IL CIGNO

13 marzo 2012

Vacanze Natura 2012: sono aperte le iscrizioni!

Una vacanza divertente, vissuta come un gioco coinvolgente e caratterizzata da aspetti importanti quali la convivenza con altri ragazzi e il rapporto diretto con la natura. Le settimane di Vacanza Natura di Legambiente sono una proposta di turismo sostenibile, che, come tale prevede la diffusione di una "cultura della cura" che, nel caso dei ragazzi, può essere percepita se si è in grado di far loro comprendere che le montagne, le colline, i boschi, i fiori appartengono anche a loro e possono essere fonte di altrettanto divertimento. Le proposte 2012 sono rivolte a:
- bambini della terza, quarta e quinta elementare (Vacanza Natura Junior);
- ragazzi della prima e seconda media (Vacanza Natura Young);
- nuclei familiari (Vacanza Natura Family)!
Ciascun turno sarà formato da circa 15 partecipanti.

LUOGHI E TURNI:
Casera dei Bagni di Masino (San Martino - SO):
- da domenica 17 a sabato 23 giugno (Junior)
- da domenica 24 a sabato 30 giugno (Young)
- da domenica 1 a sabato 7 luglio (Junior)

Fenilett della Valvestino (Turano - BS):

- da domenica 8 a sabato 14 luglio (Junior)
- da domenica 15 a sabato 21 luglio (Young)

Centro Educazione Ambientale di Prim'Alpe (Canzo - CO):

- da domenica 10 a sabato 16 giugno (Junior)
- da domenica 15 a sabato 21 luglio (Junior)

- da domenica 5 a domenica 12 agosto (Family)


Per iscriversi è necessario telefonare allo 0341.202040 per verificare la disponibilità dei posti (massimo 15 per turno); sarà quindi inviata una scheda con le informazioni per il completamento l'iscrizione.

Il contributo richiesto è di:
Vacanza Natura Junior e Vacanza Natura Young € 240
Vacanza Natura Family € 150 per ogni partecipante

Il contributo comprende vitto e alloggio per una settimana, assicurazione, (non compresa in caso di tessera collettiva) materiali didattici, animazioni ed uscite.
Sono escluse le spese di trasporto per raggiungere la Casa nella Foresta.

Ogni partecipante deve essere in possesso della (clicca qui per conoscere il contributo della tessera di Legambiente).

Le iscrizioni dovranno pervenire a Legambiente Lecco Onlus.
info e prenotazioni:lecco@legambiente.org
il lunedì dalle 9 alle 12
il giovedì dalle 17 alle 19
tel. 0341.202040

06 marzo 2012

COMUNICATO STAMPA
PROBLEMI E PROPOSTE CONNESSE ALLA CICLOPEDONALE RIVABELLA-VERCURAGO






Circolo di Lecco

 


C.R.O.S. - Varenna



Associazione WWF Lecco



Lecco, 20 febbraio 2012
Egr. Sig. Virginio Brivio
Sindaco di LECCO

All’Ufficio di Piano del PGT
e p.c. Fabrizio Rusconi - Comune di LECCO

p.c. Dr.ssa Roberta Colombo
Ing. Monica Cameroni
Ufficio Demanio
Comune di LECCO



PROBLEMI E PROPOSTE CONNESSE ALLA CICLOPEDONALE RIVABELLA-VERCURAGO


A seguito della nostra richiesta di prendere visione del progetto Ciclopedonale Rivabella-Vercurago, in data 14/2 u.s. la Dr.ssa Roberta Colombo e l’ing. Monica Cameroni ci hanno illustrato le caratteristiche e la localizzazione del nuovo percorso, permettendoci ora di fare alcune proposte migliorative in sede progettuale e pianificatoria per il PGT in corso di elaborazione.

Premesso che:
1) riteniamo importante e strategico il passaggio pedonale e ciclabile da Rivabella a Vercurago;
2) non è obbligatorio che il percorso corra lungo la riva dove sono presenti residue zone a canneto e dove i terreni sono soggetti ad esondazioni e ad allagamenti con fenomeni connessi alla dinamica lacustre;
3) lungo il lago, fino al confine con Vercurago, si estendono delle muraglie che anticamente delimitavano il corpo di guardia della Chiusa: al di là si entrava nel territorio della Repubblica di Venezia (vedi Relazione Borghi per Beni storici e monumentali ex L.R.15/4/1975 n.51);
4) esiste un progetto di fattibilità per soppressione P.L. privato al Km.28+134 elaborato da RFI con il consenso dei proprietari per la costruzione di una nuova strada larga m.3.00 da Rivabella lungo la ferrovia fino alla strada che scende dal P.L. in via di chiusura;


pertanto SI CHIEDE che


1)     la ciclopedonale corra nel sedime di questo nuovo tracciato fino al tubo SNAM, evitando di interferire con il canneto esistente;
2)   detto tracciato venga riservato esclusivamente e rigorosamente ai mezzi motorizzati dei proprietari delle abitazioni esistenti a valle della ferrovia;
3)     dal tubo SNAM il percorso riprenda il disegno predisposto dagli uffici fino alla tratta VII, dove potrà salire ed entrare nel terrapieno a monte del muro a lago e percorrerlo per circa 150 m fino al muro storico di confine con Vercurago, il cui raccordo dovrà essere studiato per valorizzare le presenze di manufatti antichi;
4)     le indicazioni di cui ai punti 2) e 3) vengano recepite dal PGT in corso di elaborazione.


