IL CIGNO

27 marzo 2011

VERSO IL REFERENDUM
UNO SGUARDO CONSAPEVOLE OLTRE LA PRESA ELETTRICA DI CASA
L’alternativa al nucleare non è un sogno: 6.801 sono i Comuni in cui è installato almeno un impianto per l’energia dal sole nel 2010.

Nel corso degli ultimi due secoli l’uomo è uscito dal ciclo naturale che non lascia scorie ed è alimentato dall’energia (luce e calore) del sole, in equilibrio con gli altri esseri viventi e con l’ambiente, poiché ha attivato, per soddisfare i propri bisogni (talvolta superflui) un ciclo artificiale che lascia dietro di sé scorie di tale entità che l’ambiente di per sé non riesce a degradare. Scorie che dai processi di combustione vengono immesse sotto forma di gas nell’atmosfera e che avvelenano l’aria e le piogge, sostanze che traboccano dalle discariche ed inquinano le falde e pericolosissime scorie radioattive che giacciono in depositi sorvegliati militarmente per migliaia di anni o vagano per il mondo perché nessuno sa come neutralizzarle.
Tutto ciò noi potremmo vedere, con uno sguardo consapevole oltre la presa elettrica della nostra casa, insieme allo scavo nelle miniere, a trivelle in azione per estrarre idrocarburi dal sottosuolo e dalle piattaforme in mare, navi petroliere e metaniere che viaggiano negli oceani, condotte di gas che attraversano vari paesi per migliaia di km, combustibile che brucia in enormi centrali allacciate con elettrodotti alle città lontane, reattori che esplodono liberando nubi radioattive, CO2 dispersa in atmosfera. Ciò che accade lontano dal nostro paese è collegato direttamente alla nostra casa tramite la presa elettrica e le ricadute sulla qualità dell’aria, del cibo, sulle possibilità di lavoro toccano anche noi. Per difendere la qualità della nostra vita bisogna spingere lo sguardo più in là, comprendere che, se il clima del pianeta è cambiato molte volte durante la sua storia geologica in conseguenza di fattori naturali, esercitando una notevole influenza sulle attività umane, ora questo rapporto sta così rapidamente cambiando che la comunità scientifica internazionale ritiene che le attività umane rappresentino un nuovo forzante del clima.
Le concentrazioni attuali di anidride carbonica e metano in atmosfera sono le più alte mai respirate e stanno crescendo con velocità eccezionali, cento volte superiori a quelle dell’epoca pre-industriale. I maggiori responsabili di questo accumulo nell’atmosfera dei gas serra sono i processi di combustione che si hanno nell’industria e nelle centrali termoelettriche anche se non sono affatto trascurabili le emissioni dovute ai trasporti su gomma ed al settore domestico.
Il Rapporto 2010 Comuni Rinnovabili di Legambiente, racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti ad energie rinnovabili installati nel territorio italiano. Sono 6.993 i Comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Segno di un’inversione di tendenza rispetto al ritardo dell’Italia, sono quei 6.801 Comuni in cui è installato almeno un impianto per l’energia dal sole nel 2010.
I processi sono diversi in ogni territorio perché differenti sono le potenzialità e le possibilità di valorizzazione. Sono 15 i Comuni 100% rinnovabili, che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. La classifica premia proprio la capacità di muovere il più efficace mix delle diverse fonti. Dobbiaco, vincitore dell’edizione del Rapporto 2009, dove grazie a 378 kW di impianti fotovoltaici e a 1.279 kW di mini-idroelettrico si supera ampiamente il fabbisogno elettrico delle famiglie. Sono inoltre installati pannelli solari termici (1.270 mq) e grazie alla rete di teleriscaldamento allacciata a due impianti – uno da biomassa da 18 MW termici e uno da biogas da 132 kW – si arriva a superare di molto il fabbisogno termico dei cittadini residenti. L’impianto di teleriscaldamento a biomassa inaugurato nel 1995 è in grado di soddisfare anche il fabbisogno termico del limitrofo Comune di San Candido. A Dobbiaco la biomassa utilizzata è il cippato di origine locale, proveniente da residui delle potature boschive, cortecce, scarti di legno dalle segherie e dalle industrie.
Le fonti rinnovabili - sole, vento, mare, calore della Terra – il cui sfruttamento a differenza delle fonti fossili e del nucleare, avviene in un tempo confrontabile con quello necessario per la loro rigenerazione, sono destinate a ricoprire un ruolo fondamentale nel prossimo futuro: riducendo la dipendenza dai fossili e le emissioni di gas serra, creando nuova occupazione e favorendo un modello nuovo di produzione e consumo dell’energia, basato sul territorio e controllato dal basso, in accordo con il cambiamento degli stili di vita e i reali bisogni. È necessario conoscere più a fondo le premesse e le conseguenze delle nostre azioni per decidere di cambiarle e di chiedere alla politica dei cambiamenti.
Possiamo ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle nostre attività modificando le nostre abitudini in modo che ci siano meno sprechi. Gli esempi sono tanti: mettere una coperta in più invece di alzare il termostato, usare il ventilatore anziché il condizionatore, disattivare gli standby, spegnere le luci se non servono, andare a piedi tutte le volte che è possibile rinunciare all’automobile. In questo senso non c’è limite al risparmio. E se il risparmio mette l’accento nel consumare meno, l’efficienza lo mette nel farlo meglio e questo è un campo aperto per tutti coloro che amano il fare e la tecnologia.
(Alcune considerazioni qui esposte sono tratte dal libro L’energia felice di Pierattilio Tronconi e Mario Agostinelli di cui sono disponibili alcune copie nella sede del circolo di Bellano)
Il popolo delle rinnovabili alza gli scudi contro il decreto Romani e si ritrova il 25 marzo a Fa’ la cosa giusta! per chiedere una Lombardia 100% rinnovabile. Il decreto del Governo che doveva attuare la Direttiva Europea (28/2009) per garantire la crescita delle rinnovabili sino al 20% entro il 2020, si è tradotto in un improvviso e inaspettato blocco per tutto il settore. Le imprese del settore, con i lavoratori, i gruppi d'acquisto, i cittadini che vogliono la “energia verde”, la lotta agli sprechi, la fine dell'era della “bolletta fossile” sempre più cara e chiedono incentivi corretti, ma certi e prevedibili negli anni e l’obiettivo della competitività per l’energia rinnovabile entro 10 anni, sino all'azzeramento degli incentivi.


Costanza Panella, Legambiente Lario Sponda Orientale