24 maggio 2012
RISERVA PIAN DI SPAGNA E LAGO MEZZOLA
L’AUTOGRILL DEGLI UCCELLI
Aprile e maggio sono i mesi in cui il Pian di Spagna vive
la sua massima vivacità ornitologica per l’attività migratoria.
Nelle giornate piovose quando i valichi alpini rendono
difficoltosa la migrazione verso Nord, il Pian di Spagna si trasforma
nell’’autogrill’ degli uccelli che lo utilizzano per il riposo e
l’alimentazione. Per fortuna non sono partiti i lavori di movimento terra ed
edificazione previsti da un progetto su cui la Soprintendenza ai
Beni Ambientali con nota del 2/12/2011 ha espresso parere contrario.
In comune di Gera Lario era depositata una domanda di
costruire edifici privati su una superficie di circa 600 mq in una zona presso
la foce dell’Adda, strategica per la sosta degli uccelli, molto delicata in
quanto soggetta ad esondazione ed area Ramsar (zona umida protetta).
In data 11/05/2012 è stata depositata all'albo pretorio del
Comune di Gera Lario l'Autorizzazione paesaggistica 30/2011 - inizio
pubblicazione 11/5/2012 - data fine pubblicazione 26/5/2012.
Ci auguriamo che il pronunciamento della Soprintendenza serva
d’esempio ai gestori della Riserva dai quali ci aspettiamo che, nel nuovo Piano
di gestione in corso di adozione, vogliano definire come area di maggior tutela
quella presso la foce dell’Adda come del resto la Riserva stessa aveva
previsto e sostenuto nella variante di Piano del 2005 (perdutasi nei meandri).
Come associazioni ambientaliste abbiamo di recente illustrato
al nuovo Presidente le nostre osservazioni presentate lo scorso agosto alla VAS
del Piano, chiedendo che vengano recepite, in particolare: una più coerente
perimetrazione delle aree naturali, la drastica limitazione del consumo di
suolo consentendo prioritariamente il recupero e l'adeguamento energetico
dell'esistente, la riduzione dell'uso dei prodotti chimici e il graduale avvio
dell'agricoltura biologica, l'attenzione ai bisogni degli esseri vegetali e
animali, in particolare gli uccelli, per i quali principalmente è stata
costituita la Riserva,
perchè essa sia un luogo ospitale e attraente per loro e per i molti esseri
umani che sempre più cercano spazi aperti dove trascorrere almeno il tempo
libero.
Un turismo di nicchia, legato ai prodotti tipici, alle
qualità naturali e alla storia dei luoghi è la migliore prospettiva per la
salvaguardia della riserva e l’occupazione degli abitanti.
Intanto però continua a macinare il frantoio ex Novamin che
doveva non essere più lì dal giugno 2011 e, secondo notizie già comparse sulla
stampa, inizieranno a giorni i lavori per la bretellina di 550 metri che
sacrificherà una fetta di riserva per la prima volta dalla sua nascita allo
scopo di bypassare il passaggio a livello sulla direzione Nuova Olonio/Ponte
del Passo/ Sorico: 550
metri al costo previsto di 4 milioni e 300.000 euro con
un sottopasso che avrà problemi nel caso di forti piogge.
6 maggio 2012
Legambiente Lecco
Legambiente Lario Sponda Orientale
Legambiente Chiavenna
Legambiente Como
WWF Valtellina Valchiavenna
C.R.O.S. - Varenna
Associazione L. Scanagatta - Varenna
ALLARME ROSSO PER LA RISERVA PIAN DI SPAGNA E LAGO MEZZOLA
ULTIME DALLA RISERVA PIAN DI
SPAGNA E LAGO MEZZOLA
Allegato: una foto con simulazione occupazione con edifici di area umida
ALLARME ROSSO: AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA DEL COMUNE DI GERA LARIO
CON PARERE POSITIVO DELLA SOPRINTENDENZA
Un provvedimento di
autorizzazione paesaggistica firmato dal Sindaco di Gera Lario è pubblicato
all’albo pretorio dal giorno 11 maggio 2012 per due settimane. Fa riferimento
al parere favorevole condizionato emesso dalla Soprintendenza l’8 marzo 2012. E’
riferito al progetto di nuova costruzione in area sensibile e delicata, in zona
RAMSAR tra la foce dell’Adda e il canale di Borgofrancone. Di seguito la nostra
lettera con la richiesta di annullamento
dell’autorizzazione paesaggistica.
Gera Lario 24 Maggio 2012
AL SINDACO DI GERA
LARIO (CO)
Geom. Del Re Vincenzo
Piazza Risorgimento 22010 GERA LARIO (CO)
A SOPRINTENDENZA PER I
BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI- MILANO
Alla cortese attenzione del Soprintendente arch.Alberto Artioli
Alla cortese attenzione del Soprintendente arch.Alberto Artioli
e del funzionario di
zona arch. Valentina Minosi
e per conoscenza:
AL PRESIDENTE del
CONSORZIO di GESTIONE
RISERVA NATURALE PIAN di SPAGNA e LAGO MEZZOLA
GIANLUIGI SPREAFICO
RISERVA NATURALE PIAN di SPAGNA e LAGO MEZZOLA
GIANLUIGI SPREAFICO
AL
RESPONSABILE DEL SERVIZIO E AUTORITÀ COMPETENTE V.A.S.