Ci sembra inoltre opportuno riferire, anche in questo contesto, quanto già evidenziato ai progettisti, nel costruttivo incontro del 14/02.

CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI PER LA PROGETTAZIONE DELLA SECONDA PARTE DEL TRACCIATO (TRATTO NUOVO LUNGO LA RIVA):

Il percorso della pista ciclopedonale nel tratto a ridosso della spiaggia introduce due problematiche non trascurabili :
a) la trasformazione dell'attuale assetto vegetazionale della sponda e la conseguente perdita di variabilità e di nicchie ecologiche per la fauna selvatica;
b) la scarsa stabilità del manufatto in caso di sensibili variazioni del livello del lago. Se ben ricordiamo la quota della pista sarebbe fissata a 40 cm sopra il livello medio del lago di Garlate, senza opere di protezione, al giusto fine di ridurne l'impatto paesaggistico, ma con elevato
rischio di sfaldamento della scarpa di sostegno della pista stessa.

E’ inoltre necessario prevedere interventi di compensazione ambientale essendo l'opera inserita in un Parco, destinando risorse in un capitolo di spesa ben preciso, per la piantumazione di essenze arbustive ed arboree autoctone, per i ripristini delle porzioni di riva e dei terreni che verranno interessati dai lavori e dalla movimentazione di terra, al fine di favorire la presenza di fauna selvatica (uccelli acquatici in particolare).
Tutti elementi di riqualificazione ma anche di attrattiva per i Cittadini.

Ringraziando per l’attenzione, con l’occasione porgiamo cordiali saluti.



Legambiente Lecco Onlus
Pierfranco MASTALLI
CROS - Varenna
Giuliana PIROTTA
Associazione WWF - Lecco
Antonello BONELLI

02 marzo 2012

CONVEGNO SOLEVOL “E … COME SI VIVE QUI?”
AMBIENTE E QUALITA’ DELLA VITA


Il Circolo Legambiente Lario Sponda Orientale ha accolto l’invito a partecipare alla tavola rotonda di confronto tra Amministrazioni e Associazioni nell’ambito del convegno organizzato da Solevol sabato 11 febbraio presso la Casa sul Pozzo per comunicare e commentare i risultati di un percorso di ricerca azione sviluppato nel corso del 2011.
Riportiamo qui il testo del nostro intervento sollecitato dalla duplice domanda:
- La dimensione ambientale è stata riconosciuta come un elemento positivo della qualità della vita di questo territorio. Quanto condivide questa opinione? Cosa sarebbe da fare per valorizzare ulteriormente questa dimensione?
- Come promuovere la qualità della vita? Co-responsabilità di istituzioni, volontariato e cittadini.

