONE



RISERVA PIAN DI SPAGNA E LAGO MEZZOLA



Lettera al Presidente e al Consiglio di gestione della Riserva Pian di Spagna per chiedere che venga sottoposta all’approvazione della Comunità della Riserva una variante parziale del Piano di Gestione che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli sull'intera area di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione della revisione generale del piano di cui sollecitano la stesura insieme alla riapertura del procedimento VAS.



                                   Al Presidente
                                   Al Consiglio di gestione
                                   della Riserva Pian di Spagna e Lago Mezzola
                                                                      
                                   Sorico, 22 novembre 2012



Oggetto: Variante parziale del Piano di Gestione della Riserva che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli sull'intera area di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione della revisione generale del piano di cui si sollecita la stesura insieme alla riapertura del procedimento VAS.



Sentite le associazioni ambientaliste che rappresento nella Comunità della Riserva, scrivo per manifestare la nostra viva preoccupazione per la situazione di stallo che ravvisiamo nella gestione.


Una riserva che avrebbe tutte le caratteristiche per essere bellissima e ospitale per gli animali che la scelgono come luogo di sosta o di nidificazione e per gli umani che, con rispetto, ne potrebbero godere, è invece trascurata e manomessa.

L’ultima aggressione è visibile dall’argine dell’Adda, una nuova costruzione su terreno vergine, in una zona di massima naturalità, area umida Ramsar, nella fascia di esondazione B del P.A.I.

L’impegno da noi profuso per contrastare questo intervento ci ha portato a ricostruire il percorso intricato, ambiguo e talvolta opaco di questi ultimi anni e a riconoscere che è urgente l’aggiornamento del Piano di Gestione risalente al 1996, affiancato dal relativo procedimento per la VAS.

Lo abbiamo fatto presente più volte. Alleghiamo la lettera protocollata il 6 agosto scorso a cui non abbiamo ricevuto risposta.

Ricordiamo che in data 8/8/2011 abbiamo presentato osservazioni alla proposta di Piano insieme a nuovi elementi conoscitivi e valutativi.

Tutto ciò premesso, mentre sollecitiamo con forza la riapertura dei lavori per il nuovo piano,

chiediamo

al Presidente e ai consiglieri di sottoporre all’approvazione della Comunità della Riserva una Variante parziale del Piano di Gestione che prescriva l'inedificabilità dei suoli agricoli sull'intera area di rispetto, con valenza transitoria sino all'approvazione della revisione generale del Piano.

Si tratta in sostanza di riprendere, per mandarla a buon fine, la deliberazione dell’Assemblea Consortile approvata l’11 aprile 2005. Ciò costituirebbe un atto di riparazione delle omissioni passate, ridarebbe dignità e forza alla gestione della Riserva di fronte alla Regione, ai Comuni e a quei cittadini che si sono mobilitati per la difesa del territorio.

E’un atto in linea con l’attuale orientamento del Governo. Nei giorni scorsi la Conferenza Stato/Regioni ha approvato, con sostanziali emendamenti avanzati dalle Regioni rispetto al testo proposto dal Ministro Catania, il Disegno di Legge cosiddetto 'Salvasuoli'. Il suolo è per la prima volta definito 'bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici'. Un salto culturale e giuridico rilevantissimo. La legge, a differenza della versione iniziale, tutela TUTTI i suoli, definendoli 'agricoli' in rapporto allo stato di fatto: non, cioè, in rapporto alle destinazioni urbanistiche dei piani vigenti, e questa è senz'altro la più grande innovazione, che recepisce anche le osservazioni da noi inviate al Ministro tramite il coordinamento nazionale 'Salviamo il Paesaggio'. Rispetto a tutte le superfici libere da urbanizzazioni viene stabilito un obiettivo nazionale di riduzione del consumo di suolo da cui discende un massimo di superficie urbanizzabile ripartita tra le Regioni. Inoltre si stabilisce una moratoria delle urbanizzazioni (fatte salve quelle per cui sono stati già emanati provvedimenti abilitativi edilizi o urbanistici), per un massimo di tre anni, fino all'emanazione dei provvedimenti che indicano le soglie tollerate di nuovo consumo di suolo. Ora la competenza di emendare e approvare o bocciare la legge passa al Parlamento.

Se il governo è giunto alla necessità di formulare disposizioni che effettivamente garantiscano la riduzione del consumo di suolo vergine su ogni terreno che è agricolo in rapporto allo stato di fatto, non dobbiamo sentire noi, dentro la Comunità e nel Consiglio di Gestione, l’urgenza di contrastare la speculazione e di porre le basi per la quotidiana valorizzazione naturalistica della Riserva?

Ringraziando per l'attenzione, rimango in attesa di riscontro.

Distinti saluti


Costanza Panella