UN PASSATO DA NON RIPETERE - UN FUTURO DA TENERE SOTTO CONTROLLO
SUPERSTRADA
36
Su iniziativa di Legambiente e WWF, martedì 9 luglio sono stati
presentati nella sala consiliare del Comune di Lecco la mostra e il filmato
degli anni Settanta prodotti dai comitati nati per vigilare sui lavori della
superstrada, contrastare le scelte sbagliate e proporre soluzioni.
La mostra e il filmato sono stati
esposti nel cortile di palazzo Bovara a Lecco dal 9 al 13 luglio e
successivamente dal 17 al 20 luglio a Bellano in piazza.
Fare memoria è un dovere per
impedire che si ripetano gli errori del passato: questa è la finalità dell’iniziativa
che intendiamo proporre attraverso una conferenza stampa e la presentazione di
una mostra restaurata con filmato degli anni settanta. E' un percorso
retrospettivo, necessario per procedere con attenzione e lungimiranza verso la
soluzione dei problemi della mobilità dalla pianura ai passi alpini lungo la
direttrice del Lario.
Dopo il saluto del Sindaco Virginio
Brivio, hanno portato la loro testimonianza anche esperti e personalità che
hanno iniziato l'opposizione ad un tracciato stradale inadeguato all'importanza
ed alla fragilità dell'ambiente.
1. Costanza Panella - Presidente Circolo Legambiente Lario Sponda
Orientale
"La chiusura della Statale 36:
un'occasione per pensare e desiderare una diversa mobilità per le merci e per
le persone lungo la sponda orientale del Lario"
2. Edoardo Venini - Curatore del recupero e restauro della mostra
itinerante.
“La mostra sulla superstrada 36 , il
film storico , gli articoli di stampa ed i documenti degli anni settanta
rivisitati alla luce delle problematiche attuali”
3. Dario Balotta - Responsabile trasporti Legambiente Lombardia
“ La mobilità sostenibile, una
alternativa dimenticata: le proposte di Legambiente”
4. Alfredo Bini - Docente di geologia applicata, Università di Milano
“Problematiche geologiche fonte di
pericolo attuale e futuro”
5. Giulio Ponti – Urbanista e paesaggista
“Il paesaggio e la tutela del
territorio problematiche irrisolte nella viabilità come nell'urbanistica:
l'esempio della Superstrada 36”
6. Fiammetta Lang - Presidente Italia Nostra Como
“Il ruolo di Italia Nostra nella
vicenda della Superstrada 36”
7. Enzo Venini - già Presidente WWF ITALIA
“ I Comitati locali e il WWF Italia
nella segnalazione delle storture progettuali del tracciato originario della
Superstrada 36. L 'importanza
delle attività svolte 40 anni fa. L'attualità delle proposte alternative e
delle compensazioni ambientali e sociali”
Ha coordinato Pierfranco Mastalli – Presidente Legambiente Lecco
Si riporta la relazione di Costanza Panella che esprime la posizione concordata tra Legambiente e WWF.
La chiusura della Statale 36: un'occasione per pensare e desiderare una
diversa mobilità per le merci e per le persone lungo la sponda orientale del
Lario
Con l’incontro odierno desideriamo
dare inizio ad una discussione che, superata la fase dei maggiori disagi
procurati dalla chiusura repentina della SS 36 tra Colico e Bellano e la
conseguente necessità di concentrare le forze per le soluzioni logistiche
emergenziali, riporti l’attenzione alle prospettive e possa generare azioni che
rispondano ai bisogni delle persone e non contrastino con i limiti imposti
dall’ambiente e dalle risorse.
Abbiamo accolto subito la proposta
di Enzo Venini di rimettere in circolazione la mostra e il filmato prodotti dal
Comitato costituitosi quarant’anni fa per vigilare sull’avvio dei lavori della
superstrada, denunciare le scelte sbagliate e proporre soluzioni. Quale
migliore inizio per ragionare oggi sull’organizzazione della viabilità sulla
sponda orientale del Lario? Rivedere il modo in cui gli Enti responsabili hanno
proceduto allora e raccordarlo alle conseguenze che subiamo oggi, misurare la
distanza da quegli anni in cui lo sviluppo non tollerava limiti (anche se non
mancava chi parlava di un diverso modello di sviluppo) e il nostro tempo che
impone di valutare attentamente l’impatto ambientale e il rapporto tra risorse
e bisogni.
Nei giorni della chiusura chi abita
nei paesi del lago ha toccato con mano quanto incida il traffico delle merci
durante la settimana e quello dei turisti nel fine settimana. E’ stata anche
l’occasione per domandarsi quanto di quel traffico potrebbe essere ridotto o
dirottato sulla ferrovia e sul lago?
Le amministrazioni valutano la
fattibilità di alcune opere opportune per un miglior utilizzo della superstrada
(innanzitutto lo svincolo di Piona verso Nord quale alternativa
all'attraversamento di Colico, l’eliminazione del passaggio a livello a
Bellano, il raccordo tra lo svincolo di Mandello e la viabilità locale), ma non
ci pare sufficiente.
Nel collegamento dell’area milanese
con le valli alpine si sconta la scelta di gestire con un basso profilo la
linea ferroviaria, trasformando gli scali merce in parcheggi e di investire nel
trasporto su gomma, scelta improvvida, dal momento che oggi non ci dà garanzie
per i ritardi nella programmazione e nella costruzione della nuova strada di
fondovalle in bassa Valtellina (i cui effetti positivi sono tutti da verificare
mentre evidenti sono già i danni ambientali prodotti) e per i ripetuti collassi
delle gallerie della SS 36 nel tratto fra Dervio e Colico a causa di inadeguate
tecniche costruttive in presenza di una paleofrana e di ammassi di rocce in
talune parti intensamente sfatti ed in altre interessate da faglie e fratture,
come si legge nella relazione geologica e di progetto del 2005 commissionata
dall'Anas, senza dimenticare che il tratto da Lecco ad Abbadia Lariana non è
ancora stato affiancato da una ciclopedonale, a spese dell’ANAS per riparare al
grave errore iniziale.
L’orientamento delle pubbliche
decisioni deve tener conto e incentivare i diversi e diversificati modi di
muoversi che si fanno strada nelle abitudini delle persone. La nuova mobilità
può essere agevolata dal potenziamento della linea ferroviaria con l’aumento
del numero dei treni, l’estensione dell’orario, la riduzione del tempo di
viaggio, il miglioramento dell’interscambio con il servizio pubblico su acqua e
gomma da favorire sia con gli orari sia con i biglietti integrati; le
biciclette, grazie alla presenza di piste ciclabili in alto Lario, in Valchiavenna
e in Valtellina, devono trovare posto senza restrizioni e incertezze sui treni
e i mezzi del lago. Sono azioni fattibili anche a breve termine. Quanto alle
merci, oltre a perseguire l’obiettivo di ridurne gli spostamenti, almeno di
quelle deperibili e quindi più energivore, pare sensato prevedere che un buon
numero di esse ritorni gradualmente a viaggiare su ferro, in particolare nelle
ore notturne.
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