IL CIGNO

02 marzo 2012

CONVEGNO SOLEVOL “E … COME SI VIVE QUI?”
AMBIENTE E QUALITA’ DELLA VITA


Il Circolo Legambiente Lario Sponda Orientale ha accolto l’invito a partecipare alla tavola rotonda di confronto tra Amministrazioni e Associazioni nell’ambito del convegno organizzato da Solevol sabato 11 febbraio presso la Casa sul Pozzo per comunicare e commentare i risultati di un percorso di ricerca azione sviluppato nel corso del 2011.
Riportiamo qui il testo del nostro intervento sollecitato dalla duplice domanda:
- La dimensione ambientale è stata riconosciuta come un elemento positivo della qualità della vita di questo territorio. Quanto condivide questa opinione? Cosa sarebbe da fare per valorizzare ulteriormente questa dimensione?
- Come promuovere la qualità della vita? Co-responsabilità di istituzioni, volontariato e cittadini.

Concordo nel riconoscere all’ambiente in provincia di Lecco ed in particolare del Lario e delle valli un valore che può influire positivamente sulla qualità della vita.
Alcuni Dossier di Legambiente ci dicono però che questa possibilità è compromessa.
“Che brutta aria circola a Lecco” titolava qualche settimana fa un quotidiano locale riportando i dati di Mal’aria, lo storico rapporto annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico e acustico.
-   Nel 2011 a Lecco per 64 giorni è stato superato il valore del PM10 consentito per legge (il bonus concesso dalla normativa è di 35) Le polveri sottili (PM10 e PM2,5) altamente dannose a causa della loro capacità di penetrare profondamente nell’apparato respiratorio e il biossido di azoto, gas irritante la cui media annua di concentrazione è stata a Lecco pari a 54 microgrammi al metro cubo quando non si dovrebbero superare i 40, sono sostanze che vengono prodotte dai processi di combustione, in gran parte dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali, oltre che dall’usura di pneumatici e freni e risulta evidente il nesso tra qualità dell’ambiente e salute.
Altre informazioni su indicatori misurabili della qualità ambientale vengono dal rapporto di Legambiente Ecosistema Urbano 2011.
-    Lecco ha superato più di tre volte il valore obiettivo per la protezione della salute umana dei 25 giorni concessi dalla legge per l’ozono troposferico (un inquinante secondario si forma principalmente d’estate in quanto si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari (tra cui gli ossidi di azoto).
-   Se per l’offerta di trasporto pubblico, e per la densità automobilistica Lecco si attesta nella classifica su una posizione intermedia,  presenta invece valori bassi o molto bassi per quanto riguarda le piste ciclabili, l’indice di ciclabilità, l’estensione delle isole pedonali e la superficie di verde fruibile per abitante.
La ricetta antismog di Legambiente è nota e, almeno a parole, condivisa da tutti. «Per limitare le auto in città servono serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale». A breve e medio periodo dobbiamo sviluppare anche culturalmente un altro modo di muoversi nella città e verso la città. Ridurre la necessità degli spostamenti quotidiani delle persone e delle merci può essere un obiettivo di lungo periodo.
-   La raccolta differenziata dei rifiuti, l’ obiettivo di legge fissato per il 2010, fissato al 55%, non è stato raggiunto,ma per poco , da Lecco che si ferma al 53%. Se invece guardiamo ai dati relativi ai singoli Comuni, scopriamo che la percentuale di raccolta differenziata va dal 74% al 27,5% e la produzione da 339 a 920 Kg per abitante. Da notare che Bellano, pur non avendo ancora raggiunto l’obiettivo di legge, dopo l’introduzione della raccolta porta a porta, da maggio a dicembre 2010 ha registrato l’incremento del 16,5%,il risultato migliore della provincia. Il che sta a dimostrare che si può migliorare anche rapidamente.
