IL 26 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
10.000 COMITATI “VOTA SÌ PER FERMARE IL NUCLEARE”
Ogni Circolo di Legambiente dovrà muoversi nel suo territorio per costituire un comitato locale, ampio e trasversale, per parlare con la gente e far capire quanto il nucleare sia rischioso, inutile e costoso. Il Comitato ha attivato un sito www.fermiamoilnucleare.it da cui saranno scaricabili materiali, a cui dare comunicazione delle iniziative.
Dalla lettera di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente e di Rossella Muroni, direttore generale Legambiente
Vi scriviamo a poche ore dal disastroso terremoto in Giappone. I nostri occhi sono pieni delle immagini della devastazione e della dignità di un popolo. E abbiamo visto la più raffinata e sviluppata tecnologia resistere a Tokio alla violenza e alla durata delle scosse, un’organizzazione sociale capace di prevenire, che ha investito nella sicurezza antisismica con enorme successo, ed insieme la violenza del mare devastare ogni contrada, strappando via e spianando ogni ostacolo sul proprio cammino, lasciando migliaia di persone inermi di fronte alla furia dello tsunami. Queste immagini opposte e complementari ci obbligano ad una riflessione niente affatto ideologica su quanto bene possa fare nell’interesse generale la tecnologia e cosa significa essere un paese che investe sulla sicurezza collettiva, ed insieme quanto ogni tecnologia sia comunque limitata e non sia invincibile.
Tutto ciò ci è ancora più doloroso perché nella memoria è ancora viva e forte l’impressione tremenda di quel 6 aprile 2009 all’Aquila, che ha messo allo scoperto la fragilità del nostro territorio e l’insipienza di una classe dirigente che non ce la fa proprio a guardare al presente e al futuro del paese con lungimiranza.
Con maggior forza oggi abbiamo un dovere. Ognuno di noi personalmente ed ogni Circolo di Legambiente. Confermare in ogni nostro atto che essere lungimiranti è possibile, e necessario. Oggi il nostro dovere prioritario è rendere consapevoli il più largo numero possibile di italiani che il nucleare rappresenta un rischio inutile ed insostenibile.
Abbiamo davanti un Referendum che, insieme a quello per l’acqua bene comune, dovrà superare l’ostacolo del quorum. Il Governo fa il suo gioco. Nonostante nel 2009 Maroni abbia dichiarato che accorpando le amministrative con le elezioni europee si sarebbero risparmiati 400 mln. Oggi, nonostante la crisi economica, quel criterio non vale più. È la dimostrazione che il Governo ha paura che su quei temi il quorum si possa raggiungere ed i SÌ vincere.
Ora lo scenario è drammaticamente cambiato. L’incidente nucleare in Giappone, nella centrale di Fukushima e con altre due centrali a rischio, conferma la giustezza della nostra posizione. Abbracciare la via del nucleare, per produrre energia elettrica, vuol dire caricare sulle spalle nostre un rischio imprevedibile e sulle future generazioni un’eredità insostenibile ed oscuro. Tanto più che oggi l’alternativa c’è. Basta pensare che i MW installatati in questi anni in Italia con fotovoltaico ed eolico, sommati a quelli risparmiati grazie al grande successo della detrazione fiscale del 55% per interventi di riqualificazione energetica negli edifici, corrispondono alla potenza di tre centrali nucleari come quelle che si vorrebbero costruire in Italia (EPR da 1.600MW). Noi pensiamo che tornare al nucleare in Italia sia la via più sbagliata che si possa imboccare, che espone gli italiani ad un grave rischio, che, qualunque cosa possano dire i fans del nucleare, non è mai ineliminabile, e che non potrà non sostenersi se non con costi da caricare in bolletta.
Oggi abbiamo la possibilità di liberare definitivamente l’Italia dal nucleare. È una battaglia difficile ma possiamo vincere.
Il primo appuntamento è la manifestazione nazionale del 26 marzo a Roma, convocata concordemente dal Comitato “2 sì per l’acqua bene comune” e dal Comitato “Vota sì per fermare il nucleare”.
Ma intanto è cominciata la campagna referendaria. L’abbiamo visto in questi drammatici giorni con le dichiarazioni scandalose di personaggi dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (Ricotti e Veronesi) che hanno fatto dichiarazioni da promoter del nucleare, come se facessero il lavoro di venditori di centrali per conto dell’EDF. Hanno continuamente minimizzato la gravità dell’incidente, superando perfino i governanti nipponici, che, pur di fronte alla necessità di rassicurare le popolazioni vicine alla centrale, non hanno nascosto la gravità dell’incidente. Ciò che è scandaloso è che l’Agenzia per la sicurezza, che dovrebbe essere a garanzia della gente, venga messa in mano a fans del nucleare, sotto il controllo diretto del governo che ha predisposto il ritorno al nucleare. È come se si affidasse l’arbitraggio di un derby calcistico ad un tifoso di una delle due squadre contendenti!! Quale potrà mai essere la garanzia che questa Agenzia potrà garantire agli italiani? Un’altra anomalia italiana, che rischiamo di pagare tutti quanti, in modo davvero irreparabile. Nei paesi dove si utilizza l'energia nucleare le agenzie di sicurezza sono 'terze' rispetto alle imprese e al governo, e questo è fattore di garanzia, come dimostrano le agenzie francese, inglese e finlandese che hanno denunciato, nel novembre 2009, l’Areva, chiedendo chiarimenti tecnici sulla sicurezza dell'Epr perché i sistemi di controllo non sono risultati adeguati.
Per vincere nella campagna referendaria, insieme a tante altre associazioni, abbiamo costituito il Comitato “Vota sì per fermare il nucleare”, che coordinerà la campagna referendaria dei prossimi mesi. Ma non basta. Per vincere è assolutamente indispensabile che si costituiscano migliaia di comitati per dire “SÌ FERMIAMO IL NUCLEARE”.
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