PAOLO POLI
COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL LARIO E DEL CERESIO
PAOLO POLI
COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL LARIO E DEL CERESIO
c/o Palazzo Gallio 22015 Gravedona (CO)
AL CORPO FORESTALE, stazione di Gera Lario
AL CORPO FORESTALE, stazione di Gera Lario
Via Montemezzo 8 Gera
Lario (CO)
PROVINCIA DI COMO
PROVINCIA DI COMO
-Via Borgovico 148 22100 Como
REGIONE LOMBARDIA
DIREZIONE GENERALE
SISTEMI VERDI E PAESAGGIO
Piazza Città
di Lombardia, 1 20124 Milano
Oggetto:
Richiesta di provvedimento di annullamento per autotutela della
autorizzazione paesaggistica n. 30/2011 emessa in data 11/05/2012 dal
responsabile del settore edilizia privata Sindaco di Gera Lario geom. Del Re Vincenzo e del
parere favorevole condizionato espresso dalla Soprintendenza per i Beni
Architettonici e il Paesaggio di Milano con nota 08/03/2012 prot. 3139 BB.NN
relativo al progetto Barbato Viola legale rappresentante della Soc.Cascina Pian
di Spagna e Borgo Francone per realizzazione casa colonica in Comune Gera Lario
all’interno della Riserva Naturale Pian di Spagna Lago di Mezzola.
Le
Associazioni scriventi ritengono che le autorizzazioni di cui in oggetto
abbiano eluso i criteri in materia di beni paesaggistici emanati dalla Regione
Lombardia con DGR 2727 del 22/12/2011 in quanto relative ad una edificazione
(con una copertura di circa 600 mq.) prevista in area tutelata dalla
Convenzione Ramsar (vedi punto 2.2.8 sopraccitata DGR) nella quale continuano
ad essere riconoscibili i caratteri di singolarità e integrità che ne hanno
determinato l’individuazione originaria per cui le prescrizioni riportate di
seguito sono da intendersi quale intangibilità del bene.
Riportiamo
quindi integralmente quanto dispone a pag. 9 la sopraccitata DGR alle cui
disposizioni si devono attenere gli Enti competenti al rilascio delle
autorizzazioni paesaggistiche: "I beni paesaggistici individui di cui alla
lettera a) del comma 1 dell’art. 136 del D. Lgs 42/2004 devono essere
salvaguardati nella loro consistenza e riconoscibilità, preservandone l’identità
e l’integrità naturalistica e morfologica, simbolica e/o scientifica che ne ha
determinato l’individuazione quale bellezza naturale, singolarità geologica o
memoria storica; sono quindi da escludersi tutti gli interventi che possano
compromettere i predetti caratteri del bene in sé e le aree a contorno degli
stessi e comprese nella dichiarazione di notevole interesse pubblico, in quanto
tali aree sono da intendersi specificatamente finalizzate a costituire una
fascia di rispetto dei suddetti beni per garantirne la percepibilità e limitare
i possibili effetti indotti da trasformazioni al contorno o da eccessiva
pressione antropica."
E’ evidente
come l’impatto per la realizzazione di una Casa Colonica, Area didattica con
laboratorio, shop prodotti aziendali ecc. non vada giudicato soltanto secondo
le altezze, i metri cubi, i colori, le tipologie ecc. di ciò che si andrà a
costruire, ma innanzitutto per la occupazione edificatoria di area umida in
misura rilevante, tale da influire negativamente sulle migrazioni degli
uccelli, in particolare di quelli acquatici, che in quel settore trovano
rifugio e sosta prima di superare in primavera le Alpi e viceversa in autunno
dopo il passaggio delle Alpi.
Permettere
l’edificazione in quel posto, oltre a vanificare lo sforzo finanziario fatto
dalla Riserva di creare nelle vicinanze dei laghetti di sosta, farebbe venire
meno alcuni importanti aspetti funzionali che le zone umide svolgono negli
ecosistemi (vedi "Contributi per la tutela delle zone umide" - Ispra Ottobre 2011)
quali:
idrogeologico in quanto svolgono funzioni
di attenuazione e regolazione di fenomeni come la piena dei fiumi (qui l’Adda);
biologico
in quanto le aree umide sono fra gli ambienti molto importanti per le specie
animali minacciate; basti pensare che, fra gli uccelli a rischio di estinzione,
ben 146 specie dipendono dalle zone umide; quindi questi ambiti sono di
fondamentale importanza per la tutela e la conservazione della biodiversità;
educativo
e culturale per le svariate attività fra cui il birdwatching.
Dobbiamo
annotare come in questa occasione non abbiamo avuto sentore che la Riserva Pian
di Spagna-Lago di Mezzola abbia operato per la salvaguardia delle eccezionali
qualità ambientali del proprio territorio, dimenticando ad esempio che l’Assemblea
Consortile nella seduta dell’11/4/2005, chiamata all’esame
osservazioni-controdeduzioni e approvazione definitiva variante parziale Piano
di Gestione della Riserva, avesse dichiarato non accoglibile
l’osservazione presentata dalla soc.Cascina Borgofrancone di Barbato Domenico e
az.Agr. Cascina Borgofrancone di Barbato Viola contro la variante che poneva
immediatamente in salvaguardia le aree ritenute meritevoli di maggior tutela da
possibile aggressione di nuova edificazione (un’area era quella ora in esame).
Per queste
considerazioni le scriventi Associazioni CHIEDONO che il Sindaco di Gera
Lario quale responsabile del settore edilizia privata e la Sovrintendenza di
Milano annullino per autotutela rispettivamente l’autorizzazione paesaggistica
rilasciata l’11/05/2912 e il parere
favorevole condizionato (v.lett. 8/3/2012).
In attesa di riscontro e certi di una presa di posizione che tuteli e
salvaguardi l’area in esame alla foce dell’Adda, sulla destra orografica in
Comune di Gera (CO) , si porgono distinti saluti.
Pierfranco Mastalli - Legambiente Circolo di Lecco
Costanza Panella - Legambiente Circolo di Bellano
William Vaninetti - WWF Valtellina Valchiavenna
Roberto Brembilla e Giuliana Pirotta
Associazione Culturale L. Scanagatta - C.R.O.S. Centro Ricerche
Ornitologiche Scanagatta - Varenna
PROTOCOLLO ITALCEMENTI - SINDACI
CEMENTIFICIO DI CALUSCO D’ADDA
FIRMA DEL PROTOCOLLO SULLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI TRA
ITALCEMENTI E I SINDACI: QUALCHE SODDISFAZIONE E ALCUNI RAMMARICHI
Venerdì 4 maggio è stato firmato il protocollo tra
Italcementi S.p.A. ed i Sindaci del Territorio per la realizzazione di
compensazioni ambientali: un lungo percorso che si conclude tra luci ed ombre e
che ha visto coinvolti anche i portatori d’interesse diffuso come la nostra
associazione con i circoli Legambiente Meratese e Bergamo
Il 4 Maggio 2012 è stato firmato un protocollo d’intesa tra
Italcementi S.p.A. e i Comuni circostanti lo stabilimento, per l’attuazione di
compensazioni ambientali a fronte dell’autorizzazione all’utilizzo di
combustibili alternativi (CDR - Combustibili Derivati da Rifiuti) al posto di
combustibili convenzionali per la produzione di cemento.
