PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI LECCO
Considerazioni di Pierfranco
Mastalli Presidente di Legambiente Lecco
c) Perché fra la I e la II conferenza VAS sono mutati i limiti sopracitati?
d) perché ancora non è stato presentato il Rapporto Ambientale?
e) perché si continua ad insistere sulla risorsa7.1 in Comune di Civate?
f) non esistono altre aree in provincia di Lecco dove è presente il calcare simile a quello del Cornizzolo?
g) i tecnici incaricati per il Piano conoscono la delibera del Consiglio Regionale che sostiene la candidatura di S. Pietro al Monte e San Benedetto al fine del loro inserimento nel patrimonio Unesco?
h) si ritiene conciliabile una ipotesi di escavazione sopra S.Pietro con il percorso iniziato per la citata candidatura?
i) la Provincia di Lecco ha competenze per quanto riguarda i lavori in corso nella valle dell’Oro?
Risposta da
parte della Provincia di Lecco
Provincia di Lecco – Lecco
Sovrintendente per i beni architettonici e paesaggistici
20122 MILANO- Piazza Duomo 14
Per il Piano Cave della Provincia di
Lecco siamo ormai allo psicodramma.
Il procedimento relativo alla
redazione del nuovo Piano Provinciale per le attività estrattive di cava è
stato avviato dalla Giunta in data 08/03/2011, in vigenza di quello
approvato con DCR del 26/6/2001 per i materiali calcari-dolomie per calce e
cemento, mentre solo quello per materiali, pietrischi, sabbia e ghiaia era
scaduto.
Un regalo per i produttori di calce
e cemento, in particolare per la Holcim che ha potuto quindi rinnovare la
richiesta, già respinta nel 2001 dalla Provincia di Lecco e dal Consiglio
Regionale, per cavare sul Cornizzolo, sopra il complesso di San Pietro al
Monte.
La Provincia ha affidato ad una
associazione di tecnici, taluni in passato già a “libro paga” dei cavatori,
l’incarico di elaborare il Piano, che già dalla prima Conferenza VAS in data 22
settembre 2011 mostrava lacune, dimenticanze,contraddizioni, percorsi
preferenziali per la Holcim tali da suscitare forti opposizioni, in particolare
da parte nostra, del Coordinamento Cornizzolo comprendente oltre 60
associazioni di varia natura compresa la nostra, dei Comuni della Cintura del
Cornizzolo e di quelli investiti da proposte generalizzate e non motivate per
nuove cave di ghiaia e sabbia.
Mentre per il Cornizzolo la nostra
posizione è netta, irriducibile, senza se e ma, sugli altri interventi
valutiamo nel merito caso per caso, con prese di posizione già motivatamente
contrarie per le cave di sabbia a Colico, Merate e Annone, mentre per quelle in
comune di Lecco sosteniamo che devono concludersi i piani in essere, con le
dovute garanzie per un serio recupero ambientale, che non può limitarsi
all’occultamento delle ferite solamente se si guardano dal basso..
In questo periodo sono nate una
serie di iniziative per la difesa del Cornizzolo e le osservazioni al Piano
Cave si accumulano sui tavoli della Provincia di Lecco.
Si e dovuto aspettare il 31/7/2012
per la seconda Conferenza VAS che però non ha cambiato il giudizio negativo
sugli approfondimenti, si fa per dire, elaborati dal gruppo tecnico
provinciale.
Nel frattempo il quadro si è fatto più
confuso e incerto anche perché la maggioranza in Provincia di Lecco ha
cominciato a manifestare posizioni divergenti fra la componente leghista (l’assessore
alla Cultura Marco Benedetti sostiene la candidatura Unesco per il complesso
San Pietro al Monte, ovviamente inconciliabile con l’ipotesi di una apertura di
cava e finanzia l’Ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei) e
quella PdL con l’assessore all’Ambiente Carlo Signorelli che segue
l’elaborazione del Piano Cave.
