ASSEMBLEA REGIONALE CIRCOLI LOMBARDI: DOCUMENTO E CONTRIBUTO
LOMBARDIA_SOSTENIBILE_2.0.
Il 28 ottobre s'è
svolta a Milano, presso la "Stecca degli Artigiani", l'Assemblea
regionale dei circoli della Lombardia. CLICCA qui per leggere il documento proposto dal direttivo regionale
UN
CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE DEL DOCUMENTO
L’impronta lasciata sul
PAESAGGIO dal cemento e dall’automobile nella Lombardia del PRIMA è lì da vedere
e molti di noi ne hanno sofferto pur contrastandola.
Non solo le auto che intasano le strade e i paesi, ma anche quelle parcheggiate sulle rive del Lario per la tendenza delle amministrazioni locali a incorniciare il lago con i parcheggi anche con invasione di alveo e copertura di darsene storiche. Non solo il cemento delle seconde case vuote, ma anche quello che appesantisce i versanti con alti muri di sostegno delle stesse e dei loro improbabili giardini con piscina, in sostituzione degli storici muretti a secco che orlano e sostengono i terrazzi coltivati. È solo un cenno al paesaggio dove vivo e dove opera il mio circolo perché è dalla propria finestra che si osserva bene una cosa come questa.
Dobbiamo però considerare
che abbiamo beneficiato tutti della trasformazione, senza essere fin
dall’inizio pienamente consapevoli delle sue conseguenze. Abbiamo pagato il
prezzo di slancio, perché il progresso, la libertà conquistata lo giustificava,
anzi ci pareva di lasciare indietro il peggio. Finché siamo arrivati ad un
punto in cui il cambiamento ci è sfuggito di mano e abbiamo cominciato a
dubitare. Questo vale per lo sfruttamento spinto di tutte le risorse, ma per il
paesaggio si possono fare alcune considerazioni particolari.
Il Paesaggio
è qualcosa che tutti vediamo, siamo in grado di farci un’immagine di quello che
è e di quello che potrebbe essere, senza specifiche competenze; ci sono
sensibilità e gusti differenti, ma ci accomuna il senso della misura.
Il Paesaggio
è qualcosa che ci appartiene, del quale possiamo sentirci defraudati, ma può
capitare che la stessa persona che nutre tale sentimento cerchi il proprio
guadagno con la speculazione.
Il Paesaggio
è fondamento di identità del singolo e della comunità. I suoi cambiamenti
riflettono e nel contempo implicano cambiamenti di vita, di sensibilità e di
cultura.
Il Paesaggio,
con tutti gli elementi che lo compongono (gli abitati, le infrastrutture, gli
usi del suolo, i corsi e gli specchi d’acqua, le diverse forme viventi, i
rifiuti), si presta bene come perno di un discorso sul cambiamento radicale
come quello prospettato dal documento Lombardia_Sostenibile_2.0, sia come
terreno di osservazione e di analisi, sia come campo di trasformazione.
Lo sguardo della nostra associazione sul Paesaggio non è nostalgico
poiché l’ambientalismo scientifico che pratichiamo ci impone di considerare le
trasformazioni in rapporto alle necessità umane e di raccordarle alle leggi
della natura ed al bisogno che l’uomo e la donna hanno di essa.
Ci interroghiamo allora sui
bisogni. Quello della casa è oggi in Lombardia molto contenuto. I cantieri non
offrono consistenti e durature possibilità di lavoro e sono occasioni di
infiltrazioni della malavita. La vendita di un terreno edificabile può
soddisfare il bisogno di denaro da investire nei progetti delle famiglie.
Migliorare le proprie condizioni di vita, si può. La domanda, allora, si sposta
sulla qualità del migliorare.
Proviamo a riconsiderare la
trasformazione come azione degli uomini e delle donne sulla natura che venga
continuamente a patti con essa; un agire sul singolo o privato elemento
abbracciando il contesto; un utilizzo delle risorse che liberi energie. Così
che, tutto ciò che riceve una forma come prodotto di un pensiero e di
un’intenzione degli umani e delle relazioni tra loro, rimanga in qualche modo
natura e sia tutelato dalla responsabilità della Custodia.
“Il valore strategico del
giacimento del bene comune Paesaggio, per quel che ne resta, per l’economia
regionale e il benessere dei lombardi” (sono parole del documento), verrebbe
così riconosciuto e salvaguardato e potrebbe costituire la solida base di un
turismo culturale e di conoscenza anche abbinato a quello degli sport lacustri
e della montagna.
L’ambientalismo si è reso
necessario per soccorrere gli uomini che avevano perso l’abitudine a concertare
con la natura la misura. Ci occorre un uomo capace di piegare la tecnica,
l’economia e la politica al governo del nuovo che altrimenti avanza in modo
ipertrofico e caotico. Ci occorre anche una donna che ponga il suo sguardo e la
sua mano sul territorio, come da sempre fa con i corpi di cui si prende cura,
per poter sviluppare una conoscenza che non separi il soggetto dall’oggetto e
una attività pratica che ne esprima la relazione.
Questo è il punto: per tradurre
in un programma, ma più ancora in un sistema di azioni, ma più ancora in
un’abitudine mentale e pratica quanto enunciato nel documento
Lombardia_Sostenibile_2.0, per nutrire la fiducia che sia possibile
un’inversione di tendenza, occorre che il lavoro e la fatica delle donne riesca
a esprimere un pensiero e una parola che mostri un soggetto. Dal mio punto di
vista non è principalmente un problema di tecnologie o di capacità
imprenditoriale innovativa, i maschietti sono svelti a inventarsi le cose e a
realizzarle, è un problema di soggetto nuovo portatore di necessità e di
volontà. Le donne hanno qualcosa da dare. Ma capita che non ne siano
consapevoli neanche loro, o che le strade siano tutte in salita e i canali
della comunicazione già troppo affollati.
In occasione del congresso
nazionale a Bari l’anno scorso Legambiente ha lanciato la campagna della
Bellezza.
Fabio Renzi, segretario di
Symbola, ci ha detto due settimane fa all’assemblea nazionale dei circoli che
la bellezza di cui parliamo è la bellezza dei cambiamenti, che è una sintesi
estetica rispetto a comportamenti, funzioni, stile di vita. Ha parlato di una
bellezza del fare italiano che c’è già stata nel nostro paese al tempo dei
Comuni e più ancora nel Rinascimento.
Cominciamo, allora, dalla
bellezza del cambiamento della relazione tra uomini e donne nel governo dei
corpi e della città per dare forma ad una bellezza del vivere che è condizione
per rilanciare la bellezza del fare italiano e lombardo.
Costanza Panella
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