Questo documento è stato sottoscritto dalla società
Italcementi S.p.A. e da alcuni Sindaci che in questi anni sono stati coinvolti
in un lungo percorso di confronto, partecipazione ed approfondimento delle
ricadute dell’attività del cementificio di Calusco d’Adda sul territorio.
Il percorso durato più di 8 anni è iniziato e proseguito
anche grazie al significativo intervento di diversi gruppi portatori di
interesse tra cui la nostra associazione.
Fare un bilancio di questa lunga esperienza per noi è
francamente difficile.
Riteniamo molto positivo il fatto che il documento sancisca
l’impegno da parte di Italcementi, caldeggiato fortemente fin dall’inizio anche
da noi, alla riattivazione dello scalo ferroviario interno all’azienda,
un’operazione che toglierà dalla strada circa 10.000 veicoli l’anno e che va
nella direzione, oltre che di diminuzione delle emissioni inquinanti,
soprattutto di un cambiamento culturale nella concezione della mobilità delle
merci di cui siamo il fanalino di coda dell’Europa.
Accanto a ciò non possiamo non sottolineare con una punta di
amarezza come sia andata scemando nel corso del tempo la partecipazione di
alcune amministrazioni comunali all’inizio coinvolte e come sia andato
diminuendo il livello di vigilanza del corretto funzionamento degli impianti di
Italcementi da parte di alcuni Comuni e del tavolo di coordinamento di “Agenda
XXI Dalmine Zingonia - isola bergamasca” che ne ha guidato le scelte. A
dimostrazione di ciò, con rammarico, abbiamo assistito alla grave errore
politico di aver consentito alla fine del 2007 la sostanziale conclusione dei
lavori del tavolo tecnico, costituito a supporto del tavolo politico con il
consenso di Italcementi, che è riuscito a seguire solamente il primo dei tre
“steps” di sperimentazione programmati per la verifica delle emissioni e
dell’inquinamento prodotto dall’impiego del CDR.
Altrettanto negativamente valutiamo la scelta di aver
cancellato dal documento sottoscritto un passaggio che espliciti la
disponibilità da parte della Società al proseguo dell’esperienza del Tavolo
Territoriale come luogo di continuo dialogo con il territorio anche per nuovi
progetti di sostituzione di combustibili convenzionali. Riteniamo infatti che
si debba fare di tutto per avere la garanzia che possa continuare questa
importante esperienza di confronto permanente, indice di un elevato livello di
civiltà, che consente un costante monitoraggio dell’impatto ambientale delle
attività produttive presenti sul territorio, favorendo il potenziale
miglioramento delle condizioni di salubrità e di qualità della vita, fattori
che non hanno prezzo dal punto di vista monetario.
Quasi tutte le amministrazioni
coinvolte hanno deciso di sottoscrivere il protocollo, un documento così
pesantemente ridimensionato rispetto alle richieste legittime avanzate dal
territorio in questi anni, decisione presa forse per stanchezza o forse alla
fine di un lungo percorso di decantazione che ha fatto sfumare una lunga serie
di occasioni. Gli unici sindaci che hanno deciso di non prendere parte
all’accordo sono stati quelli di Paderno d’Adda (LC) e Solza (BG) che non si sono
sentiti sufficientemente soddisfatti e garantiti dalle parole riportate dal
documento.
Conclusasi quest’esperienza, il compito di Legambiente sarà
ora quello di continuare ad impegnarsi, come fatto finora, e a vigilare
sull’impianto di Calusco per tenere vivo il controllo
sulla qualità ambientale per la tutela del territorio e della salute pubblica.
