IL CIGNO

07 febbraio 2011

IL 18 FEBBRAIO 2011 TORNA
M’illumino di meno
A Bellano dalle 18.00 alle 19.00 vi aspettiamo, a lume di candela.

Caterpillar e Legambiente invitano comuni, associazioni, scuole, aziende e case di tutt’Italia ad aderire all’iniziativa creando quel “silenzio energetico” che ha coinvolto le piazze di tutt’Europa negli anni scorsi.
Novità di quest’anno è l’importante collaborazione tra Legambiente e Caterpillar e così la giornata del “silenzio energetico” si trasforma per questa edizione in un invito a partecipare a una festa dell’energia pulita.
La riduzione degli sprechi e l’attenzione alle fonti alternative sono diventate parole d’ordine familiari, anche se occorre tempo e convinzione per acquisire nuove e più sane abitudini.
Possiamo fare un passo avanti e proporre “un’accensione virtuosa” all’insegna delle fonti rinnovabili: oltre a risparmiare, che è la prima fonte di energia, impariamo a produrre meglio e a pretendere energia pulita.
Il Circolo Legambiente Lario Sponda Orientale invita amministratori e cittadini ad aderire spegnendo le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili venerdì 18 febbraio dalle ore 18.00 alle 19.00.
Noi saremo a lume di candela per un momento di informazione e riflessione sul tema, aperto a tutti, nella nuova sede che il CAI ha acconsentito a dividere con noi, a Bellano in Piazza San Giorgio nella portineria dell’ex cotonificio. 

05 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA DEL 4 FEBBRAIO 2011
CI AVETE ROTTO I POLMONI!

Sole e sempre sole. Le previsioni meteo danno bel tempo anche per i prossimi giorni. In questa stagione però bel tempo è sinonimo di livelli altissimi e fuori dalla norma di polveri sottili in atmosfera. Dall'inizio dell'anno abbiamo assistito a una lunga serie di giornate di superamento dei limiti. Se continuiamo di questo passo anche in provincia di Lecco, nel giro di pochi giorni, raggiungeremo già il limite delle giornate, che la Comunità Europea ha stabilito in 35, dove è permesso "sforare" le concentrazioni di Pm10 nell'aria.
Nonostante ciò, oltre che in atmosfera, anche sul fronte della politica c'è calma piatta. In particolare la Regione, alla quale spetterebbe il compito della regia, non sta facendo nulla.
E a nulla, o quasi, serve una giornata di blocco del traffico, tra l'altro solo domenicale, della città di Milano.
Le polveri sottili sono causate al 18% dai riscaldamenti delle abitazioni, al 25% da determinate attività produttive ed al 23% dal traffico automobilistico. Difficile intervenire in tempi brevi sul riscaldamento, anche se qui, negli ultimi anni, sono stati fatti grandi passi in avanti con il progressivo passaggio da gasolio a metano, e soprattutto con il periodico controllo delle caldaie. Qui è la Provincia che non deve abbassare la guardia ed intensificare i controlli sulle manutenzioni delle caldaie. Andrebbero poi intensificati i controlli sulle attività produttive, ma si stima nel 5-8% la possibilità di abbattere ulteriormente, in tempi brevi, le emissioni di particolato in atmosfera. Decisamente più semplice pensare di bloccare per alcune giornate il contributo di Pm10 proveniente dal traffico automobilistico. Basta un blocco, magari durante una giornata lavorativa, per agire incisivamente su questo contributo. Certo, poi bisognerebbe avere mezzi pubblici in numero sufficiente, carrozze e autobus dignitosi. Forse un po' troppo per una regione ed un governo centrale che della questione ambientale ha fatto solo un problema di costi.
Ma quanto costa alla collettività un tumore? Quanto costa un'asma cronica?
Il resto d'Europa è andato in tutt'altra direzione, noi invece continuiamo a progettare e, purtroppo, a costruire nuove autostrade. A fronte di miseri investimenti in infrastrutture e macchinari ferroviari si buttano milioni di euro in autostrade. E non parliamo solo dei sogni faraonici del ponte sullo stretto di Messina, ma di autostrade della nostra Regione: la Bre.Be.Mi (Brescia - Bergamo - Milano), la Broni-Mortara, la nostra stessa pedemontana che altro non è che una variante dell'attuale A4, semplicemente un po' più a nord.
Non diciamo che nessuna di queste opere sia completamente inutile, qualche raccordo, qualche tangenziale, sicuramente può essere necessario, ma in un momento di crisi, si devono fare delle scelte di campo. O si è per la mobilità sostenibile o si decide che la gente può soffocare in un cielo grigio di fumo.
Non è solo un problema di efficienza dei motori, che comunque conta; il Pm10 è prodotto anche dal consumo dei pneumatici, dai freni, dall'asfalto che si deteriora. Senza contare le ore che passiamo in coda ad aspettare a un semaforo, con il motore acceso.
"Ci avete rotto i polmoni" è lo slogan che Legambiente ancora una volta usa per dire che è ora di cambiare rotta. Questa non è più un'emergenza è la norma quotidiana di questa stagione. Non ne possiamo più degli Assessori Cattaneo che, mentre inaugurano un nuovo locomotore ferroviario, dopo due ore gettano l'ennesima prima pietra di una nuova autostrada. Dei governatori Formigoni che continuano a dire che sono i più ambientalisti di questo mondo, ma che ogni anno ci fanno vincere il “premio” per il maggior numero di giornate di superamento di Pm10. Ci vuole coraggio in politica e spesso questo vuol dire impopolarità, almeno nell'immediato. Di coraggio non ci sembra ne abbiano, in compenso sono maestri nella ricerca di popolarità. Intanto la gente, i boschi, gli animali, continuano ad ammalarsi. Il creato, così tanto a volte impropriamente decantato, soffre.