I risultati del questionario della ricerca condotta da Solevol danno conto della consapevolezza dei  fattori negativi dell’ambiente che incidono negativamente sul livello di qualità di vita e tra i primi  crescenti livelli di inquinamento atmosferico, e l’incidenza delle aree cementificate. Emerge però che il tema dell’ambiente naturale viene considerato dai rispondenti come l’elemento più importante -tra quelli considerati- per la definizione del buon tenore di vita, in particolare  fascino paesaggistico e ambientale del territorio, caratterizzato  da habitat variegati e da una elevata diversità biologica.
Uno sguardo non superficiale non si ferma al bello che pure c’è o allo scempio che non manca, ma coglie i numerosi segni di abbandono, di incuria e di improvvisati e disordinati interventi dell’uomo su una natura che per lungo tempo, l’aveva tenuto legato a sé suggerendogli o imponendogli i modi e i tempi del fare. 
I dati della nostra campagna di luglio Goletta dei Laghi che monitora le acque di balneazione ci dicono che siamo lontani da un equilibrio, l’anno scorso su 18 punti controllati sul Lario,  12 sono risultati inquinati e di questi 7 nella provincia di Lecco.
Spesso i paesi in cui l’acqua delle spiagge è risultata inquinata e dove quindi la depurazione è insufficiente, sono anche quelli dove negli ultimi 10 anni è stato più alto il consumo di suolo. Ci sono paesi che hanno avuto un incremento di consumo del loro territorio del 30%, senza aumento significativo di popolazione residente. E se ci guardiamo intorno, possiamo vedere costruzioni seriali che hanno soffocato antichi borghi, e abitazioni sempre o quasi sempre chiuse.
Qualcosa non ha funzionato nella trasformazione ed ora, se si vuole rimediare, è necessario supplire a quel rapporto stretto con la natura da cui si traeva la regola, con un lavoro di co-responsabilità tra amministrazioni, associazioni e cittadini per tracciare le linee di indirizzo della trasformazione e i nuovi Piani di Governo dovrebbero essere un’occasione.
I Regolamenti edilizi per esempio rappresentano oggi uno strumento fondamentale perché qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e interessi, e qui si incrociano le competenze in ma­teria di urbanistica, edilizia e energia di Stato, Regioni e Comuni.
E’ fissata infatti per il primo gennaio 2021 la scadenza di una transizione “epocale” per l’edilizia, per­ché da quella data sarà possibile costruire nuovi edifici solo se neutrali dal punto di vista energetico, ossia capaci di garantire prestazioni dell’ involucro tali da poter fare a meno di apporti per il riscaldamen­to e il raffrescamento, oppure di riuscire a soddisfarli attraverso fonti rinnovabili
Con l’Osservatorio Nazionale sui Regolamenti Edilizi ed il Rapporto annuale (ONRE), Legambiente fotografa quanto succede nei diversi territori, le novità e i risultati dell’introduzione di parametri di sostenibilità per i nuovi edifici. Nel corso del 2011 sono molti i Comuni che sono tornati sui propri regolamenti per alzare l’asticella degli obiettivi e delle prestazio­ni. Sono da segnalare 11 Comuni della Provin­cia di Lecco in cui vige l’obbligo, per la realizzazione di nuovi edifici, di creare una copertura a tetto verde per almeno il 30% della superficie
Le conseguenze di una trasformazione non governata ora impongono il senso del limite : delle risorse da consumare, suolo, acqua, energia, ma anche di ciò che il nostro corpo può tollerare, senza eccessivo danno alla salute e di ciò che la terra e il nostro lago e i nostri fiumi possono sopportare senza conseguenze negative o addirittura catastrofiche.
Tutto è collegato: se sigilliamo meno suolo avremo più terra e verde che respira assorbendo carbonio, avremo una maggiore continuità ecologica per specie vegetali ed animali, avremo un minor appesantimento delle sponde lacustri con vantaggi per la sicurezza idrogeologica e per il paesaggio. Se salvaguardiamo i nuclei storici dei nostri paesi, recuperando funzioni antiche e collegandole a nuove attività in risposta a nuovi bisogni avvieremo a soluzione diversi problemi contemporaneamente: il risparmio energetico, la qualità dell’acqua e dell’aria, la disoccupazione dei giovani, l’isolamento dei piccoli paesi, lo scarto culturale, lavorando nel contempo per la coesione sociale.
