NUOVI IMPIANTI SCIISTICI: DENARO PUBBLICO AL VENTO
COME
GETTARE AL VENTO DENARO PUBBLICO IN IMPIANTI SCIISTICI E NELLA FABBRICA DELLA
NEVE, ILLUDENDOSI DI CONTRIBUIRE AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DI VITA DELLE
POPOLAZIONI DELLA VAL BREMBANA E DELLA VALSASSINA.
Il
progetto integrato strategico per l’ammodernamento, potenziamento e
valorizzazione dei comprensori sciistici della valle Brembana e Valsassina
recentemente sottoscritto fra Regione, Province di Bergamo e Lecco, Comunità
Montana Valle Brembana, Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e
Riviera, e i Comuni in Provincia di Bergamo: Carona, Foppolo, Mezzoldo,
Piazzatorre, Roncobello, Valleve, Valtorta e in Provincia di Lecco: Barzio,
Cassina Valsassina, Cremeno e Moggio, con l’adesione di Brembo Super Ski e ITB
SpA è la chiara rappresentazione di un modo vecchio di far politica che
privilegia i finanziamenti a pioggia senza un preciso piano economico che ne
garantisca un esito positivo, che non prende atto dei cambiamenti climatici e
del fatto che gli impianti interessati si trovano a quote che difficilmente
possono garantire la presenza sufficiente di neve naturale. Su un investimento
nel periodo 2012/2014 di 40.063.901€, la Regione contribuisce con 8.020.350€,
gli Enti locali 2.894.262€ (di cui 240.000. Comune Moggio e 716.149-C.M.Valsassina) mentre i Privati 29.149.288€ (Brembo Super Ski 17.412.931 - ITB Spa
11.736.356).
Ma
chi garantisce che l’intervento pubblico non abbia a produrre effetti negativi
per l’ambiente e che possa trasformarsi in un investimento a fondo perso?
Un ammodernamento e messa in sicurezza degli impianti esistenti possono essere giustificati, ma la costruzione di nuovi impianti non trova un riscontro in una utile gestione dovendo ricorrere all’esasperato innevamento artificiale che assorbe oltre 4.000.000€ (2.097.363 in Val Brembana e 2.000.000 in Valsassina) di investimento, senza contare le spese di gestione. Siamo in presenza di un accanimento terapeutico per tenere in vita una attività che sta in piedi solo con un sostanzioso intervento pubblico, oltretutto negativo rispetto al consumo di preziosa acqua potabile e al possibile inquinamento delle falde.
Nessuna
proposta di far “sistema” si trova nell'Accordo di programma sottoscritto che
prevede, da parte della Regione, l'erogazione di denaro pubblico per oltre 8
milioni di euro sopra ricordato. La sostanza dell'Accordo è infatti una pioggia
di singoli contributi al rinnovo degli impianti di risalita e al potenziamento
o realizzazione di quelli di innevamento artificiale, che di integrazione o di
strategia ha proprio niente, nonostante il titolo dell'Accordo: “Progetto
integrato strategico per l'ammodernamento e valorizzazione dei comprensori
sciistici della valle Brembana e Valsassina…".
Vogliamo
anche rilevare altri due aspetti negativi: il primo è che non essendo prevista
per tale Progetto la procedura di Valutazione Ambientale Strategica, a nessuna parte
interessata (pubblico e associazioni ambientaliste) è stato possibile poter
esprimere le proprie valutazioni e cercare quindi di attenuare il negativo
impatto che i progetti, già eseguiti o da eseguire, hanno sull'ambiente montano
che fa pur sempre parte del Parco delle Orobie.
Il
secondo è che l'erogazione di danaro viene effettuata dietro presentazione
della documentazione contabile delle spese effettivamente sostenute, ma senza
richiedere alla controparte impegni circa il mantenimento in esercizio di
quanto finanziato, almeno per un arco ragionevole di tempo.
È
anche da sottolineare come l’erogazione di questi contributi sia stato
collocato nel mezzo della crisi della Giunta Regionale, il cui Presidente cerca
di recuperare consenso gravemente compromesso dalla sua miope e allegra gestione
attraverso finanziamenti poco avveduti, che non tengono conto che recentemente
l’Assessorato al Territorio e all’Urbanistica della Regione ha dato avvio al
P.T.R.A Orobie bergamasche e Altopiano Valsassina (Piano Territoriale Regionale
d’Area delle valli alpine) come approfondimento di maggior dettaglio di un
ambito territoriale sotto il profilo dello sviluppo socioeconomico. Da una
parte si cerca di individuare un modello di sviluppo sostenibile della montagna
che tenti di mettere in uso le seconde case non utilizzate e di non costruirne
di nuove, evitando la predazione del territorio con consumo di suolo prezioso.
Dall’ altra si investe sul settore sciistico con una cura intensiva che non
risolve i fattori di crisi ma anzi perpetua il miraggio di perseverare nelle
costruzioni di seconde case.
Questo
intervento nel comprensorio sciistico della Valle Brembana e Valsassina non porta
alcun contributo alla definizione di un nuovo modello di sviluppo che valorizzi
le Orobie bergamasche e l’altopiano della Valsassina, esaltando le loro
peculiarità e risorse e dando vita a un nuovo ordine urbano e a nuovi scenari
di organizzazione sociale.
Mentre
a Lecco Formigoni distribuiva a pioggia milioni su progetti senza futuro, l’ex
assessore regionale Daniele Belotti dichiarava che con le seconde case è stato
raggiunto il limite e che l’ormai superata tipologia di turismo fin’ora
praticata ha compromesso pesantemente il territorio.
Pierfranco Mastalli
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