Circoli Legambiente della Provincia di Lecco

LEGAMBIENTE MERATESE TIENE GLI OCCHI APERTI!
ADDA DI LEONARDO E LE TRE CENTRALI
Storia dell’ennesimo tentativo si sfruttamento del territorio meratese senza alcuna considerazione delle bellezze dei luoghi e la già forte antropizzazione del territorio.

Ci siamo buttati nell’Adda in 40, abbiamo ripulito in 35 la zona tra l’Adda ed il naviglio di Paderno, abbiamo fatto uno striscione lungo 15 metri  esposto alla Fiera del Sole di Osnago e sul Ponte di Paderno che ancora oggi è appeso nel Naviglio vecchio di Paderno, abbiamo fatto un sito Internet, tutto questo, dopo che a fine Maggio 2010 il territorio del Meratese è stato fatto oggetto dell’ennesimo tentativo si sfruttamento del territorio senza alcuna considerazione delle bellezze dei luoghi e la già forte antropizzazione del territorio.
Cominciamo dall’inizio. A fine Maggio Merateonline, su segnalazione del sindaco di Paderno d’Adda Valter Motta, pubblica un articolo dove si comunica che è stato depositato in Comune il progetto per una nuova centrale idroelettrica nel canale dell’Adda Vecchia; chiunque frequenta i luoghi considera l’Adda vecchia un posto incantevole, non a caso ha fornito a Leonardo i Tricorni quale ambientazione delle due Vergini delle rocce.
L’Adda vecchia già da inizio 900 riceve soltanto le acque in eccesso della centrale Bertini e durante i periodi di magra diventa un torrente di piccole dimensioni, anche per questa ragione la richiesta di affiancare alla Bertini sembra oltre che dannosa per i luoghi anche difficile in quanto il flusso vitale delle acque deve essere garantito per il mantenimento della fauna del fiume.
Scopriremo presto che le richieste di centrale presentate sono tre e non una; visionando i progetti teoricamente possono anche essere costruite tutte, essendo, di fatto, in linea, e riproducendo ed affiancando in piccolo le tre centrali idroelettriche già esistenti Esterle, Semenza Bertini.
Tre progetti, tre aziende, forse riconducibili ad unico piano per forzare la mano e, con la scusa delle energie pulite, colpire a morte il cuore del parco Adda Nord e dell’Ecomuseo di Leonardo.
Il sindaco di Paderno in via istituzionale pungola e coinvolge le provincie di Bergamo e Lecco ed il parco Adda nord; Legambiente Meratese prepara ed invia le osservazioni ai progetti alla provincia di Bergamo che, per ragioni territoriali, è l’ente che tira le fila di queste richieste e, con l’aiuto di associazioni del territorio (altri circoli di Legambiente del territorio, guardie ecologiche, canoa clubs, Antisopore), organizza attività quali il Big Jump, un tuffo in Adda dal traghetto di Leonardo, Puliamo il Mondo sulle rive dell’Adda e del Naviglio, partecipazione alla fiera del Sole. I giornali locali si occupano di questa crescente pressione sul territorio, le cronache di questi eventi sono registrate sul blog di Legambiente Meratese che a fondo pagina racchiude il sito.
A causa delle leggi che agevolano le energie pulite sembra difficile contrapporsi a questi progetti, e le risposte alle nostre osservazioni che riceviamo inizialmente dai tecnici Provincia di Bergamo non ci tranquillizzano; l’intera estate passa con un via vai continuo di lettere, richieste, interrogazioni alle provincie di Bergamo e Lecco. A fine settembre organizziamo Puliamo il mondo proprio sulle sponde dell’Adda per focalizzare l’attenzione sulle centrali, e mettiamo sul ponte di Paderno per una giornata lo striscione che verrà poi messo nel naviglio vicino alla zona che secondo i progetti dovrebbe essere la più colpita dai progetti.
Dopo qualche giorno, un po’ all’improvviso, la provincia di Bergamo rigetta i tre progetti, fermando le centrali, chiudendo la partita, anche se sembra che almeno una delle aziende stia pensando ad un ricorso. Noi restiamo con gli occhi aperti!

LARIO E LAGHI MINORI
AL NASTRO DI PARTENZA IL PIANO DI SETTORE DEL DEMANIO E DELLA NAVIGAZIONE
In uno scenario di tagli alla navigazione, esigenza di interscambio lago-gomma a Parè di Valmadrera, nuove proposte per un ecoporto nel bacino di Lecco.