E’ solo una co-responsabilità di istituzioni e società civile, anche nelle sue libere organizzazioni che può invertire la rotta, dove però la maggiore responsabilità d’iniziativa è in capo a chi è stato scelto per governare.
Abbiamo bisogno che le Istituzioni difendano la legalità, effettuando i controlli e applicando le sanzioni (a cominciare dal rispetto del limite dei 20° degli ambienti riscaldati) e vigilando sull’applicazione delle norme previste dai piani comunali, provinciali e regionali, oltre che dalle norme di tutela nazionali per prevenire i tanti più o meno piccoli abusi che ormai vengono commessi sistematicamente perché tanto poi al massimo si sana. Una pratica che corrompe le relazioni tra cittadini e amministrazione e guasta territorio e paesaggio.
Nel quadro di una piena legalità che è la prima condizione per la sicurezza di ciascuno, può diventare proficua l’apertura delle istituzioni alla collaborazione con la società civile. Oggi ad un gruppo che amministra una porzione di territorio occorrono tante idee e studi e approfondimenti e, soprattutto, una continua comunicazione con i cittadini per la comprensione e la condivisione delle decisioni. E’ anche questa una strada per far crescere il livello culturale e la capacità di partecipazione consapevole alla vita del proprio paese.
Concludo con due suggestioni che traggo da due contributi al nostro Convegno  del maggio scorso a Villa Monastero “Il Bel Paese si specchia nel Lario”.
Il primo è quello di una osservatrice degli uccelli
Molte specie scelgono i laghi prealpini come siti di svernamento e durante l’inverno il lago è tutto per loro, i nostri amici con le piume. Con l’arrivo della bella stagione e di conseguenza del turismo, la situazione per l’avifauna si fa invece più difficile: folle di motoscafi scandagliano ogni centimetro d’acqua e le spiagge si riempiono di gente.
Così, mentre gli uccelli svernanti ripartono per il Nord verso i loro quartieri riproduttivi, ai nidificanti non rimane che trovare i pochi angoli tranquilli o addirittura continuare a spostarsi da una sponda all’altra, come fanno gli smerghi maggiori, schivando il caos dei natanti e l’invasione umana nelle giornate di bel tempo.
Una convivenza impossibile allora? Certamente no, se la gestione del nostro territorio sarà più attenta a queste piccole esistenze selvatiche che hanno diritto, come noi, di vivere e riprodursi.
Occorrerà individuare allora spazi, tempi e modi per la fruizione sostenibile del lago. Ci auguriamo che a questo contribuisca il Piano del demanio lacuale ora in corso di stesura da parte del Consorzio  del Lario e laghi minori.
Senza dimenticare che gli uccelli, come dice la nostra amica, così diversi nelle forme e nei comportamenti, potranno solo aumentare la bellezza e naturalità del luogo e quindi il nostro benessere.
Il secondo richiama un tema difficile e dimenticato anche dagli amministratori a cui personalmente tengo molto. Sono le parole di un agricoltore che con la moglie si è dedicato a questa attività per scelta, riuscendo a mantenere la famiglia di quattro figli.
Agli occhi di un agricoltore è incomprensibile l'abbandono generalizzato. Sono già due le generazioni che hanno abbandonato la terra. A parte qualche rara, e mi permetto di dire anche a volte eroica eccezione, il miraggio di una vita completamente avulsa dalla terra, continua ad essere dominante.
Agricoltura e benessere non solo non sono contrastanti come i più pensano, anzi la cura della terra è il fondamento  del benessere: salute, qualità del cibo, solidarietà e collaborazione, rispetto, solidi principi basati sulla leggi della natura.  Dove c'è una sana e diffusa agricoltura lì c'è una società aperta e vitale.
Invertire la rotta si può. Avvalendosi dei consigli dei vecchi, attenti alle nuove conoscenze tutti hanno la possibilità e forse il dovere di riplasmare questi territori degradati, rimettere in sesto i mirabili terrazzamenti a secco, ripristinare coltivi e stradine, riconquistare al bosco e alla speculazione edilizia la dignità e l'orgoglio del proprio cibo. Chi per sano passatempo, chi per primo o secondo lavoro. La nostra piccola esperienza è a disposizione.

Costanza Panella