Concordo nel riconoscere all’ambiente in provincia di Lecco ed in particolare del Lario e delle valli un valore che può influire positivamente sulla qualità della vita.
Alcuni Dossier di Legambiente ci dicono però che questa possibilità è compromessa.
“Che brutta aria circola a Lecco” titolava qualche settimana fa un quotidiano locale riportando i dati di Mal’aria, lo storico rapporto annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico e acustico.
-   Nel 2011 a Lecco per 64 giorni è stato superato il valore del PM10 consentito per legge (il bonus concesso dalla normativa è di 35) Le polveri sottili (PM10 e PM2,5) altamente dannose a causa della loro capacità di penetrare profondamente nell’apparato respiratorio e il biossido di azoto, gas irritante la cui media annua di concentrazione è stata a Lecco pari a 54 microgrammi al metro cubo quando non si dovrebbero superare i 40, sono sostanze che vengono prodotte dai processi di combustione, in gran parte dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali, oltre che dall’usura di pneumatici e freni e risulta evidente il nesso tra qualità dell’ambiente e salute.
Altre informazioni su indicatori misurabili della qualità ambientale vengono dal rapporto di Legambiente Ecosistema Urbano 2011.
-    Lecco ha superato più di tre volte il valore obiettivo per la protezione della salute umana dei 25 giorni concessi dalla legge per l’ozono troposferico (un inquinante secondario si forma principalmente d’estate in quanto si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari (tra cui gli ossidi di azoto).
-   Se per l’offerta di trasporto pubblico, e per la densità automobilistica Lecco si attesta nella classifica su una posizione intermedia,  presenta invece valori bassi o molto bassi per quanto riguarda le piste ciclabili, l’indice di ciclabilità, l’estensione delle isole pedonali e la superficie di verde fruibile per abitante.
La ricetta antismog di Legambiente è nota e, almeno a parole, condivisa da tutti. «Per limitare le auto in città servono serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale». A breve e medio periodo dobbiamo sviluppare anche culturalmente un altro modo di muoversi nella città e verso la città. Ridurre la necessità degli spostamenti quotidiani delle persone e delle merci può essere un obiettivo di lungo periodo.
-   La raccolta differenziata dei rifiuti, l’ obiettivo di legge fissato per il 2010, fissato al 55%, non è stato raggiunto,ma per poco , da Lecco che si ferma al 53%. Se invece guardiamo ai dati relativi ai singoli Comuni, scopriamo che la percentuale di raccolta differenziata va dal 74% al 27,5% e la produzione da 339 a 920 Kg per abitante. Da notare che Bellano, pur non avendo ancora raggiunto l’obiettivo di legge, dopo l’introduzione della raccolta porta a porta, da maggio a dicembre 2010 ha registrato l’incremento del 16,5%,il risultato migliore della provincia. Il che sta a dimostrare che si può migliorare anche rapidamente.
I risultati del questionario della ricerca condotta da Solevol danno conto della consapevolezza dei  fattori negativi dell’ambiente che incidono negativamente sul livello di qualità di vita e tra i primi  crescenti livelli di inquinamento atmosferico, e l’incidenza delle aree cementificate. Emerge però che il tema dell’ambiente naturale viene considerato dai rispondenti come l’elemento più importante -tra quelli considerati- per la definizione del buon tenore di vita, in particolare  fascino paesaggistico e ambientale del territorio, caratterizzato  da habitat variegati e da una elevata diversità biologica.
Uno sguardo non superficiale non si ferma al bello che pure c’è o allo scempio che non manca, ma coglie i numerosi segni di abbandono, di incuria e di improvvisati e disordinati interventi dell’uomo su una natura che per lungo tempo, l’aveva tenuto legato a sé suggerendogli o imponendogli i modi e i tempi del fare. 
I dati della nostra campagna di luglio Goletta dei Laghi che monitora le acque di balneazione ci dicono che siamo lontani da un equilibrio, l’anno scorso su 18 punti controllati sul Lario,  12 sono risultati inquinati e di questi 7 nella provincia di Lecco.
Spesso i paesi in cui l’acqua delle spiagge è risultata inquinata e dove quindi la depurazione è insufficiente, sono anche quelli dove negli ultimi 10 anni è stato più alto il consumo di suolo. Ci sono paesi che hanno avuto un incremento di consumo del loro territorio del 30%, senza aumento significativo di popolazione residente. E se ci guardiamo intorno, possiamo vedere costruzioni seriali che hanno soffocato antichi borghi, e abitazioni sempre o quasi sempre chiuse.
Qualcosa non ha funzionato nella trasformazione ed ora, se si vuole rimediare, è necessario supplire a quel rapporto stretto con la natura da cui si traeva la regola, con un lavoro di co-responsabilità tra amministrazioni, associazioni e cittadini per tracciare le linee di indirizzo della trasformazione e i nuovi Piani di Governo dovrebbero essere un’occasione.
I Regolamenti edilizi per esempio rappresentano oggi uno strumento fondamentale perché qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e interessi, e qui si incrociano le competenze in ma­teria di urbanistica, edilizia e energia di Stato, Regioni e Comuni.
E’ fissata infatti per il primo gennaio 2021 la scadenza di una transizione “epocale” per l’edilizia, per­ché da quella data sarà possibile costruire nuovi edifici solo se neutrali dal punto di vista energetico, ossia capaci di garantire prestazioni dell’ involucro tali da poter fare a meno di apporti per il riscaldamen­to e il raffrescamento, oppure di riuscire a soddisfarli attraverso fonti rinnovabili
Con l’Osservatorio Nazionale sui Regolamenti Edilizi ed il Rapporto annuale (ONRE), Legambiente fotografa quanto succede nei diversi territori, le novità e i risultati dell’introduzione di parametri di sostenibilità per i nuovi edifici. Nel corso del 2011 sono molti i Comuni che sono tornati sui propri regolamenti per alzare l’asticella degli obiettivi e delle prestazio­ni. Sono da segnalare 11 Comuni della Provin­cia di Lecco in cui vige l’obbligo, per la realizzazione di nuovi edifici, di creare una copertura a tetto verde per almeno il 30% della superficie
Le conseguenze di una trasformazione non governata ora impongono il senso del limite : delle risorse da consumare, suolo, acqua, energia, ma anche di ciò che il nostro corpo può tollerare, senza eccessivo danno alla salute e di ciò che la terra e il nostro lago e i nostri fiumi possono sopportare senza conseguenze negative o addirittura catastrofiche.
Tutto è collegato: se sigilliamo meno suolo avremo più terra e verde che respira assorbendo carbonio, avremo una maggiore continuità ecologica per specie vegetali ed animali, avremo un minor appesantimento delle sponde lacustri con vantaggi per la sicurezza idrogeologica e per il paesaggio. Se salvaguardiamo i nuclei storici dei nostri paesi, recuperando funzioni antiche e collegandole a nuove attività in risposta a nuovi bisogni avvieremo a soluzione diversi problemi contemporaneamente: il risparmio energetico, la qualità dell’acqua e dell’aria, la disoccupazione dei giovani, l’isolamento dei piccoli paesi, lo scarto culturale, lavorando nel contempo per la coesione sociale.
E’ solo una co-responsabilità di istituzioni e società civile, anche nelle sue libere organizzazioni che può invertire la rotta, dove però la maggiore responsabilità d’iniziativa è in capo a chi è stato scelto per governare.
Abbiamo bisogno che le Istituzioni difendano la legalità, effettuando i controlli e applicando le sanzioni (a cominciare dal rispetto del limite dei 20° degli ambienti riscaldati) e vigilando sull’applicazione delle norme previste dai piani comunali, provinciali e regionali, oltre che dalle norme di tutela nazionali per prevenire i tanti più o meno piccoli abusi che ormai vengono commessi sistematicamente perché tanto poi al massimo si sana. Una pratica che corrompe le relazioni tra cittadini e amministrazione e guasta territorio e paesaggio.
Nel quadro di una piena legalità che è la prima condizione per la sicurezza di ciascuno, può diventare proficua l’apertura delle istituzioni alla collaborazione con la società civile. Oggi ad un gruppo che amministra una porzione di territorio occorrono tante idee e studi e approfondimenti e, soprattutto, una continua comunicazione con i cittadini per la comprensione e la condivisione delle decisioni. E’ anche questa una strada per far crescere il livello culturale e la capacità di partecipazione consapevole alla vita del proprio paese.
Concludo con due suggestioni che traggo da due contributi al nostro Convegno  del maggio scorso a Villa Monastero “Il Bel Paese si specchia nel Lario”.
Il primo è quello di una osservatrice degli uccelli
Molte specie scelgono i laghi prealpini come siti di svernamento e durante l’inverno il lago è tutto per loro, i nostri amici con le piume. Con l’arrivo della bella stagione e di conseguenza del turismo, la situazione per l’avifauna si fa invece più difficile: folle di motoscafi scandagliano ogni centimetro d’acqua e le spiagge si riempiono di gente.
Così, mentre gli uccelli svernanti ripartono per il Nord verso i loro quartieri riproduttivi, ai nidificanti non rimane che trovare i pochi angoli tranquilli o addirittura continuare a spostarsi da una sponda all’altra, come fanno gli smerghi maggiori, schivando il caos dei natanti e l’invasione umana nelle giornate di bel tempo.
Una convivenza impossibile allora? Certamente no, se la gestione del nostro territorio sarà più attenta a queste piccole esistenze selvatiche che hanno diritto, come noi, di vivere e riprodursi.
Occorrerà individuare allora spazi, tempi e modi per la fruizione sostenibile del lago. Ci auguriamo che a questo contribuisca il Piano del demanio lacuale ora in corso di stesura da parte del Consorzio  del Lario e laghi minori.
Senza dimenticare che gli uccelli, come dice la nostra amica, così diversi nelle forme e nei comportamenti, potranno solo aumentare la bellezza e naturalità del luogo e quindi il nostro benessere.
Il secondo richiama un tema difficile e dimenticato anche dagli amministratori a cui personalmente tengo molto. Sono le parole di un agricoltore che con la moglie si è dedicato a questa attività per scelta, riuscendo a mantenere la famiglia di quattro figli.
Agli occhi di un agricoltore è incomprensibile l'abbandono generalizzato. Sono già due le generazioni che hanno abbandonato la terra. A parte qualche rara, e mi permetto di dire anche a volte eroica eccezione, il miraggio di una vita completamente avulsa dalla terra, continua ad essere dominante.
Agricoltura e benessere non solo non sono contrastanti come i più pensano, anzi la cura della terra è il fondamento  del benessere: salute, qualità del cibo, solidarietà e collaborazione, rispetto, solidi principi basati sulla leggi della natura.  Dove c'è una sana e diffusa agricoltura lì c'è una società aperta e vitale.
Invertire la rotta si può. Avvalendosi dei consigli dei vecchi, attenti alle nuove conoscenze tutti hanno la possibilità e forse il dovere di riplasmare questi territori degradati, rimettere in sesto i mirabili terrazzamenti a secco, ripristinare coltivi e stradine, riconquistare al bosco e alla speculazione edilizia la dignità e l'orgoglio del proprio cibo. Chi per sano passatempo, chi per primo o secondo lavoro. La nostra piccola esperienza è a disposizione.