Fra gli scopi statutari del Consorzio Lario e laghi minori ricordiamo la gestione associata delle funzioni conferite ai Comuni e alle Province in materia di Demanio lacuale e navigazione interna e relative gestioni.
Senza entrare nello specifico delle concessioni dei beni demaniali quali le rive e le acque (il cui uso esclusivo limitato nel tempo deve essere considerata l’eccezione, mentre la regola generale è che tutti ne possano usufruire) si deve rimarcare come le entrate del Consorzio ormai superano i 5 milioni di Euro all’anno, di cui il 40% viene trasferito alla Regione, che in parte investe sul “Programma degli interventi regionali sul demanio delle acque interne”. Questo meccanismo dovrebbe essere rivisto una volta approvato il Piano di Settore del Demanio lacuale e della Navigazione che, dopo tanti ritardi, risulterebbe al nastro di partenza  per essere predisposto dal Consorzio Lario e laghi minori, come da un “vecchio” protocollo d’intesa fra Consorzio e Province di Lecco e Como. Ci auguriamo che tale strumento di programmazione promuova, in linea con le nuove politiche comunitarie, la tutela delle risorse ambientali, paesaggistiche e territoriali in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Secondo un’interpretazione del principio di sussidiarietà, le risorse prodotte sui laghi per effetto delle entrate da concessioni demaniali dovrebbero essere lasciate ai Consorzi per gli interventi sul demanio secondo le linee indicate dai Piani di Settore, una volta condivisi anche dalla Regione.  Gli obiettivi che i Comuni consorziati (sarebbe più utile l’obbligatorietà dei Consorzi) e le province di Lecco e Como si daranno, dovrebbero essere in sintonia con i contenuti della “Pianificazione integrata della fascia costiera lacuale”: qui si misurerà la maturità e la capacità del Consorzio di predisporre un Piano di Settore di qualità ambientale che faccia da prototipo sperimentale sul Lario, l’unico grande lago interamente compreso nei confini della regione.
Il Piano di Settore, prima ancora di individuare dove collocare nuovi sistemi portuali, dovrà individuare i luoghi dove si concentrino le migliori condizioni ambientali, ecologiche, strutturali che possano permettere eventuali interventi, previa definizione della capacità di “sopportabilità massima” di natanti nel bacino, in particolare di quelli a motore, evitando di provocare ricadute negative sull’ecosistema e sul turismo, la cui vocazione predominante è legata alla cultura, al paesaggio, alle architetture, alle tradizioni popolari e ai prodotti tipici. Non a caso un recente Libro Verde della Commissione Europea sulla coesione territoriale individua come punto di forza la diversità territoriale che nel nostro caso è anche accresciuta dalla bellezza e dai valori culturali  che possono garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile e una crescita sociale, dove i trasporti e l’ambiente siano i temi centrali. Uno dei concetti chiave è il superamento dei confini amministrativi per affrontare in via prioritaria le sfide comuni sui problemi ambientali e paesaggistici legati alla gestione demaniale.
In quanto agli investimenti delle entrate da concessione, in base alle considerazioni sopraindicate, è necessario ragionare da subito, in particolare in questa fase di crisi finanziaria ed economica, se non sia prioritario incominciare a pensare al sostegno dei trasporti lacuali, sia per un supporto ai pendolari che ai turisti (p.es. natanti di collegamento fra i paesi del lago di Garlate e del ramo di Lecco con il Capoluogo) invece di costruire nuovi porti, che tendenzialmente si configurano ora come meccanismo di sviluppo immobiliare  e non mezzo per facilitare e incrementare la mobilità su acqua. L’esempio negativo del progetto porto alle Caviate di Lecco (per fortuna bloccato da un decreto regionale sulla VIA) dimostra come si volesse fare un porto per 335 posti barca in un posto non adatto per tale impatto, per giustificare costruzioni a 8 piani per 50.000 mc.