A cura di Laura Bonfanti - Circolo Meratese
A cura di Laura Bonfanti - Circolo Meratese
Cronistoria del percorso: partenza novembre 2004 –
conclusione maggio 2012
componenti
il Tavolo Territoriale che ne siano interessati e con l’Ente Parco Adda Nord
contratti di sponsorizzazione rispettivamente delle ”case dell’acqua” o di interventi analoghi e del sistema di
telerilevamento terrestre con controllo remoto e trasmissione dati via web per
il monitoraggio e la prevenzione antincendio boschivo. - Nel mese di novembre
2004, Italcementi S.p.A. ha avviato, presso gli Enti competenti, la procedura
amministrativa finalizzata all’utilizzo di combustibile da rifiuto (CDR) nel
forno della cementeria di Calusco d’Adda;
‐
nel mese di dicembre 2004, Italcementi S.p.A. ha depositato, presso le
Amministrazioni competenti, istanza di autorizzazione all’utilizzo di rifiuti
speciali pericolosi (Ecofluid e RASF) nel forno della cementeria di Calusco
d’Adda, unitamente alla relativa istanza di valutazione di impatto ambientale;
‐
nel corso dell’anno 2005 l’Agenda 21 Isola Bergamasca Dalmine‐Zingonia, per il tramite del Point 21, ha impostato e
coordinato un Tavolo Territoriale, composto dai Comuni potenzialmente
interessati dalla ricaduta ambientale dell’attività di Italcementi S.p.A., dal
Parco Adda Nord e da alcuni Gruppi Ambientalisti, per lo studio dei progetti
sopradetti presentati da Italcementi S.p.A. e per la definizione di un sistema
di compensazioni ambientali;
‐
nel corso della primavera dell’anno 2005, Italcementi S.p.A., in accoglimento
delle istanze avanzate dal territorio, ha presentato presso gli Enti competenti
comunicazione di sospensione della procedura relativa all’utilizzo del CDR e
della procedura relativa all’utilizzo di Ecofluid e RASF;
‐
nel corso del mese di luglio 2005, i componenti del Tavolo Territoriale hanno
sottoscritto un documento inerente gli aspetti da approfondire nello studio di
impatto ambientale, presentato da Italcementi S.p.A. nell’ambito della
valutazione di impatto ambientale sopradetta;
‐
nel corso del mese di ottobre 2005, Italcementi S.p.A., in risposta al
documento sopradetto, ha presentato agli Enti interessati un documento tecnico,
affermando tra l’altro nel medesimo la propria disponibilità a presentare uno
studio di fattibilità per il trasporto ferroviario di alcuni materiali alla
cementeria di Calusco d’Adda e a effettuare un protocollo di sperimentazione
per l’uso dei rifiuti;
‐
nel mese di novembre 2005, Italcementi ha integrato lo studio di impatto
ambientale;
‐
nel corso dell’inverno 2005 l’Agenda 21 Isola Bergamasca Dalmine‐Zingonia ha ottenuto, da parte degli Enti territoriali
interessati ai sopradetti progetti, la condivisione del piano di lavoro
denominato “Verso un patto
territoriale per un sistema di compensazioni
ambientali”, divenendo così responsabile
per i Comuni della gestione del Tavolo Territoriale;
‐
nel mese di gennaio 2006, il Tavolo Territoriale ha presentato un ulteriore
documento di carattere tecnico, accettando nello stesso la proposta formulata
da Italcementi S.p.A. in ordine allo studio di fattibilità del trasporto
ferroviario e prevedendo, in caso di non realizzazione dello stesso, la
destinazione delle relative risorse ad altre iniziative ambientali da
disciplinare con apposito accordo;
-
nel mese di febbraio 2006, nell’ambito della procedura regionale di valutazione
di impatto ambientale sopraccitata, il Tavolo Territoriale ha presentato alla
Societa Italcementi S.p.A. un documento riassuntivo delle proposte di
compensazione ambientale;
-
nel corso del mese di luglio 2006, Italcementi S.p.A. ha condiviso il documento
di cui al punto precedente nella parte relativa al raccordo ferroviario,
auspicando la conclusione del confronto per la sperimentazione del CDR;
-
nel corso del mese di agosto 2006 l’Ente competente ha autorizzato, nell’ambito
della procedura di autorizzazione integrata ambientale, l’impiego del CDR nella
cementeria di
Calusco,
subordinandolo all’esito positivo della sua sperimentazione;
-
nel corso del mesi di ottobre e novembre 2006 e stato costituito l’osservatorio
tecnico scientifico permanente per la sperimentazione del CDR e successivamente
e stato sottoscritto il relativo protocollo di sperimentazione;
-
nel corso del mese di novembre ha avuto inizio l’attività di sperimentazione
del CDR, nonchè il monitoraggio delle prestazioni ambientali dell’impianto;
-
nel mese di dicembre 2006 Italcementi S.p.A. ha rinunciato volontariamente
all’uso dell’Ecofluid e del RASF, cosi modificando il quadro di riferimento
delle richieste ambientali avanzate dagli Enti, ridotto al solo utilizzo del
CDR previa sua positiva sperimentazione.
-
nel mese di febbraio 2008, il Tavolo Territoriale ha valutato positivamente e,
quindi, approvato l’esito della sperimentazione per lfutilizzo del CDR giunta a conclusione;
-
nel corso dell’estate 2008, il Tavolo Territoriale ha presentato alla
Italcementi S.p.A. un nuovo documento riassuntivo delle proposte di
compensazioni ambientali collegate all’uso del CDR;
-
nel corso dell’autunno 2009, Italcementi ha chiesto al Tavolo Territoriale di
posticipare le valutazioni delle compensazioni ambientali, atteso il
sopravvenire della crisi economica;
-
nella primavera 2010, il tavolo territoriale ha revisionato il sistema di
compensazioni ambientali collegate all’uso del CDR;
-
nell’estate 2010 il Tavolo Territoriale ha poi consegnato ad Italcementi S.p.A.
il documento di cui al punto precedente;
-
in più occasioni, Italcementi S.p.A. ha comunicato agli Enti di cui al Tavolo
Territoriale la propria volontà di variare il quadro dei combustibili
alternativi utilizzabili, prevedendo l’incremento della percentuale di
sostituzione termica con CDR e/o l’introduzione di nuove tipologie di rifiuti
combustibili. Tra l’altro, Italcementi mostra interesse alla possibilità di utilizzo
di fanghi biologici essiccati anche derivanti da depurazioni di effluenti
idrici in zona in modo da realizzare sinergie territoriali che possano portare
beneficio alle comunità locali;
-
nel corso della Conferenza di Servizi del 27.4.2011 e stato, inoltre, valutato
dagli Enti competenti l‘assetto definitivo impiantistico per la fase 2 di
recupero energetico del CDR già autorizzata con Autorizzazione Integrata
Ambientale n. 943 del 7 agosto 2006 dalla Regione Lombardia con previsione
della possibilità di una successiva progettazione definitiva degli impianti. Il
progetto definitivo, fermo restando i quantitativi massimi autorizzati, prevede
la realizzazione di un capannone e di strutture per la movimentazione e
l’alimentazione alla linea di cottura di CDR e di biomasse non rifiuto,
combustibili già previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale prima
citata. Nella stessa Conferenza di Servizi è stato valutato anche il progetto
per la realizzazione di un nuovo impianto di ricezione e dosaggio delle biomasse
non rifiuto al calcinatore della linea di cottura, necessario per accelerare la
possibilità di utilizzo di tale tipologia di combustibili convenzionali;
-
gli Enti partecipanti alla suddetta Conferenza di Servizi hanno ritenuto che i
progetti presentati rappresentino una modifica non sostanziale e non comportino
apprezzabile impatto sull’ambiente, in quanto permetteranno di provvedere in
tempi relativamente brevi ad una più consistente sostituzione dei combustibili
tradizionali con biomasse non rifiuto;
-
a seguito di richiesta avanzata dal Tavolo Territoriale e collegata anche al
futuro utilizzo delle biomasse di cui al punto precedente, Italcementi S.p.A.