Costanza Panella

01 marzo 2012

LEGAMBIENTE E WWF SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MONTI
“NEI DL SALVA-ITALIA, LIBERALIZZAZIONI E SEMPLIFICAZIONI RISCHIO DEDEREGULATION SU CONTROLLI AZIENDE, BONIFICHE E IMBALLAGGI”

In una lettera al premier Monti le associazioni ambientaliste evidenziano alcune norme ‘critiche’ per ambiente e salute e chiedono un rafforzamento del sistema dei controlli e pene più severe

Una deregulation sui controlli per le aziende certificate, sulle bonifiche dei siti contaminati - che di fatto costituisce un condono -, sulla gestione dei rifiuti da imballaggio e sulle norme del dragaggio dei porti: sono solo alcune delle criticità più rilevanti derivanti da alcune norme contenute nel cosiddetto decreto ‘Salva-Italia’ e nei decreti legge Liberalizzazioni e Semplificazioni, che Legambiente e WWF Italia evidenziano in una lettera congiunta inviata oggi al Presidente del Consiglio, Mario Monti.

Nella lettera le due associazioni ambientaliste, pur riconoscendo “come, in questi pochi mesi, siano stati approvati provvedimenti che hanno consentito alle istituzioni italiane di recuperare sotto il profilo economico non solo una credibilità interna, ma soprattutto sul piano internazionale”, auspicano “un confronto ampio sul modello di sviluppo che il nostro Paese intende assicurare alle future generazioni”, che sia “imprescindibile dalla sostenibilità ambientale e si ispiri al principio di precauzione riferito alla direttiva comunitaria”.

