IL CIGNO

29 luglio 2011

OSSERVAZIONI INOLTRATE AL COMUNE DI LECCO PER I LAVORI DEL P.G.T.

SERVIZIO METROPOLITANO INTEGRATO CON TRAM-TRENO NELL’ AREA LECCHESE, CON L’USO DELLE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI VERSO SONDRIO, BERGAMO, MILANO, MOLTENO E COMO.
Negli ultimi tempi abbiamo registrato zero interventi nella mobilità su acqua e solo uno nel settore ferroviario (il raddoppio Airuno-Carnate, unica novità dal dopoguerra ad oggi), mentre la riqualificazione delle linee ferroviarie Lecco-Molteno e Lecco-Como  rimane nell’elenco del libro dei sogni e la realizzazione del servizio metropolitano(uso aggiuntivo e innovativo delle linee Lecco-Calolzio, Lecco.Mandello e Lecco-Oggiono) è stato perfino dimenticato come concetto.
Di fronte al continuo aumento del traffico automobilistico con evidenti intasamenti, peggioramenti della qualità della vita e danni ambientali, non affrontare il problema con modalità di servizio tipo metropolitano, usando la rete ferroviaria esistente,ovviamente con implementazione del numero delle fermate e delle corse, con uso di mezzi tecnologicamente adatti come possono essere i TRAM-TRENI, rappresenta una politica cieca e senza prospettive nell’affrontare l’emergenza mobilità nell’area lecchese.
Le soluzioni in campo europeo sono diverse a seconda delle caratteristiche del contesto urbano, delle linee ferroviarie esistenti e della presenza o meno di linee tranviarie con le quali integrarsi con lo stesso vettore. Inizialmente limitati a grandi aree metropolitane, si sta ora assistendo alla realizzazione di sistemi integrati ferroviari anche in ambiti territoriali di medio-piccola dimensione, come nel caso di Zug (Svizzera) città sul lago, simile morfologicamente a Lecco, di soli 23.000 abitanti, costituendo un importante anello intermedio fra i sistemi urbani (Bus-Tram-Metrò) e la ferrovia classica e consentendo un modello di mobilità sostenibile attestata su un trasporto pubblico di qualità, veloce, capiente e relativamente capillare.
Purtroppo dopo l’inerzia della passata Amministrazione in questo settore, la nuova Amministrazione provinciale nelle sue linee programmatiche non ha fatto alcun cenno a questa problematica.
Legambiente continuerà a “spingere” in direzione del servizio metropolitano su ferro. Il servizio metropolitano ferroviario nell’area lecchese darebbe un grosso contributo alla diminuzione delle emissioni di CO2 e del traffico caotico.

ADEGUAMENTO STAZIONE FERROVIARIA DI LECCO E RAZIONALIZZAZIONE INTERMODALITÀ FERRO-GOMMA PER QUESTO IMPORTANTE NODO DI VALENZA SOVRA-COMUNALE.
Va prevista nel piano dei Servizi e delle Regole la soluzione della:
a) accessibilità “privilegiata e preferenziale” ai bus sui percorsi cittadini convergenti in Stazione;
b) nuova mobilità indotta dal futuro Polo universitario;
c) previsione di fermate “leggere” intermedie in Lecco (dove esistono centri attrattori) dei treni del Servizio metropolitano;
d) liberazione di Piazza della Stazione di Lecco dalle auto private, trovando qui e in piazza Sassi (senza posteggio auto) un dignitoso Terminal dei Bus urbani ed extraurbani con sala di attesa e servizi informativi per i passeggeri;
e) fase di trasferimento dei passeggeri dai bus ai treni e viceversa;
f) estensione delle pensiline in stazione con eliminazione delle barriere architettoniche.
I problemi di trasporto per loro natura sono complessi e necessitano di una visione a rete, coordinata nella programmazione urbanistica e nella realizzazione, con interventi fra loro coerenti, d’intesa con altri Enti.
Mentre la soluzione prospettata e i lavori eseguiti e da fare per l’adeguamento e la ristrutturazione  dell’attuale stazione di Lecco mettono in evidenza l’incongruenza e la non indispensabilità del costoso e difficilmente utilizzabile sovrappasso da Piazza Sassi alle Meridiane e la necessità di una sistemazione funzionale di Via Porta, una visione più allargata richiama all’attenzione la opportunità di programmare  una nuova stazione in una diversa localizzazione, in funzione di un auspicato nuovo asse ferroviario a servizio dell’indispensabile collegamento delle Province di Lecco, Como e Sondrio con il sistema di trasporto su ferro del Nord Europa (attraverso il breve traforo della Mesolcina o dello Stelvio), da sottoporre all’attenzione della Regione Lombardia, dopo che il Piano Territoriale della Provincia di Lecco del 2004 lo ha ricordato.