In vista anche dell’Expo 2015 credo che ai visitatori stranieri non interesserà vedere un porto con posteggiate delle imbarcazioni, ma avere a disposizione un buon servizio di trasporto sui laghi, per muoversi a scoprirne le bellezze e gustarne i prodotti (per inciso il capoluogo manzoniano nella stagione fredda  da ottobre ad aprile non vede muoversi un battello nel ramo di Lecco ed ora con i tagli sarà crisi anche in altro periodi).
Gestione del servizio pubblico con nuove linee dove necessario è uno degli scopi statutari del Consorzio: questa sarà una sfida da affrontare con cautela ma con decisione, ora che vengono tagliati i fondi alla navigazione lacuale. Invece che investire gli introiti da concessioni demaniali in opere che sfuggono alla programmazione e creano pericoli ambientali al lago, è necessario supportare la Navigazione, anche da parte della Regione che introita una percentuale delle concessioni demaniali incassate dal Consorzio. Necessita anche una sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza per far capire che il bene pubblico demanio, proprio perché è di tutti, non può essere usato (e occupato) da pochi, magari senza regole, dal momento che la concessione è l’eccezione.
Preoccupandoci della qualità del nostro ambiente lariano, va sottolineato come gli interventi nelle aree demaniali lacuali modificanti lo stato dei luoghi e il paesaggio siano uno dei pericoli che mettono in discussione la qualità dello sviluppo sostenibile del nostro turismo.
Va ridimensionata quindi la tendenza a circondare con abbraccio quasi soffocante i laghi (in particolare i piccoli laghi) con ciclopiste che lambiscono, quando non entrano nelle stesse acque e nei canneti, come pure non è ammissibile che si verifichino invasioni di alveo con strutture fisse, inamovibili. Anche le strutture galleggianti però possono creare problemi: se non vengono collocate nei posti adatti e con limitazioni quantitative, potrebbero trasformare il lago in un corpo  bloccato e paralizzato  da protesi artificiali poste su parti sane.
Con queste premesse pensiamo che:
A)   la navigazione pubblica lacuale debba essere funzionante, ricorrendo anche alle entrate derivanti dalle concessioni demaniali;
B)    il Piano di Settore del Demanio della Navigazione debba essere partecipato e mirato alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia del Paesaggio;
C)    i progetti per la struttura di approdo per l’intermodalità gomma-acqua a Parè di Valmadrera si concretizzino attraverso un tavolo di confronto e di accordo fra gli Enti e con le finalità indicate nella Scheda Progetto n.8 del P.T.C.P. della Provincia di Lecco;
D)    i risultati attesi nella Scheda Progetto n.7 per la riqualificazione delle sponde del Lario e del lago di Garlate attraverso una mobilità “dolce” e un sistema di attracchi mobili in funzione di collegamenti pubblici con Natanti elettrici vengano realizzati, bloccando ogni nuovo intervento invasivo nel bacino del lago di Lecco, dove si potrà prevedere solo un “sistema di mobilità ecocompatibile” nel lago e a terra, secondo alcuni interessanti concetti contenuti ne “l’idea ecoporto nel bacino del lago di Lecco.”