LE NORME ‘CRITICHE’ PER AMBIENTE E SALUTE.
In particolare sulle norme ‘critiche’ evidenziate del decreto ‘Salva-Italia’ e nel d.l. Liberalizzazioni, le associazioni osservano: “Pur consapevoli delle difficoltà incontrate finora nel risanamento delle aree contaminate a terra e a mare, non crediamo che le soluzioni previste siano il modo migliore per rilanciare le bonifiche in Italia. In proposito è bene ricordare come, secondo un recente studio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, nei 54 siti contaminati di interesse nazionale, la mortalità per patologie connesse all’esposizione da inquinanti è superiore del 15% rispetto alla media nazionale e corrisponde a circa 10mila decessi in più ogni anno. Da qui si può comprendere quale sia l’entità dei valori economico sociali relativi alle cure, anche per le patologie che non portano al decesso, e l’urgenza di intervenire per sbloccare un settore in evidente difficoltà ormai da troppi anni”.

“Sulla gestione dei rifiuti da imballaggio il Governo è intervenuto con l’intenzione di consentire in alternativa al Conai la costituzione di sistemi collettivi per assolvere agli oneri di riciclaggio e recupero dei relativi rifiuti. Si tratta di una modifica normativa che si basa solo su motivazioni economiche ma non ambientali e che rischia di far fare dei passi indietro al nostro Paese sul recupero dei rifiuti da imballaggio, come già avvenuto nel 2010 con la modifica del sistema consortile riguardante le batterie, le pile e gli accumulatori. L’intervento normativo ha provocato inoltre una pericolosa lacuna sul sistema di controllo e di indirizzo per il corretto adempimento di tali compiti”.

Più in generale ci permettiamo di evidenziare che gli interventi normativi finora messi in campo dal Governo non hanno affrontato un problema irrisolto del nostro Paese, fondamentale anche per lo sviluppo industriale oltre che per quello sostenibile: il rafforzamento del sistema dei controlli ambientali in capo all’Ispra e alle Agenzie regionali per protezione dell’ambiente. Sui controlli incombe una nuova minaccia di deregulation: in base all’articolo 14 del decreto Semplificazioni verrebbero addirittura soppressi i controlli per le aziende certificate.

DUE RIFORME ‘SALVA-AMBIENTE’: CONTROLLI E PENE PIU’ SEVERE.
“Siamo d’accordo - concludono le associazioni - sull’utilità di eliminare le norme ridondanti che, invece di garantire il rispetto dell’ambiente, in alcune situazioni hanno sortito l’effetto opposto, ma questo processo di semplificazione va affiancato con due riforme altrettanto importanti: un deciso rafforzamento del sistema dei controlli ambientali e il contestuale inasprimento delle pene per alcuni reati più gravi, che danneggiano l’ambiente, la salute dei cittadini e l’economia sana, obiettivo ultimo questo da conseguire, grazie all’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, più volte richiesto anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti”.

Roma, 29/02/2012
















CORNIZZOLO
il RISPETTO della LEGGE
e il RUOLO della SOVRINTENDENZA
nella TUTELA della
BASILICA di SAN PIETRO al MONTEe del CORNIZZOLO



Il Coordinamento Cornizzolo, di cui Legambiente è parte attiva, ha inviato il 9 gennaio u.s. a diverse Autorità locali, provinciali e nazionali una lettera denunciando i pericoli incombenti sul complesso benedettino di San Pietro al Monte e per il paesaggio del Monte Cornizzolo a seguito della nota richiesta della Holcim di aprire una nuova cava in tale contesto e chiedendo precise azioni di tutela.
La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano a firma del Soprintendente Dott.Arch. Alberto Artioli e del Funzionario di zona Dott.Arch. Chiara Ristagno ha risposto con lettera del 23/01/2012 che verrà poi commentata dal Coordinamento stesso.
Nel frattempo Legambiente ha richiesto ed ottenuto dalla Provincia di Lecco copia di una lettera che la Soprintendenza aveva inviato il 04/11/2011 all’Assessore Provinciale all’Ambiente Carlo Signorelli e all’Assessore Provinciale alla Cultura Marco Benedetti, dove si ricordano "gli obblighi dello Stato, delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico, in merito alla sicurezza, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali".
La Soprintendenza conclude dicendo che “questo Ufficio evidenzia la necessità di ponderare con avvedutezza non solo la diretta sussistenza di ambiti sottoposti alla tutela della Parte Terza (vedi DLgs 42/2004) , ovvero alla cosiddetta tutela paesaggistica, ma anche la presenza di beni sottoposti alla tutela della Parte Seconda, ovvero la cosiddetta tutela monumentale".
E’ perciò evidente l’importanza e la forte valenza del Decreto 26/5/1912 del Ministero della Pubblica Istruzione che sottoponeva alle disposizioni della Legge 20 Giugno 1909 n. 364  la Chiesa di S. Pietro al Monte, per cui diventa necessario riferirsi al DLgs 42/2004 il cui art. 45, Prescrizioni di tutela indiretta, così recita:

1. Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro.
2. Le prescrizioni di cui al comma 1, adottate e notificate ai sensi degli articoli 46 e 47, sono immediatamente precettive. Gli enti pubblici territoriali interessati recepiscono le prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici”.
Oltre ad aver apprezzato l’inserimento nel programma “2012 Anno del Cornizzolo” il Convegno del 26 maggio 2012 per il Centenario del Decreto di tutela, chiediamo da subito che: 
1) il comune di Civate inserisca nel PGT in fase di realizzazione la prescrizione delle distanze, con le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità del complesso di San Pietro al Monte e che ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro, senza aspettare le prescrizioni ministeriali; 
2) la Provincia di Lecco respinga, in applicazione anche del Decreto 26/5/1912, la richiesta dell’Holcim di aprire una nuova cava sul Cornizzolo, con un provvedimento che sia di esempio e di conforto ai Cittadini che chiedono il rispetto delle norme di legge e di monito a chi agisce senza prenderne atto.

Sarebbe una buona occasione per mettere davanti alla realtà dei fatti le forze istituzionali, politiche, sindacali e l’azienda per affrontare il problema della crisi di settore e per dare una risposta concreta al serio problema occupazionale, da non più giocare strumentalmente attorno al dilemma cava Cornizzolo si, cava Cornizzolo no.
Nello stesso tempo è importante che l’accresciuta sensibilità delle popolazioni con le loro Associazioni e Istituzioni porti finalmente ad affrontare con determinazione la valorizzazione in senso artistico e turistico (con effetti positivi sull’occupazione) del Territorio attraverso iniziative confluenti e comprensive nell’Ecomuseo dei Monti e dei Laghi briantei, di cui il programma 2012 Anno del Cornizzolo ne rappresenta il significativo ed evidente contributo alla sua iniziale realizzazione.

Lecco 29/02/2012
Legambiente Lecco

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2012 ANNO DEL CORNIZZOLO

Si è tenuta presso il Municipio di Civate la Conferenza Stampa dei Comuni della Cintura del Cornizzolo (Civate, Annone Brianza, Suello, Eupilio, Canzo e Valmadrera) che avevano firmato recentemente il Protocollo d’Intesa per la salvaguardia e la valorizzazione del monte Cornizzolo, monte Rai, Corni di Canzo e Moregallo, per illustrare un esteso e interessante programma di iniziative per far conoscere e apprezzare le qualità del Cornizzolo, attraverso i cinque sensi, cioè attraverso occasioni per mettere alla prova il toccare, il sentire, il vedere, il gustare, l’odorare.

Due manifestazioni devono essere messe in particolare rilievo:

il 22 aprile 2012 con il CORNIZZOLO DAY: incontri in vetta;

il 26 maggio 2012 con il convegno per il Centenario dell’iscrizione della chiesa di San Pietro al Monte fra i beni d’importante interesse nazionale (ex Legge 364 del 20/6/1909).

Attraverso la segnalazione della Sovrintendenza ai Comuni, alla Provincia e alla Curia milanese del grande valore di tutela insito in tale documento, dovrebbe cadere ogni tentativo di intervenire con escavazioni sul versante del Cornizzolo sovrastante il complesso di San Pietro al Monte, permettendo così alla Provincia di Lecco di respingere in piena legittimità come NON AMMISSIBILE la richiesta da parte della Holcim di aprire una nuova cava in quel settore.

Sarebbe una buona occasione per mettere davanti alla realtà dei fatti le forze istituzionali, politiche, sindacali e l’azienda per affrontare il problema della crisi di settore e per dare una risposta concreta al serio problema occupazionale, da non più giocare strumentalmente attorno al dilemma Cava Cornizzolo si, cava Cornizzolo no.

Altro elemento positivo è il fatto che l’ombra nefasta di un nuovo fronte di cava sopra San Pietro al Monte abbia risvegliato la sensibilità delle popolazioni con le loro Associazioni e Istituzioni, che iniziano finalmente ad affrontare con determinazione la valorizzazione in senso artistico e turistico (con effetti positivi sull’occupazione) del loro territorio attraverso iniziative confluenti e comprensive nell’Ecomuseo dei Monti e dei Laghi briantei, di cui il programma 2012 Anno del Cornizzolo ne rappresenta il significativo ed evidente contributo alla sua iniziale realizzazione.
Pierfranco Mastalli
scarica il calendario delle iniziative!
(click tasto destro "salva destinazione/oggetto con nome")
















NOVITA’ NELLA GESTIONE DEI PARCHI
SITUAZIONE PARCHI E RISERVE


La Legge Regionale 4 agosto 2011 n. 12 ha apportato qualche novità alla legge sui Parchi, che vengono trasformati in Enti di diritto pubblico.

Nel territorio di nostra competenza, con una attenzione particolare anche alla Riserva Pian di Spagna e lago di Mezzola perché confinante, i parchi interessati dalla novità sono Parco Adda Nord, Parco Monte Barro, Parco Montevecchia e Valle Curone e Parco Valle Lambro.

E’ escluso dalla nuova normativa il Parco Regionale della Grigna Settentrionale affidato alla Comunità montana Valsassina-Valvarrone-Val d’Esino e Riviera.

