IL CIGNO

21 dicembre 2012

ASSEMBLEA REGIONALE CIRCOLI LOMBARDI: DOCUMENTO E CONTRIBUTO



LOMBARDIA_SOSTENIBILE_2.0.

Il 28 ottobre s'è svolta a Milano, presso la "Stecca degli Artigiani", l'Assemblea regionale dei circoli della Lombardia. CLICCA qui per leggere il documento proposto dal direttivo regionale




UN CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE DEL DOCUMENTO

L’impronta lasciata sul PAESAGGIO dal cemento e dall’automobile nella Lombardia del PRIMA è lì da vedere e molti di noi ne hanno sofferto pur contrastandola.


Non solo le auto che intasano le strade e i paesi, ma anche quelle parcheggiate sulle rive del Lario per la tendenza delle amministrazioni locali a incorniciare il lago con i parcheggi anche con invasione di alveo e copertura di darsene storiche. Non solo il cemento delle seconde case vuote, ma anche quello che appesantisce i versanti con alti muri di sostegno delle stesse e dei loro improbabili giardini con piscina, in sostituzione degli storici muretti a secco che orlano e sostengono i terrazzi coltivati. È solo un cenno al paesaggio dove vivo e dove opera il mio circolo perché è dalla propria finestra che si osserva bene una cosa come questa.

Dobbiamo però considerare che abbiamo beneficiato tutti della trasformazione, senza essere fin dall’inizio pienamente consapevoli delle sue conseguenze. Abbiamo pagato il prezzo di slancio, perché il progresso, la libertà conquistata lo giustificava, anzi ci pareva di lasciare indietro il peggio. Finché siamo arrivati ad un punto in cui il cambiamento ci è sfuggito di mano e abbiamo cominciato a dubitare. Questo vale per lo sfruttamento spinto di tutte le risorse, ma per il paesaggio si possono fare alcune considerazioni particolari.

Il Paesaggio è qualcosa che tutti vediamo, siamo in grado di farci un’immagine di quello che è e di quello che potrebbe essere, senza specifiche competenze; ci sono sensibilità e gusti differenti, ma ci accomuna il senso della misura.

Il Paesaggio è qualcosa che ci appartiene, del quale possiamo sentirci defraudati, ma può capitare che la stessa persona che nutre tale sentimento cerchi il proprio guadagno con la speculazione.

Il Paesaggio è fondamento di identità del singolo e della comunità. I suoi cambiamenti riflettono e nel contempo implicano cambiamenti di vita, di sensibilità e di cultura.

Il Paesaggio, con tutti gli elementi che lo compongono (gli abitati, le infrastrutture, gli usi del suolo, i corsi e gli specchi d’acqua, le diverse forme viventi, i rifiuti), si presta bene come perno di un discorso sul cambiamento radicale come quello prospettato dal documento Lombardia_Sostenibile_2.0, sia come terreno di osservazione e di analisi, sia come campo di trasformazione.

Lo sguardo della nostra associazione sul Paesaggio non è nostalgico poiché l’ambientalismo scientifico che pratichiamo ci impone di considerare le trasformazioni in rapporto alle necessità umane e di raccordarle alle leggi della natura ed al bisogno che l’uomo e la donna hanno di essa.

Ci interroghiamo allora sui bisogni. Quello della casa è oggi in Lombardia molto contenuto. I cantieri non offrono consistenti e durature possibilità di lavoro e sono occasioni di infiltrazioni della malavita. La vendita di un terreno edificabile può soddisfare il bisogno di denaro da investire nei progetti delle famiglie. Migliorare le proprie condizioni di vita, si può. La domanda, allora, si sposta sulla qualità del migliorare.

Proviamo a riconsiderare la trasformazione come azione degli uomini e delle donne sulla natura che venga continuamente a patti con essa; un agire sul singolo o privato elemento abbracciando il contesto; un utilizzo delle risorse che liberi energie. Così che, tutto ciò che riceve una forma come prodotto di un pensiero e di un’intenzione degli umani e delle relazioni tra loro, rimanga in qualche modo natura e sia tutelato dalla responsabilità della Custodia.

“Il valore strategico del giacimento del bene comune Paesaggio, per quel che ne resta, per l’economia regionale e il benessere dei lombardi” (sono parole del documento), verrebbe così riconosciuto e salvaguardato e potrebbe costituire la solida base di un turismo culturale e di conoscenza anche abbinato a quello degli sport lacustri e della montagna.

L’ambientalismo si è reso necessario per soccorrere gli uomini che avevano perso l’abitudine a concertare con la natura la misura. Ci occorre un uomo capace di piegare la tecnica, l’economia e la politica al governo del nuovo che altrimenti avanza in modo ipertrofico e caotico. Ci occorre anche una donna che ponga il suo sguardo e la sua mano sul territorio, come da sempre fa con i corpi di cui si prende cura, per poter sviluppare una conoscenza che non separi il soggetto dall’oggetto e una attività pratica che ne esprima la relazione.

Questo è il punto: per tradurre in un programma, ma più ancora in un sistema di azioni, ma più ancora in un’abitudine mentale e pratica quanto enunciato nel documento Lombardia_Sostenibile_2.0, per nutrire la fiducia che sia possibile un’inversione di tendenza, occorre che il lavoro e la fatica delle donne riesca a esprimere un pensiero e una parola che mostri un soggetto. Dal mio punto di vista non è principalmente un problema di tecnologie o di capacità imprenditoriale innovativa, i maschietti sono svelti a inventarsi le cose e a realizzarle, è un problema di soggetto nuovo portatore di necessità e di volontà. Le donne hanno qualcosa da dare. Ma capita che non ne siano consapevoli neanche loro, o che le strade siano tutte in salita e i canali della comunicazione già troppo affollati.

In occasione del congresso nazionale a Bari l’anno scorso Legambiente ha lanciato la campagna della Bellezza.

Fabio Renzi, segretario di Symbola, ci ha detto due settimane fa all’assemblea nazionale dei circoli che la bellezza di cui parliamo è la bellezza dei cambiamenti, che è una sintesi estetica rispetto a comportamenti, funzioni, stile di vita. Ha parlato di una bellezza del fare italiano che c’è già stata nel nostro paese al tempo dei Comuni e più ancora nel Rinascimento.

Cominciamo, allora, dalla bellezza del cambiamento della relazione tra uomini e donne nel governo dei corpi e della città per dare forma ad una bellezza del vivere che è condizione per rilanciare la bellezza del fare italiano e lombardo.



Costanza Panella