PROVINCIA ETERNIT FREE
PANNELLI FOTOVOLTAICI AL POSTO DEI TETTI IN ETERNIT
Legambiente ha proposto all’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Lecco di lavorare insieme per promuovere la sostituzione dei tetti in eternit con pannelli fotovoltaici, a partire dal loro censimento.

Lo scorso 12 gennaio il Coordinamento dei Circoli della Provincia di Lecco ha incontrato l’Assessore all’Ambiente Signorelli sul tema dell’amianto.
Il Piano di Rimozione dell’Amianto della Lombardia, approvato nel 2005, prevede l’eliminazione entro il gennaio 2016 di tutto l’amianto presente nel territorio della Regione, costituito in gran parte da coperture in eternit. I dati forniti dalla Regione nel 2008 stimavano 85 kmq di coperture per 2.800.000 mc di materiale da rimuovere, di cui quasi 98.000 in Provincia.
Nell’incontro è stata presentata la campagna “Eternit free” di Legambiente e AzzeroCO2 che si propone di coniugare la promozione del fotovoltaico con la bonifica dell’amianto.
Il progetto prevede che le aziende possano ricevere un supporto qualificato per investire risorse proprie nella realizzazione di un impianto fotovoltaico oppure beneficiare gratuitamente della bonifica cedendo il diritto di superficie della copertura ad AzzeroCO2.

VERSO IL REFERENDUM
Rinnovabili e risparmio versus nucleare
L’alternativa al nucleare non è un sogno: + 600% di potenza fotovoltaica installata nel 2010 in Italia.