Dopo l’adeguamento dello Statuto, i Parchi dovevano eleggere il Presidente, il Consiglio di Gestione (ex CdA) al quale partecipa un membro di nomina regionale, il revisore dei conti, mentre la Comunità del Parco (ex Assemblea) presenta la novità della partecipazione solo con diritto di parola di un rappresentante delle associazioni ambientaliste, delle associazioni agricole e produttive, delle associazioni venatorie e piscatorie, delle associazioni di promozione del territorio, dei fornitori di servizi turistici presenti all’interno del parco.

Il presidente, il Consiglio di Gestione e il revisore dei conti restano in carica per cinque anni e sono eletti dalla Comunità del Parco.
I nuovi organismi sono:

Parco Adda Nord:
Presidente: Agostino Agostinelli
Consiglio di Gestione: Renzo di Biase (nomina R.L.); Giuseppe Tentori; Giulio Manenti; Paolo Mauri
Rappresentante associazioni ambientaliste nella Comunità del Parco: Giuliana Pirotta


Parco Monte Barro:
Presidente: Federico Bonifacio
Consiglio di Gestione: Maria Tammi (nomina R.L.); Galileo Borraccetti; Renato Grillo; Luca Stanzione
Rappresentante associazioni ambientaliste nella Comunità del Parco: Stefano Riva


Parco Montevecchia e Valle Curone:
Presidente: Eugenio Mascheroni
Consiglio di Gestione: Nebuloni Attilio (nomina R.L.); Colombo Emilio; Grezzi Stefano; Magni Venanzio
Rappresentante associazioni ambientaliste nella Comunità del Parco: Mara Gargantini.


Parco Valle del Lambro: Rinviato.


Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola: Presidente: Gianluigi Spreafico
Consiglio di Gestione: Umberto Brusadelli (nomina R.L.); Giovanni Luca Guaresi, Luigi Guelfi, Mirco Barini
Rappresentante associazioni ambientaliste nella Comunità del Parco: Costanza Panella.
 
Quest’ultima importante Riserva ha in corso l’aggiornamento del Piano Territoriale al quale Legambiente con WWF e CROS hanno presentato le necessarie osservazioni per cercare di bloccare la tendenza edificatoria nei luoghi più strategici.

Basti pensare che stava per essere accordata una autorizzazione a costruire su 600 mq. di area pregiata alla foce dell’Adda, tutelata dalla convenzione Ramsar per le zone umide, in SIC, in ZPS, in vincolo paesaggistico, in zona di esondazione ecc.

Abbiamo fatto le nostre opposizioni per impedire uno scempio: tutti avevano dato parere favorevole, ma per fortuna abbiamo trovato nella Soprintendenza di Milano l’unico e ultimo baluardo ad un intervento che sarebbe stato la legalizzazione di ciò che non è possibile.

Con lettera del 2 dicembre 2011 la Soprintendenza ha espresso parere contrario con la seguente motivazione: "Alla luce delle suddette criticità, si ritiene che l’intervento proposto non risulti coerente con i valori decretati e gli elementi che, nel loro insieme, definiscono le peculiarità dell’ambito, né pare finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi..”

La partita non è ancora finita e ci aspettiamo dal nuovo presidente una maggiore attenzione alla gestione della Riserva di grande importanza a livello europeo.

A partire da questa vicenda, abbiamo costituito una alleanza operative con le altre associazioni ambientaliste in provincia di Sondrio, Como e Lecco, che ci ha portato anche a presentare nominativi condivisi nelle Comunità dei Parchi sopraelencati.

Bloccato il tentativo di installare una pista di discesa downhill in un contesto paesaggistico, ambientale ed ecologico da quota 1.500 a 1.728 m slm in comune di Margno sopra il Piano delle Betulle.

Dobbiamo segnalare che anche qui la nostra azione tendente a salvaguardare una importante dorsale prealpina lecchese con elevato grado di naturalità ha avuto un esito positivo solo perché c’è stato il parere negativo finale da parte della Soprintendenza di Milano.

E’ preoccupante come le Istituzioni locali non sappiano o non vogliano far funzionare i legittimi filtri posti per contrastare gli interventi negativi sotto l’aspetto paesaggistico e ambientale, come se la funzione delle amministrazioni locali sia quella di dire sempre di sì.

Lecco 29/02/2012
Pierfranco Mastalli

9 FEBBRAIO CONFERENZA DEI SERVIZI IN PROVINCIA
7 MARZO UDIENZA AL TRIBUNALE DI LECCO
AREA CORECCO A BELLANO

Il 9 febbraio si è svolta una Conferenza dei Servizi presso la Provincia di Lecco sulla richiesta della Carnazzola spa di un impianto per il trattamento di rifiuti nella località Corecco di Bellano.

