IL CIGNO

28 aprile 2014

OSSERVAZIONI AMBIENTALISTE AL PFVP

LEGAMBIENTE - CROS VARENNA - ASSOCIAZIONE MONTE DI BRIANZA - WWF
E' in fase di approvazione presso la Provincia di Lecco il nuovo Piano Faunistico Venatorio che accoglie molte richieste a favore degli interessi del mondo della caccia. Ecco le osservazioni presentate dalle Associazioni ambientaliste del Territorio.

Come prescrive la norma, il 29 marzo le associazioni ambientaliste hanno inoltrato alla provincia di Lecco le proprie osservazioni al nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale al fine di ottenere modifiche o integrazioni, prima della sua adozione. Sono parecchi infatti le situazioni che preoccupano le associazioni, perché contrarie al principio di salvaguardia ambientale o perché mettono a rischio l’incolumità delle persone. Eccone solo alcune a titolo esemplificativo.
Il piano opera una sostanziale riduzione delle oasi di protezione, cioè delle aree in cui è vietata l’attività di caccia. Alcune di esse sono state infatti soppresse, come quelle vigenti lungo i versanti che si affacciano al Lago di Como (“Garavina di Dorio”, “Oliveto Lario” e “Onno”), altre ridisegnate con estensione inferiore.
Il Comprensorio Alpino di Caccia “Lario orientale” prevede infatti una riduzione di circa il 20% del territorio sotto tutela e la parziale compensazione prevista attraverso l’istituzione di nuove oasi (“Monte Legnone” e “Laghi di Deleguaccio”), riguarda le parti terminali dei monti, spesso aree di alta acclività, con forte insolazione e facile scorrimento delle masse nevose, ben al di sopra delle aree al limitare del bosco, le più idonee per la caccia, ma anche per la sopravvivenza e il rifugio della fauna selvatica.

Il piano permette inoltre la caccia lungo le rotte migratorie dell’avifauna, cioè nei valichi montani. Ungulati e uccelli di montagna, potrebbero pertanto subire stress e danni irrecuperabili, soprattutto se si pensa alle specie relitte o isolate, quali pernici bianche e fagiani di monte, già in numero limitato.
Il piano permette la caccia nei territori adiacenti alle Riserve Naturali Regionali, annullando così la loro funzione di fascia di rispetto.
E’ il caso dell’Erbiola in Comune di Colico, il territorio che si affaccia al fiume Adda e quindi alla Riserva Naturale Pian di Spagna, o dell’area agricola (Cascina Bersaglio) in comune di Brivio che confina con l’Adda e la Riserva Naturale della Palude di Brivio. Sono entrambe riserve naturali di alta valenza ornitologica, soprattutto per le specie svernanti, alcune di interesse conservazionistico mondiale. La caccia nei pressi di questi territori, mette a rischio l’incolumità degli stormi e stressa la loro permanenza.
Le aree aperte alla caccia corrispondono inoltre a zone di alta fruizione della popolazione, proprio per la loro valenza naturalistica e paesaggistica. La strada alzaia di Brivio è percorsa quotidianamente da migliaia di persone che passeggiano lungo la riva del fiume, e lo stesso succede lungo la ciclabile/pedonale che collega Colico con la Valtellina e la Valchiavenna.
E’ a rischio l’incolumità delle persone e il disturbo è elevato.
Il Piano prevede il mantenimento della caccia da appostamento fisso, con l’utilizzo degli uccelli da richiamo in gabbia. Le associazioni ambientaliste chiedono che alla avvenuta dismissione da parte del titolare di un appostamento collocato in area con densità superiore a quella massima consentita, ed in mancanza di immediato rinnovo, l’appostamento non siano più autorizzato.
Il ridimensionamento della forma di caccia da appostamento fisso deve indirizzare il mondo venatorio verso altre forme di caccia non essendo oggi più accettabile la cattura e la detenzione di uccelli utilizzati poi come "richiami vivi", una pratica cruenta e barbara, non più ammissibile ai giorni d’oggi, e contraria all’opinione pubblica.
Ora tocca all’ente accogliere o rifiutare le osservazioni delle associazioni ambientaliste e non solo, un passaggio controverso e importante, per le ripercussioni che la caccia potrà avere sulla fauna selvatica della nostra provincia negli anni a venire.



a cura di Giuliana Pirotta