ha ribadito al Tavolo Territoriale la propria disponibilità a riattivare il
raccordo ferroviario per il trasporto su rotaia di alcuni materiali necessari
alla cementeria di Calusco d’Adda o da questa prodotti;
-
a tal fine, Italcementi S.p.A. ha sviluppato il progetto necessario alla
riattivazione del raccordo ferroviario e ha presentato a R.F.I., in data
06.04.2011, l’istanza per i necessari assentimenti;
-
inoltre, sempre a seguito di richiesta avanzata dal Tavolo Territoriale e
collegata alle attività sopradette, Italcementi S.p.A. si e resa disponibile a
stipulare con i Comuni
RAPPORTO CONSUMO DI SUOLO 2012
RAPPORTO CONSUMO DI SUOLO 2012
Lunedì 14 maggio è stato presentato, presso la sede
regionale di Palazzo Pirelli, il Rapporto 2012 sul consumo di suolo, esito di
due anni di ricerca condotta presso il DiAP del Politecnico di Milano dal
Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), fondato da Legambiente e
Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), grazie al contributo di Fondazione
Cariplo e alla collaborazione di diverse istituzioni tra cui Regione Lombardia,
Regione Toscana, Provincia di Lodi.
È stata l’occasione per un dibattito che ha coinvolto l’ISTAT
il quale, su iniziativa della Commissione Ambiente del Senato, si candida a
realizzare il monitoraggio nazionale degli usi del suolo, la Direzione Territorio
e Urbanistica, e la
Direzione Sistemi Verdi e Paesaggio della Regione Lombardia,
l’Istituto ISPRA che collabora con la Commissione Europea.
Si è diffusa in questi ultimi anni la consapevolezza che il
suolo è una risorsa non rinnovabile con un ruolo insostituibile nei cicli del
carbonio e dell’acqua e nella tutela della biodiversità. Meno avvertita
l’urgenza di limitare il consumo di suolo. Spesso alle convinzioni espresse dai
cittadini non corrisponde una loro pratica conseguente (basti vedere le
richieste presentate in occasione dei PGT quasi sempre volte ad ottenere
l’edificabilità di terreni agricoli).
Mancano ancora gli strumenti per misurare il fenomeno alla
scala comunale e non sono stati adottati provvedimenti legislativi, anzi, come
ha ricordato Roberto Della Seta, è in corso di approvazione una legge che per
favorire la creazione di nuovi stadi consente di costruire nelle aree
circostanti in deroga alle prescrizioni urbanistiche.
La proposta di legge regionale presentata da Legambiente
giace nei cassetti del Consiglio.
Il consumo di suolo continua ad aumentare a ritmo sostenuto
in particolare in quelle regioni che avevano maggior disponibilità di suolo
libero. In Provincia di Milano si è
consumato territorio prevalentemente agricolo al ritmo di 2 ettari al giorno. In
Europa si consumano 270
ettari al giorno. Questo a fronte di una popolazione che
non cresce (secondo un recente studio del Politecnico in Provincia di Lecco ci
sono 6711 abitazioni in eccesso).
Sottolineata da molti la necessità di una diversa politica
fiscale che penalizzi l’edificazione su suolo vergine e premi quella, più
onerosa, su aree già edificate e che liberi i Comuni dalla necessità di fare
cassa con gli oneri di urbanizzazione e la tassa sugli immobili.
Sono stati proposti interrogativi sul fatto che la
pianificazione in Lombardia sia in mano ai singoli Comuni che sostanzialmente
possono fare quel che vogliono, vista anche la debolezza della procedura di VAS
ridotta ad un rito retorico. Si tratta spesso di piccoli Comuni soggetti a
pressioni da parte dei proprietari e degli operatori immobiliari e con
difficoltà a gestire la pianificazione territoriale. Un dato su cui riflettere:
su 787 Comuni lombardi che hanno approvato il PGT (poco più della metà del
totale) 250 hanno già richiesto una variante.
Angelo Odone - Circolo Lario Sponda Orientale
MANIFESTA A BELLANO
12 E 13 APRILE 2012
IL CIRCOLO LARIO SPONDA ORIENTALE A MANIFESTA A BELLANO
I laboratori di riuso e riciclo di carte e stoffe con gli
studenti di Bellano e Colico.
Il Circolo Legambiente Lario sponda orientale ha partecipato
all’iniziativa Manifesta il 12 e il 13 maggio con un banchetto informativo e
con la proposta alle scuole di laboratori. Sabato 12 hanno risposto alle nostre
proposte l’Istituto Scolastico Comprensivo di Bellano e l’Istituto Marco Polo
di Colico.
Quattro i laboratori: 1. creazione di astucci con riutilizzo
di stoffe; 2. nuova carta dal riciclo di carta usata; 3. Confezione di buste
con le foto di vecchi calendari; 4. creazione di cartelloni sul tema dei
rifiuti.
FUOCHI ALL’APERTO
MAL’ARIA
FUOCHI ALL’APERTO
Stagione di fuochi all’aria aperta nei prati e nei campi
In questo periodo prolificano i fuochi per liberarsi dai
residui soprattutto dello sfalcio di fieno che non trova impiego
nell’allevamento ormai quasi inesistente.
Questa pratica spesso rappresenta la soluzione più facile per
chi cerca di evitare il degrado dei prati e dei terreni incolti che non tornano
senza interventi opportuni allo stato di naturalità.
Spesso si pone l’attenzione sul rischio di incendi, che
certamente non vanno sottovalutati quando i siti confinano con sterpaglie e
boschi.