Da anni la Carnazzola produce qui calcestruzzo. La storia parte da una convenzione del 2003 con il Comune di Bellano che prevedeva che entro tre anni la Carnazzola provvedesse alla rimozione del materiale depositato nell’area a seguito dello scavo delle gallerie della superstrada, utilizzandolo in un impianto temporaneo di produzione di calcestruzzo, e al ripristino dell’area. La Carnazzola ha commesso diversi abusi, tra cui l’interruzione di una strada consortile, e ha utilizzato materiale proveniente dall’esterno per la produzione di calcestruzzo. Alla scadenza della convenzione (dicembre 2006) la Carnazzola si è rifiutata di togliere l’impianto e di bonificare l’area, ricorrendo al TAR avverso le ordinanze del Comune. Intanto l’Italmineraria, acquisita poi dalla Carnazzola, chiedeva alla Regione la concessione per lo sfruttamento delle miniere della Valvarrone con la trasformazione dell’area Corecco in pertinenza mineraria per la frantumazione e lo stoccaggio del feldspato. Malgrado l’opposizione del Comune che si richiamava alla destinazione alla destinazione urbanistica dell’area, la Regione ha concesso la pertinenza mineraria senza neppure assoggettarla alla VIA. Inspiegabilmente dopo una sentenza del TAR che finalmente respingeva gran parte dei ricorsi della ditta, il Comune di Bellano ha sottoscritto lo scorso anno un contratto transattivo per risolvere le questioni legali.

Così l’impianto è rimasto e si è ampliato. Evidentemente alla Carnazzola questo non bastava, anche perché le miniere sono da tempo ferme. Così nel 2011 ha chiesto alla Provincia di Lecco di poter realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti comprendendo anche gli inerti provenienti da demolizioni e scavi. Di qui la Conferenza del 9 febbraio che si è conclusa con una sospensione in attesa di chiarimenti da parte della Regione Lombardia.

La storia di questi nove anni è ben spiegata nell’intervista al Sig. Carnazzola pubblicata sulla rivista Quarry and construction del settembre 2006: “La nostra immobiliare costruisce sul lago di Como, località di interesse paesaggistico ambita dagli stranieri: sono interessati a comprare da queste parti gli inglesi, i tedeschi e gli americani …E pensare che questa zona , solo 7 anni fa, era ‘morta’ …Poi c’è stato l’effetto George Clooney, … che ha acquistato una splendida villa nella zona di Laglio, ed ecco che le quotazioni del mattone sono salite alle stelle. In realtà non è semplice costruire sul lago, dove è notevole la pendenza e gli spazi tra la costa e la ferrovia sono angusti. E non è facile soddisfare le esigenze dei committenti anglosassoni, che richiedono metrature ampie e impianti sofisticati. Ma è una sfida che ci piace affrontare e che dà, oggi, grandi soddisfazioni.”

Il 17 luglio 2008 in occasione della iniziativa di Goletta dei laghi di Legambiente un gruppo di persone ha manifestato pacificamente la loro protesta contro le illegalità commesse in questi anni dalla Carnazzola in località Corecco a Bellano. Due proprietari dei terreni divenuti inaccessibili a seguito dell’interruzione della strada consortile, che hanno avuto il solo “torto” di essere presenti, hanno ricevuto notizia di una querela da parte del Carnazzola per violazione di domicilio. Secondo la denuncia sarebbero entrati nel cantiere con l’automobile malgrado l’esplicito divieto del titolare della ditta.

In realtà i due cittadini sono venuti a piedi dalle loro abitazioni vicine al cantiere e non sono assolutamente entrati nell’area del cantiere ma si sono fermati fuori dal cancello come tutti i presenti possono testimoniare. Gli stessi Carabinieri della Stazione di Bellano, chiamati dalla Carnazzola, non hanno mosso alcuna contestazione. Forse a Carnazzola ha dato fastidio che ricordassero alla stampa presente la chiusura illegale della strada.

Il 7 marzo presso il Tribunale di Lecco si terrà la prima udienza a seguito di quella denuncia.

Angelo Odone

VENERDì 30 MARZO ORE 9.30-12.30
CONVEGNO A LECCO IN SALA TICOZZI
CAMPAGNA INFORMATIVA
SULL’AMIANTO IN PROVINCIA DI LECCO



La sentenza di primo grado del processo contro i vertici dell'Eternit di Casale Monferrato ha riportato l’attenzione della stampa anche locale sul problema dell’amianto che abbonda nel territorio della nostra provincia. Hanno avuto un’accelerazione anche i lavori del tavolo che si è costituito presso l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Lecco composto da Provincia, Legambiente, Arpa, Asl, a seguito della nostra iniziativa e delle nostre proposte.

Nella riunione del 28 febbraio è stata confermata la data del 30 marzo per il convegno sull'amianto a Lecco, sala Ticozzi, rivolto ad amministratori e tecnici dei 90 Comuni della Provincia e agli operatori del settore.

Sono previsti gli interventi di Angelo Pirovano direttore provinciale Arpa, di Edoardo Bai del Comitato scientifico Legambiente, di Giovanni Achille responsabile dipartimento prevenzione della Asl di Lecco, di Laura Primerano Legambiente progetto Provincia Eternit Free, di Luciano Fascendini assessore all’ambiente del comune di Mandello del Lario e di un rappresentante delle associazioni dei costruttori.

Il convegno vuole essere un primo passo di una campagna di informazione rivolta poi a tutti i cittadini su un tema che interessa anche la nostra provincia. Per la Provincia di Lecco si stima per difetto la presenza di circa 98.000 mc di amianto. Nei tre anni 2006, 2007 e 2008 sono stati rimossi in Provincia 14.691 mc, nel 2010 circa 300.000 mq.


Costanza Panella