PORTO CAVIATE E NAVIGAZIONE PUBBLICA LACUALE
Nella Tavola DP 4 Tavole delle Previsioni di Piano troviamo alle Caviate una indicazione di Servizi di valenza sovracomunale, insieme a quelle per la strada LC/BG e per i corridoi regionali.
Dobbiamo far notare come:
A) L’individuazione della localizzazione del nuovo porto di interesse sovracomunale non deriva da una programmazione generale dell’intero bacino del Lario, ma da una scelta unilaterale del Comune di Lecco, a scapito degli altri Comuni in quanto il lago è patrimonio di tutti, in particolare per quanto riguarda le bellezze paesaggistiche, la salubrità dell’acqua e aria e l’equilibrio idrogeologico e ambientale.
B) Il proposto porto alle Caviate non è previsto dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Lecco in vigore dal 30/03/04 le cui Norme di Attuazione all’art. 44 c. 2 prescrivono: “Le nuove strutture saranno programmate attraverso un piano di settore provinciale delle rive lacuali, delle sponde, degli approdi e dei porti turistici con scelte fortemente orientate alla sostenibilità, sia a fronte del valore del Lario e dei laghi minori quale grande patrimonio della risorsa idrica avente crescente valenza strategica, sia per la rilevanza paesistico-ambientale del lago e delle sue sponde.”
Il Piano di Settore è in fase di avvio in sinergia fra le due Province di Como e di Lecco e il Consorzio del Lario e dei laghi minori, promosso e costituito nel febbraio 2004 per iniziativa delle Province di Lecco, Como e di alcuni Sindaci dei Comuni rivieraschi, con l’adesione dell’80% dei Comuni lacuali (Lecco no) al fine di ricevere e gestire in modo unitario su tutto il Lario e i laghi minori le deleghe sia comunali che provinciali in materia di demanio lacuale della navigazione nell’interesse pubblico, con razionalizzazione dei servizi per i Cittadini e per la salvaguardia, tutela, valorizzazione e uso sostenibile delle acque, sponde e rive.
Il neo-Consorzio sta già operando attivamente innanzitutto per la gestione delle pratiche di concessione demaniale, in passato trascurate, per il rilascio delle nuove concessioni, per gli interventi di messa in sicurezza,ampliamento ed adeguamento delle opere portuali, degli ormeggi,dei nuovi attracchi pubblici e per gli altri significativi scopi statutari.
I mezzi finanziari derivano dalle entrate da concessioni demaniali (il 60% rimane ai comuni consorziati tramite il Consorzio e il 40 % va alla Regione che lo investe ancora sul demanio con interventi programmati con il Consorzio).
C) la zona scelta per l’intervento proposto non assomma caratteristiche ambientali e territoriali tali da candidarsi ad accogliere una struttura portuale a valenza sovracomunale, perché siamo in presenza di un semigolfo, spazzato da forti venti, nel punto in cui il lago si restringe ed è a diretto contatto una strada di collegamento strategico (con intasamenti alla domenica, in caso di incidenti nell’attraversamento sotterraneo, con passaggio dei tir con materiali pericolosi ecc.), a ridosso del S. Martino geologicamente a rischio per la presenza di crolli attivi. Un ipotetico servizio di valenza sovracomunale non porterebbe alcun beneficio per un miglior servizio di navigazione pubblica nel ramo di Lecco, in quanto non risulta che agli atti ci sia una previsione di alcun attracco e rimessaggio per i battelli, imprescindibile condizione per un razionale servizio pubblico lacuale nel ramo di Lecco vista la distanza dai cantieri di Tavernola (Como) e di Dervio. I posti barca - in particolare per motoscafi - sono funzionali alla valorizzazione dell’edificazione residenziale di lusso (vedi seconda casa), creando però tutte quelle criticità che non possono essere totalmente eliminate (cementificazione della costa con riporto di materiale, intasamento da traffico, impatto acustico ed inquinamento con incidenza negativa sul prelievo dell’acqua potabile del Consorzio Brianteo nello specchio antistante, sull’attività di pesca, esercizio del canottaggio,canoa, windsurf). Nuovi posti barca in rapporto alle reali esigenze e alla capacità di contenimento del bacino del ramo di Lecco potranno essere reperiti con una programmazione che preveda il potenziamento dei porti esistenti ed aventi requisiti soddisfacenti, a partire dal porto di Parè (Valmadrera) con rimessaggio nell’area ex Ilsea, oppure attraverso la individuazione di una zona ideale per la portualità, a prescindere dal Comune di appartenenza e fatti salvi i consensi degli Enti interessati. Per questa prospettiva sono necessari alcuni passaggi fondamentali da citare nelle linee strategiche di Piano:
a) inserimento nella L.R.22/98 riforma del Trasporto Pubblico Locale l’obbligatorietà dei Consorzi lacuali per la gestione del demanio lacuale;
b) adesione del Comune di Lecco al Consorzio Lario e laghi minori al quale si dovrà chiedere un forte impegno per portare a termine in tempi brevi con la regia delle due Province di Como e Lecco il Piano di Settore del Demanio della navigazione (portualità, mobilità sul Lario e tutela sponde);
c) assunzione da parte del sopraccitato Consorzio della regolamentazione del trasporto pubblico lacuale e della sua gestione attraverso un provvedimento regionale concordato per quanto riguarda i finanziamenti, in aggiunta alla disponibilità del 40% sulle concessioni demaniali oggi versati alla Regione, e i trasferimenti dei beni mobili e demaniali, come già è avvenuto sul lago d’Iseo: per questo passaggio già sussistono le condizioni di legge (vedi sopraccitata Legge Regionale 22/98 art. 24 bis Navigazione pubblica di linea sui laghi);
d) funzionamento di un punto di attracco e rifornimento dei battelli o natanti per servizio pubblico nel basso bacino lacuale del ramo di Lecco;
e) applicazione della programmazione del P.T.C.P. della Provincia di Lecco (vedi Schede Progetto n. 7 Riqualificazione sponde del Lario,dei laghi minori e del fiume Adda - Navigabilità e n. 8 Strutture di approdo per Intermodalità gomma-acqua) dove nei risultati attesi è scritto:
non si tratta solo di gestire il demanio, bensì di programmare gli interventi sulle coste al fine di salvaguardarne e valorizzarne le specifiche caratteristiche e di organizzare una funzionale navigazione per il trasporto pubblico e il diporto secondo criteri ecocompatibili.
In prospettiva il Consorzio Lario e laghi minori potrà diventare anche lo strumento per governare la programmazione e la regolazione del trasporto pubblico sul Lario.”
Per queste azioni è necessario un’azione corale: fino a quando ogni singolo attore continuerà ad occuparsi unicamente del proprio piccolo orticello (anche se capoluogo di provincia) non si andrà molto lontano.
È quindi necessario prevedere e sostenere politicamente e con finanziamenti della Regione e del Consorzio Lario e laghi minori almeno:
a) un nuovo collegamento veloce mattino/sera per studenti e lavoratori fra Varenna, Bellagio, Oliveto Lario, Lierna, Mandello, Abbadia e Lecco;
b) un nuovo servizio con natanti leggeri e frequenza almeno ogni ora per il collegamento con Lecco dei comuni di Garlate, Vercurago, Pescate, Malgrate, Parè di Valmadrera (servizio tipo laguna veneta);
c) un nuovo servizio con buone frequenze per il collegamento delle due sponde del bacino del ramo di Lecco da Varenna e Bellagio fino a Lecco toccando tutti i pontili esistenti);
Navigabilità e turismo resteranno parole vuote ed ingannevoli se non si porrà mano agli interventi sopraccitati.
I richiami alla programmazione del PTCP per quanto riguarda la mobilità lacuale non trovano esaustivo riscontro nella Tav. DP 1 A Schema strategico scala territoriale: non ci sono altre indicazioni oltre la scheda proposta dai Comuni P20, mentre cartograficamente appare una sola rotta nel lago dall’imbarcadero verso Nord, mentre verso sud (lago Garlate) nessun percorso lacuale.
In conclusione, sulla mobilità sia ferroviaria che lacuale il Documento di Piano è molto carente: non rispetta o non richiama le schede progetto del PTCP e contemporaneamente dimentica le previsioni del vigente PRG sul “Servizio Metropolitano”: qui si può tagliare e perché non viene fatto così anche per alcuni ATS (Ambiti di trasformazione strategica) ora riproposti con diverso nome secondo la filosofia della nuova legge 12/2005?

Lecco 21/7/2011
Il Presidente di Legambiente Lecco onlus Pierfranco Mastalli
Il Presidente di Movimento Consumatori Lecco Davide Agostoni