Minore attenzione si pone al contributo all’inquinamento
atmosferico.
Si legge sul sito WEB dell’ARPA Lombardia:” I residui
dell’attività agricola – fra i quali rientrano i residui delle potature, le
sterpaglie ma anche imballaggi usati quali i sacchi dei fertilizzanti, i
contenitori di prodotti fitosanitari e il politene – sono spesso eliminati in
modo molto dannoso per l’ambiente accatastandoli e bruciandoli direttamente sui
campi.
Anche questo è un processo non autorizzato di combustione
incontrollata di rifiuti.
L’inquinamento atmosferico che si può produrre è molto
elevato, pur se varia in relazione ad una serie di fattori come il tipo di
materiale che viene bruciato e la sua umidità; si brucia comunque sempre in
modo non completo perché la temperatura del fuoco all’aperto non è
sufficientemente alta e perché il materiale resta nel fuoco per un tempo
insufficiente. Questo tipo di combustione produce quindi polveri e altre
sostanze che derivano dalla combustione non completa: monossido di
carbonio, idrocarburi e sostanze organiche tossiche quali gli idrocarburi
policiclici aromatici, le diossine e i furani.”
Occorre ricordare nella Regione Lombardia la combustione all’aperto
di materiale di origine vegetale è vietata dalla D.G.R.
3398/2006 (e dalla successiva normativa regionale in materia di contenimento
dell’inquinamento atmosferico) nel periodo che va dal 15 ottobre al 15
aprile, cioè nel periodo di maggiore criticità dal punto di vista
dell’inquinamento atmosferico. Le Province e i Comuni sono responsabili
dell’applicazione del divieto e possono comminare sanzioni da 100 € a 600 €.
Certo non si può risolvere il problema soltanto con i divieti
anche per la difficoltà di farli rispettare. Pensiamo che gli enti territoriali
si debbano porre come obiettivo una campagna informativa sui rischi ambientali
(e in modo particolare per la salute) delle fuochi all’aperto, sul loro diverso
effetto rispetto alla natura e alle condizioni delle materie bruciate ( un
conto è bruciare materiale secco piuttosto che materiale umido accastato per
non parlare dell’aggiunta di materiale in plastica per agevolare la
combustione).
Si dice che questi fuochi si sono sempre fatti. Oggi peròimmettiamo
in atmosfera una quantità di particelle fine immensamente maggiori di quelle
prodotte nel passato e le pratiche del passato erano molto più attente alla
pratica della combustione all’aperto e ovviamente escludevano materiali che
producono diossine.
Resta il problema di come consentire la custodia del
territorio, specie nei luoghi più disagevoli, ed è qui che si rende necessario
l’intervento dei Comuni e degli altri enti sul territorio per trovare proporre
soluzioni sostenibili.
Angelo Odone - Circolo Lario Sponda Orientale
GIORNATA DEL VERDE PULITO A BELLANO
22 APRILE 2012
GIORNATA DEL VERDE PULITO A BELLANO
Alcune decine di persone appartenenti all'amministrazione
comunale di Bellano e alle associazioni Legambiente, ANA, CAI, Free Time,
Nirvana Verde si sono ritrovate alle 7.45 di domenica 22 aprile per partecipare
alla giornata del Verde Pulito indetta da qualche anno dalla regione Lombardia.
Si sono formati i gruppi che hanno operato nelle zone
seguenti: Oro Alto per la pulizia da rovi, arbusti e rifiuti vari dell'alveo
della valletta e dei rifiuti sui sentieri verso Verginate e Lezzeno, Oro Basso
per liberare da arbusti e rifiuti l'ultimo tratto della Valle dei Mulini verso
la foce sulla spiaggia, a Rivalba per l'eliminazione di rovi sul Sentiero del
Viandante e verso Pegnino per rimuovere alberi caduti sulla mulattiera. Dopo il
lavoro c'è stato il pranzo comune preparato dagli amici di Ombriaco.
La campagna principale di pulizia sul territorio nazionale è
quella che Legambiente organizza in settembre in occasione della campagna
mondiale Puliamo il Mondo. Aderiamo anche a quella locale indetta dalla regione
Lombardia, e organizzata dai Comuni, osservando che sarebbe meglio anticiparla
a fine inverno quando la vegetazione e gli insetti sono ancora a riposo. A Oro
è stata molto utile la collaborazione tra i residenti. Auspichiamo che la
pulizia e la manutenzione dei luoghi vicini a casa diventi, con l'aiuto delle
amministrazioni, un dovere sentito da tutti che si trasforma presto nel piacere
di curare insieme il nostro paese.
Costanza Panella - Circolo Lario Sponda Orientale
NOTTE DEI ROSPI 2012
NOTTE DEI ROSPI 2012
MIGRAZIONE TERMINATA PER GLI AMICI ROSPI
Grande operazione sinergica tra volontari di varie
associazioni per salvare i piccoli amici rospi che, per andare a riprodursi nel
lago, rischiano di essere schiacciati dalle auto mentre attraversano la strada.
Tutto ha principio dall’acqua. Anche questa storia di volontariato
e amore per la Natura.
È per andare verso l’acqua, pozze, stagni e laghi dove poter
deporre le uova che daranno vita a nuovi individui, che gli anfibi, ai primi
tepori delle sere primaverili, migrano dal luogo di svernamento compiendo spesso
lunghe distanze. A volte il pericolo è dietro l’angolo o, meglio, lungo una
strada. Alcuni censimenti su tratti stradali della Lombardia, infatti,
stimarono una perdita di circa un milione di esemplari adulti di anfibi uccisi
dal traffico automobilistico sulle nostre strade nel periodo tra il 1986 e il
1990. Per fronteggiare questa drastica perdita in molti Paesi europei, Italia
inclusa, si è ricorso a varie soluzioni e già nel 1984 il Gruppo Naturalistico
della Brianza, con sede a Canzo, sistemò delle reti e dei secchi interrati ai
bordi della strada, entro cui venivano a cadere gli anfibi. Alcuni volontari,
poi, provvedevano a svuotare i secchi pieni di animaletti direttamente
dall’altra parte della strada. Dal 1990 in Lombardia è stato quindi attivato il
“Progetto Rospi”, promosso dall’erpetologo Vincenzo Ferri, e dalle 2 località
di salvataggio iniziali del 1991 si è passati alle attuali 45 nelle diverse
province lombarde con il coinvolgimento di un numero sempre crescente di volontari.