Il quadro è diventato più complesso
tenendo conto che in Regione Lombardia è in corso il dibattito per il PDL 158
(nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava)
con riferimento anche ai PDL 58, 83 e 102 di iniziativa, rispettivamente, dei
gruppi consiliari Lega Nord - PD - IdV.
Mentre l’assessore Marco Benedetti
ha già stampato ma non affisso un manifesto contro l’apertura di nuove cave in
provincia di Lecco, ultimamente anche il segretario regionale della Lega
Salvini si è pronunciato in tal senso anche con la motivazione che è in corso
in Regione la definizione di nuove regole per l’escavazione.
Sembra un tentativo di rinviare le
decisioni per il Cornizzolo a Milano, tenendo nello stesso tempo sulla corda
gli alleati di giunta lecchese e cavalcando l’opposizione locale.
Se il riferimento al tavolo
regionale può essere condivisibile riferito al quadro generale, per la
richiesta Holcim, spudoratamente sostenuta in varie iniziative a livello locale
e senza alcun riguardo per le Istituzioni, di cavare sopra San Pietro al Monte,
con tutti i vincoli, le controindicazioni e i pericoli presenti, è necessaria a
nostro giudizio una immediata presa di posizione negativa da parte della Giunta
lecchese perché rimandare la decisione vuol dire indebolire la forte e
articolata opposizione locale e calpestare le specifiche peculiarità del
Territorio.
La Terza Conferenza VAS, da tenersi
presumibilmente entro fine anno, sarebbe l’occasione per accantonare
definitivamente l’escavazione sul Cornizzolo (e ce ne sarebbero di valide
motivazioni), mettendo realisticamente le parti sociali e le Istituzioni di
fronte alle necessità di affrontare i problemi dell’occupazione del settore,
che non deve diventare motivo di ricatti nell’azione di salvaguardia e
valorizzazione del complesso monastico di San Pietro al Monte e di tutte le
valenze del monte Cornizzolo.
Per maggiore informazione alleghiamo
le due ultime osservazioni che abbiamo presentato in Provincia di Lecco per il
piano cave.
Osservazioni al Piano cave in corso presentate in
data 28 agosto 2012
a) è stata fatta una mappatura fotografica al momento
dell'apertura del Piano cave di tutte le aree interessate ed è disponibile
insieme alla quantificazione dei quantitativi cavati con relativi
introiti?
b) per esempio, perché i tecnici addetti allo studio
del Piano non tracciano i limiti degli ambiti estrattivi e della risorsa 7.1
sulle foto?c) Perché fra la I e la II conferenza VAS sono mutati i limiti sopracitati?
d) perché ancora non è stato presentato il Rapporto Ambientale?
e) perché si continua ad insistere sulla risorsa
f) non esistono altre aree in provincia di Lecco dove è presente il calcare simile a quello del Cornizzolo?
g) i tecnici incaricati per il Piano conoscono la delibera del Consiglio Regionale che sostiene la candidatura di S. Pietro al Monte e San Benedetto al fine del loro inserimento nel patrimonio Unesco?
h) si ritiene conciliabile una ipotesi di escavazione sopra S.Pietro con il percorso iniziato per la citata candidatura?
i) la Provincia di Lecco ha competenze per quanto riguarda i lavori in corso nella valle dell’Oro?
