RIPENSANDO LAURA CONTI
BIOGRAFIA
A cura del Circolo Lario Sponda Orientale, sabato 12
dicembre alle ore 20 nello spazio caffè del Congresso, alcune donne di
Legambiente hanno letto pagine dalle sue opere accompagnate dalla chitarra di Maurizio
Aliffi.
Biografia
Era una donna bella, umana, caustica, anticonformista,
anticipatrice.
Fece parte del movimento di resistenza partigiana con
l’incarico di far propaganda presso le caserme e di staffetta. Arrestata, fu
internata nel campo nazista di smistamento di Bolzano. Tornata libera, si è
laureata in medicina, si è specializzata in ortopedia in Austria e si è poi
trasferita a Milano dove, alla professione di medico, ha affiancato l’impegno
politico nel PCI, senza trascurare il suo lavoro di medico, e il suo interesse
per lo studio e la divulgazione scientifica. E’ stata consigliera provinciale,
regionale e deputata.
Molto prima di altri, ha intuito l’importanza delle
tematiche ambientali e fu tra le prime a introdurre in Italia riflessioni sui
problemi dello sviluppo, dei limiti delle risorse, del rapporto tra produzione
industriale e conservazione della natura. Il suo libro Che cos’è l’ecologia (1977, Mazzotta) divenne un testo fondamentale per la
formazione del nascente movimento ambientalista. Tra i promotori della Lega per
l’Ambiente, fu presidente del Comitato scientifico della Legambiente.
Laura divenne nota al grande pubblico dopo che il 10 luglio
del 1976 a
Seveso dall’Icmesa uscì una nuvola bianca contenente una sostanza allora quasi
sconosciuta, la diossina. La sua fu una battaglia appassionata e senza tregua,
vicina alla popolazione e alle donne per aiutarle ad orientarsi fra la voce
rassicurante del potere e la giusta preoccupazione di coloro che avevano
studiato la diossina e ne conoscevano gli effetti dannosi. Il suo libro Visto da Seveso (Feltrinelli,
1977) è un “discorso sul metodo” rimasto largamente inascoltato. Era capace di
opporsi, da sola, a mozioni del consiglio regionale perché infarcite di errori
scientifici, ben lontana però dal mitizzare gli ambienti scientifici, e critica
dei legami fra scienza e potere. Fondamentale fu la sua polemica con la
Commissione Medico Epidemiologica: il documento sulla valutazione del rischio
da diossina in gravidanza non considerava il danno della diossina al fegato e
ai reni della madre, “come se una donna gravida fosse soltanto un’incubatrice e
non una persona con la salute da salvaguardare, una fattrice che impazzisce se
il prodotto del concepimento non riesce bene, ma indifferente ai propri
rischi.”
Ai saggi politici o scientifici accompagnava, infatti, opere
di narrativa, dove poteva elaborare le emozioni della sua grande ricchezza
percettiva: Cecilia e le streghe (Einaudi, 1963); La
condizione sperimentale (Mondadori,
1965) nel quale rielabora, dopo vent’anni, l’esperienza nel campo di
concentramento.
All’educazione sessuale ha dedicato Sesso e educazione (Editori Riuniti, 1971) e il bellissimo libro illustrato per
bambini Gli animali raccontano, storie di nascite (Libri per ragazzi Mondadori, 1988).
Forse il suo contributo scientifico è stato sottovalutato,
un po’ anche da lei stessa: basta leggere Questo
Pianeta (Editori Riuniti, 1983) e La fotosintesi e la sua storia (Giunti Marzocco, 1991) per capire che Laura non era
soltanto una divulgatrice: era una persona che rielaborava e studiava
costantemente tematiche biologiche, apportando un suo contributo originale di
grandissima lungimiranza.
La sua tesi di fondo: è
sbagliato e illusorio il pensare sia che l’uomo abbia capacità illimitate, sia
che la natura abbia una illimitata capacità di resistere e ‘medicare’ le
attività nocive degli uomini. Dato che l’ambiente ha plasmato gli organismi
viventi in milioni di anni, dovrebbe valere, per i prodotti della natura, non
il principio che una qualsiasi modifica dell’ambiente sia da considerarsi
innocua finché non ne sia dimostrata la pericolosità, bensì il principio che
qualsiasi modifica dell’ambiente naturale sia da considerarsi pericolosa sinché
non ne sia dimostrata l’innocuità.
Dell’amore che Laura Conti ha suscitato ci sono numerose
testimonianze. Loredana Lucarini ne ha raccolto alcune in un prezioso e raro
libretto intitolato: Laura Conti: dalla Resistenza,
all’ambientalismo, al caso Seveso, distribuito nel 1993 insieme a l’Unità. Un breve profilo
si trova anche nel libro di Andrea Poggio, Ambientalismo
(Milano, Bibliografica, 1996).
Nel 2010 le donne di Legambiente Lombardia le hanno dedicato un pubblico incontro
a Milano. Nel 2012 la Biblioteca del Cigno ha pubblicato il libro Laura Conti, Alle radici
dell’ecologia di Chiara Certomà. Nel 2013 le è stato intitolato un giardino a
Milano e nel 2014 a
Roma il vialetto dove ha sede l’associazione su iniziativa delle donne di
Legambiente che hanno inoltrato da allora documentazione per richiedere la
titolazione di una strada della Capitale e più volte sollecitato la Commissione
Toponomastica.
Purtroppo i suoi libri non si trovano più nelle librerie, ma
solo nelle biblioteche; ne sollecitiamo la ristampa e la richiesta di
titolazione di una strada in ogni città dove ha sede un circolo.
Milano, 12 novembre 2015
a cura di Valeria Fieramonte e Costanza Panella
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