Anche quest’anno il rituale della migrazione dei rospi s’è
ripetuto in provincia di Lecco e con esso la partecipazione di tanti volontari,
siano essi provenienti da diverse associazioni o gruppi ambientalisti (G.E.V.
della Provincia di Lecco, ENPA, LAC, WWF - sez. Lario Orientale, Legambiente…)
o semplicemente amanti della natura desiderosi di rendersi utili per la
salvaguardia di specie in pericolo. Nel lecchese i volontari operano lungo il
tratto di strada da Onno a Melgone, a Merate sul lago di Sartirana, a Bosisio
Parini sul lago di Pusiano e in località Cassinette Nere a Castello Brianza. Il
successo di tali iniziative è significativo e dai circa 9.000 Anfibi salvati
nel 1992 si è passati ai più di 150.000 di quest’anno. Con essi è cresciuto il
numero di numero di volontari che si mobilitano, appena una cinquantina
all’inizio, oggi più di 3.500, indice della sempre maggiore sensibilizzazione
della popolazione ai temi ambientali. Non solo. La salvaguardia delle
popolazioni di anfibi si traduce in bene comune dal momento che svolgono
un’importante azione di controllo del numero di zanzare e moscerini, tanto
fastidiosi durante l’estate, e di altri insetti dannosi all’agricoltura. Non da
ultimo, tutti i volontari, dai più piccoli ai più grandi, terminano la serata
con una grande soddisfazione consci del fatto di essersi resi attivamente
partecipi nella cura del proprio territorio attraverso un’attività divertente
che fa mantenere vivo il contatto con la Natura.
Un grazie, quindi, a tutti coloro che hanno dato una mano
anche quest’anno, dimenticandosi per qualche sera di altri impegni per poter
compiere un’azione tanto importante. E forse la storia che rane, rospi ed altri
anfibi non sono animali apprezzati, a causa di mille pregiudizi e della non conoscenza
del loro fondamentale ruolo ecologico, sta diventando sempre meno vera.
A cura di Simone - circolo Legambiente Lecco
SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO
SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO
IN ARRIVO A PRIM’ALPE 10 VOLONTARI STRANIERI
Trascorreranno da4 a 6 mesi impegnati in tante attività
dell’associazione, dai campi di volontariato alle Vacanze Natura, dalle
campagne informative alle attività di riqualificazione ambientale…
IN ARRIVO A PRIM’ALPE 10 VOLONTARI STRANIERI
Trascorreranno da
Saranno 10 i volontari che arriveranno da tutta Europa a
Prim'Alpe per svolgere da 4 a
6 mesi di volontariato presso le strutture in gestione a Legambiente Lecco dando
una mano nella gestione delle attività di volontariato dell’associazione. In
questi mesi, i volontari impareranno a lavorare, convivere in gruppi, mantenere
aree naturali… il tutto apprendendo al contempo una nuova lingua e facendo
nuove conoscenze.
Dal 2004 Legambiente Lecco è associazione accreditata per il
coordinamento e l’ospitalità di progetti di Servizio Volontario Europeo ed ha
già ospitato molti volontari a lunga permanenza. Il Servizio Volontario Europeo
(SVE) è un’opportunità di crescita professionale e personale che i giovani di
età compresa tra 18 e 30 anni, europei e non, possono compiere grazie al
supporto della Comunità Europea attraverso il programma Gioventù in Azione.
Quest’anno sono due i progetti di SVE gestiti da Legambiente
Lecco ed i volontari provengono da Cipro, Estonia, Francia (2), Gran Bretagna
(2), Grecia, Romania, Spagna e Ucraina. Un bel mix di lingue e culture,
nell’ottica di un mondo sempre più globale e in movimento.
Per maggiori informazioni sul Servizio Volontario Europeo
consulta il sito:
www.agenziagiovani.it
A cura di Simone - circolo Legambiente Lecco
AMIANTO: CHE FARE?
AVVIATA LA CAMPAGNA INFORMATIVA
AMIANTO: CHE FARE?
Buona la partecipazione, in particolare quella dei
Comuni, al Convegno, promosso dalla
Provincia di Lecco in collaborazione con Arpa, Asl e Legambiente, che si è
svolto a Lecco in sala Ticozzi venerdì 30 marzo. Per il 29 maggio è fissata la
prossima riunione del tavolo
coordinato dall’assessorato all’ambiente della provincia.
Al tavolo del convegno l’Assessore Provinciale all’Ambiente Carlo Signorelli, il Direttore della
ASL Marco Luigi Votta, il Direttore dell’ARPA Angelo Pirovano e, per il Coordinamento provinciale dei Circoli
Legambiente, Costanza Panella.
Interessanti e precise le relazioni e le esperienze
presentate.
Enrico Zini
dell’Arpa ha illustrato la metodologia utilizzata per la mappatura dall’alto
delle coperture in cemento-amianto in alcune zone della Lombardia nell’ambito
del Programma di Rimozione dell’Amianto in Lombardia che ha permesso di stimare
la superficie presente nell’intera Regione. Altro argomento il monitoraggio
delle fibre in aria attraverso stazioni di rilevamento collocate nei capoluoghi
di provincia lombardi.
Edoardo Bai del
Comitato Scientifico di Legambiente ha illustrato le conseguenze dell’amianto
sulla salute fornendo dati statistici che fotografano i processi e ha
sottolineato come sia da prevedere il picco della comparsa di mesotelioma nel
2015, quaranta anni dopo il massimo raggiunto dalla produzione di amianto nel
nostro paese.