Risposta da
parte della Provincia di Lecco
In riscontro alle osservazioni e ai quesiti
formulati con nota protocollata il 28.08.2012 al prot. n. 38572, si espone
quanto segue:
i limiti dei giacimenti individuati sono
stati tracciati su base topografica, come prevedono i criteri di redazione dei
Piani delle Cave approvati dalla Regione Lombardia che non prevedono il
tracciamento di tali limiti su delle fotografie, anche se si sta valutando,
soprattutto attraverso i vincoli presenti su ciascun comparto, il possibile
impatto paesaggistico ed ambientale derivante dall’apertura di una attività
estrattiva. A proposito del giacimento del Cornizzolo, i professionisti
incaricati alla redazione del Piano sono a conoscenza delle deliberazioni del
Consiglio Regionale che sostengono la candidatura di San Pietro al Monte e San
Benedetto quali patrimonio UNESCO, e di questo si terrà conto sia nella
predisposizione del Rapporto Ambientale, che sarà presentato nel corso
dell’ultima conferenza di VAS, sia nella fase di predisposizione della Proposta
di Piano. I limiti di tale giacimento sono mutati rispetto alla prima conferenza
di VAS perché, analizzando con maggior dettaglio l’area e l’inventario delle
cave cessate, predisposto dalla Provincia nel 2003, che comprende la ex cava
Borima, è risultato che la risorsa di calcare a monte di tale cava non è stata
sfruttata completamente, ma che la volumetria residua lambisce il perimetro del
giacimento individuato nella precedente documentazione tecnica presentata nel
corso della prima conferenza di VAS: da qui la scelta di unire i due limiti che
altrimenti sarebbero risultati perfettamente adiacenti.
Infine, preme sottolineare che il
giacimento del Cornizzolo esiste, e come tale non può non essere compreso in
una cartografia dei giacimenti. Tale individuazione non può essere definita
un’”insistenza” perché si tratta della rappresentazione oggettiva di una
risorsa presente nel nostro territorio e come tale deve essere cartografata.
Per quanto riguarda i lavori in corso nella
Valle dell’Oro, si comunica che si tratta di un progetto predisposto dal comune
di Civate.
Il Dirigente del Settore Ambiente ed
Ecologia Dr. Luciano Tovazzi
Egr. Dr.Luciano
Tovazzi - Autorità procedente.
Egr. Arch.Ernesto
Crimella - Autorità competente.Provincia di Lecco – Lecco
e per conoscenza a:
Gent. Dott. Arch. Chiara RostagnoSovrintendente per i beni architettonici e paesaggistici
20122 MILANO- Piazza Duomo 14
Osservazioni
al Piano cave presentate in data 13 settembre 2012.
Dall'esame della relazione
presentata alla II conferenza VAS non ci risulta siano state evidenziate ed
esaminate le eventuali criticità derivabili dalla conduzione di attività di
escavazione in prossimità di compendi monumentali. Consideriamo imprescindibile
e indifferibile approfondire l'effetto delle vibrazioni prolungate nel tempo e
nello spazio in particolare sul monumento San Pietro al Monte, che racchiude
tesori irripetibili ed unici quali gli stucchi in generale e il ciborio in
particolare, che ha già subito in passato delle lesioni e che è stato oggetto
di recenti e costosi interventi di messa in sicurezza.
Noi riteniamo incompatibile
una attività estrattiva sul versante del Cornizzolo proprio per gli effetti
derivanti dalle vibrazioni sugli stucchi e sul ciborio e quindi chiediamo con
forza e a ragion veduta lo stralcio della scheda Cornizzolo.
Chiediamo comunque che nel
Rapporto Ambientale l'argomento venga affrontato, perché già il fatto che non
sia stato ancora preso in considerazione da tecnici non di parte, ci conferma
nella nostra convinzione che sia in atto una forzatura nel continuare a
sostenere l'escavazione sul Cornizzolo.
Ovviamente altri aspetti,
oltre a quelli prioritari della conservazione fisica del Bene, devono essere
affrontati, al fine di evidenziare tutte le criticità rispetto alla condizioni
ambientali, del decoro e della prospettiva da qualunque punto di vista si ponga
l'osservatore.
La recente movimentazione di
terra in valle dell'Oro sotto San Pietro, oltre agli aspetti di possibili
presenze di inquinanti per i quali dovranno intervenire gli Enti preposti,
mostra praticamente gli effetti paesaggisticamente negativi producibili in quel
versante sopra San Pietro in caso di interventi di escavazione.
La visita ai nostri
importanti monumenti da parte dei giovani del campo per la legalità promosso da
Legambiente e Libera è stata l'occasione per verificare come anche per un
visitatore giunto da lontano risulti incomprensibile solo l'idea di pensare di
scavare sulle pendici del Cornizzolo sopra San Pietro al Monte e San Benedetto.
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