IL CIGNO

21 agosto 2013

12 I PUNTI CRITICI, 5 SULLA SPONDA COMASCA E 7 SU QUELLA LECCHESE

GOLETTA DEI LAGHI SUL LARIO
Sotto accusa anche quest’anno i corsi d’acqua che arrivano al lago. Pochi miglioramenti, il lago continua ad essere inquinato. Sono necessari investimenti sul sistema fognario e depurativo.


Dodici punti critici sui sedici rilevati dai tecnici di Legambiente, di cui 3 inquinati e 9 fortemente inquinati. 
Sono ancora una volta negative le notizie sulla qualità delle acque del Lario che la Goletta dei Laghi, la campagna dell’associazione ambientalista per il monitoraggio scientifico delle acque lacustri, realizzata con il contributo di Coou e Novamont, ha diffuso stamattina nella conferenza stampa di fine tappa.
Nel dettaglio, ammontano a cinque i punti compromessi sulla sponda comasca: inquinati i campioni prelevati a Menaggio, alla foce del torrente Senagra e a Dongo, alla foce del Torrente Albano. Fortemente inquinati invece i punti a Como, nei pressi del canale depuratore presso il mausoleo di A. Volta, a Lezzeno, alla foce del torrente Bagnana, e a Cernobbio, alla foce del torrente Breggia.
Sulla sponda orientale del Lario, inquinata la foce del torrente Valle dei Mulini a Bellano presso la Spiaggia di Oro mentre sono risultati fortemente inquinati a Colico le foci del fiume Adda e del torrente Inganna, a Lecco la foce del torrente Caldone, a Perledo e Mandello Lario rispettivamente le foci del torrente Esino e del torrente Meria, così come la foce del Rio Torto a Valmadrera. 
“Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008 - spiega Simone Nuglio, portavoce della Goletta dei Laghi -. Le analisi ci confermano che i problemi per il lago continuano ad arrivare direttamente dai corsi d’acqua che ancora scontano i ritardi nel collettamento dei reflui fognari. 
Purtroppo dobbiamo constatare che non sono solo i grandi fiumi come l'Adda i principali imputati dell'inquinamento a lago ma anche i corsi d'acqua minori con il loro carico di acque non depurate".
Si confermano invece anche per l'edizione 2013 entro i limiti di legge i punti campionati nel comasco ad Argegno, per quanto riguarda il torrente Telo, e a Domaso per il torrente Livo. Mentre, per la prima volta, nella sponda lecchese entro i limiti di legge sono risultati la foce del torrente Pioverna a Bellano e la spiaggia LC45 a Dorio. 
Le analisi dei tecnici della Goletta sono un’istantanea della condizione delle acque che non costituisce alcuna patente di balneabilità.
Facendo comunque una comparazione tra i risultati delle analisi degli ultimi quattro anni (2009-2012) risultano fuori dai parametri in tutte le edizioni di Goletta dei Laghi i campionamenti effettuali a Colico, alla foce dell’Adda, e a Mandello del Lario nei pressi del fiume Meria. Fuori dai parametri per tre edizioni il punto alla foce del fiume Caldone a Lecco, il torrente Senagra a Menaggio e a Como il torrente Cosia che sfocia sul lungolago.
Se il comasco piange certo la sponda orientale non ride. Ancora troppi i punti fortemente inquinati da acque insufficientemente depurate dai comuni lacuali o da quelli immediatamente a monte.


Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare e dei laghi in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto - sottolinea Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in un lago inquinano una superficie grande come un campo di calcio”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno il Consorzio ha raccolto 1.688 tonnellate di oli lubrificanti usati in provincia di Como e 1.126 in provincia di Lecco.