Giovanni Achille,
Direttore del Dipartimento di prevenzione medica dell’ASL ha illustrato la
normativa vigente in Regione sottolineando l’insuccesso del censimento affidato
ai Comuni che a loro volta dovrebbero raccogliere le segnalazioni dei
proprietari o utilizzatori degli edifici. Positiva la tendenza per quanto
riguarda la rimozione delle coperture in cemento-amianto che è andata
aumentando nel corso degli ultimi anni fino ad attestarsi su circa 300.000 mq.
ogni anno.
Luciano Fascendini,
Assessore all’Ambiente del Comune di Mandello del Lario, ha riferito
l’esperienza del suo Comune, iniziata nel 2005 con una ricognizione aerea del
territorio che ha permesso l’individuazione delle coperture fornendo
l’informazione necessaria per realizzare il censimento attraverso
l’autodenuncia dei proprietari.
Alessandro Salvioni,
Sindaco di Robbiate, ha illustrato la situazione del proprio Comune,
soffermandosi sulle difficoltà incontrate, a causa del veto posto dalla
Soprintendenza, dal progetto di sostituire le coperture di due scuole con
pannelli fotovoltaici.
Vincenzo Ventricelli
di AzzeroC02, società creata da Legambiente, Ambiente Italia e Kyoto Club per
promuovere le energie rinnovabili, ha parlato del progetto Provincia Eternit
Free. Si tratta di sostituire le coperture dei capannoni in cemento-amianto con
impianti fotovoltaici a zero costo cedendo il diritto di superficie ad
AzzeroCo2 per 25 anni. Per le coperture di piccole dimensioni viene offerto il
supporto per promuovere gruppi di acquisto che riducano la spesa.
Roberto Colazzo di
Confartigianato ha illustrato le procedure tecniche che vengono seguite nella
fase di rimozione dell’amianto da parte di aziende autorizzate e ha
quantificato in 10-15 euro al mq il costo per copertura di una certa
dimensione.
Costanza Panella
ha così riassunto la posizione di Legambiente e l’iter che ha portato al
convegno. Il coordinamento provinciale dei tre circoli, Lecco, Lario Orientale
e Meratese, ha subito valorizzato l’attenzione al pericolo per l’ambiente e la
salute derivante dall’amianto manifestata dall’assessore Signorelli, proponendo
il collegamento alla campagna Provincia
Eternit Free messa in campo da Legambiente e AzzeroCo2. Collegare la rimozione del fibrocemento
all’installazione dei pannelli fotovoltaici può accelerare sia il processo
di censimento e autosegnalazione sia la bonifica poiché dà la possibilità di
usufruire di un extraincentivo del conto energia e della consulenza e aiuto per
le migliori condizioni di finanziamento e realizzazione. Il risultato è ancor
più netto se c’è un impegno da parte delle amministrazioni, come sta accadendo
in alcune regioni e in molte province, e come potrà venire anche dai Comuni,
sia con l’attuazione di azioni informative, sia con incentivi. I tetti di
eternit dei capannoni non possono che migliorare con i pannelli fotovoltaici e,
con un maggior riguardo per i nuclei storici, si può sviluppare un nuovo senso
del bello per il paesaggio che integra i pannelli nelle coperture degli edifici
residenziali o di quelli pubblici, un senso che nasce dalla consapevolezza che
questo giova all’ambiente e alla salute.
Il primo passo è
l’informazione corretta sulla effettiva pericolosità che dipende dallo
stato di conservazione, sulle leggi, sugli obblighi per l’amministratore e per
il cittadino, sugli aiuti che può chiedere, sui corretti comportamenti. Il
ruolo della provincia è importante sia nell’offrire informazioni e strumenti ai
Comuni, sia nel coordinare in seguito le azioni di informazione,
sensibilizzazione e assistenza che dovranno essere messe in atto ad opera delle
amministrazioni locali. C’è inoltre la necessità di attivare sistemi di
controllo delle procedure degli interventi di smaltimento, controllo che non
può essere in capo solo ai Comuni, che hanno scarso personale e spesso non
preparato.
Legambiente offre la
sua collaborazione anche con l’aiuto dei circoli locali e si augura che i
Comuni rispondano alla sollecitazione e si attivino all’interno di un
coordinamento a livello di distretto o provinciale.
Angelo Odone - Circolo
Lario Sponda Orientale
INCONTRO PUBBLICO CON IDROLARIO A BELLANO
INCONTRO PUBBLICO CON IDROLARIO A BELLANO
Una nota a margine dell’incontro del 23 marzo a Bellano
con Idrolario
Nella cronaca dell’assemblea pubblicata sui giornali non si è
dato conto dell’ intervento di una cittadina di Bellano, forse perché breve e
misurato, con il quale da una parte si richiamava l’attenzione sul fatto spesso
trascurato che l’acqua è un bene prezioso e dall’altra si denunciavano gli
aspetti iniqui presenti nella nuova tariffazione.
E’ importante ribadire che l’acqua è un bene comune da usare
con senso di responsabilità e che nel passato è stata pagata troppo poco dagli
utenti, arrivando a considerarla una risorsa illimitata e prestando poca
attenzione alla sua qualità (salvo poi comperare l’acqua minerale che costa
enormemente di più) e ai problemi inerenti alla sua depurazione.
Un aumento delle tariffe si rendeva necessario, ma il modo in
cui è avvenuto è criticabile sia perché, come si è detto nell’assemblea, non ha
rispettato il criterio dell’aumento graduale e della razionalità nel definire
le tariffe, sia perché l’ATO, Idrolario
e Lario Reti Holding non hanno fatto nulla per informare e coinvolgere i
cittadini in ciò che intendevano e che intendono fare.
Anche nell’assemblea non è emerso con sufficiente concretezza
un piano di investimenti tale da giustificare agli occhi degli utenti
quell’aumento delle tariffe. Nulla è stato fatto per chiarire il senso degli
intrecci societari e Idrolario sembra uno stato maggiore senza l’esercito.
Angelo Odone - Circolo
Lario Sponda Orientale