Il Gestore del sistema elettrico nazionale (GSE) ha fatto sapere che nel 2010 l’Italia ha raggiunto il traguardo, impensabile fino ad un anno fa, di 7.000 Mw di potenza fotovoltaica installata.
Nel 2009 si era a poco più di 1000 Mw. L’Italia così ha parzialmente recuperato in questo campo il ritardo rispetto ad altri paesi europei, a cominciare dalla Germania, dove lo stesso pannello fotovoltaico produce poco più della metà di quello installato in Italia.
Ecco alcune informazioni per capire l’importanza di questo dato:
-       Mwh di energia rinnovabile equivalgono a 600.000 Tep (Tonnellate equivalenti petrolio),
-       l’obiettivo per l’energia fotovoltaica per il 2020 fissato dal Governo era di 8.000 Mw,
-       il fotovoltaico equivale già oggi a una o più delle centrali atomiche previste dal Governo,
-       il fotovoltaico è solo una delle fonti rinnovabili le cui richieste, all’esame degli uffici regionali, superano già il totale dell’energia elettrica oggi consumata nel nostro Paese.
È ragionevole pensare che sia possibile entro breve tempo sostituire totalmente nel nostro Paese e nel Mediterraneo le energie fossili con quelle rinnovabili salvando l’ambiente e liberando i popoli dai conflitti per il possesso delle risorse fossili.
Il 2011 vedrà a livello internazionale la battaglia per il rinnovo del Protocollo di Kyoto, il trattato che riguarda il riscaldamento globale, sottoscritto nel 1997 da più di 160 nazioni ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005 dopo la ratifica da parte della Russia, che prevede l’obbligo per i paesi industrializzati di ridurre entro il 2012 le emissioni di CO2 e altri cinque gas serra in una misura non inferiore al 5% rispetto a quelle del 1990.
In Italia, se non ci saranno le elezioni anticipate, avremo i due referendum sull’acqua bene comune e contro il nucleare.
Queste notizie sul fotovoltaico ci incoraggiano nell’opera di diffusione e promozione di un modello nuovo di produzione e consumo dell’energia, basato sul territorio e controllato dal basso, in accordo con il cambiamento degli stili di vita e i reali bisogni. In alternativa al modello delle grandi centrali e reti di distribuzione che sono controllate dall’alto e rispondono ai criteri del profitto più che a quelli dell’efficienza e del risparmio. 

01 febbraio 2011

NeveDiversa 2011: ciaspolata al chiaro di Luna in Valmasino



Turismo sostenibile e nuovi modelli di sviluppo negli spazi montani nazionali per valorizzare i territori senza aggredire gli ecosistemi.


In Valmasino e Val di Mello, Legambiente ed Ersaf, in collaborazione con il Comune di Valmasino, il Gruppo di Protezione Civile, l’Associazione Operatori Valmasino ed il Relais Bagni di Masino, nell’ambito del progetto Case nella Foresta, propongono una due giorni invernale per promuovere la foresta regionale dei Bagni di Masino e la Riserva Naturale della Val di Mello, due esempi significativi di sviluppo sostenibile del territorio alpino.

Sabato 19 e domenica 20 febbraio vi aspettiamo in Valmasino per una splendida due giorni di passeggiate, cene tipiche e relax alle terme! Il 19, ciaspole ai piedi, partiremo da San Martino per raggiungere la Casera dei Bagni di Masino passando attraverso la Riserva Naturale della Val di Mello. Dopo una cena in compagnia  presso il ristorante "Le Cime" sarà possibile fermarsi a dormire o presso la Casera (0341.202040) o in uno degli alberghi della zona (338.1762312). Per chi si ferma a dormire, la mattina di domenica 20 sarà possibile fare una passeggiata sulle nevi dei Bagni di Masino o rilassarsi con i percorsi benessere delle Terme a prezzo speciale.

(per scaricare il volantino, tasto destro e poi: "salva destinazione con nome...")

Scarica il modulo di iscrizione: per fax - per mail

Per informazioni e iscrizioni:
Legambiente Lecco Onlustel.0341/202040 / e-mail: lecco@legambiente.org

Ersaf Morbegno
tel.02/67404581 / e-mail: lucia.rovedatti@ersaf.lombardia.it

n.b.: le iscrizioni si riceveranno sino ad esaurimento posti