IL CIGNO

29 luglio 2011

FESTAMBIENTE ALPI ALLA SECONDA EDIZIONE
AI BAGNI DI MASINO DA VENERDì 29 A DOMENICA 31 LUGLIO
Laboratori, dibattiti, musica, mostre, passeggiate, arrampicata, degustazioni ... il tutto nella magica cornice della Foresta Regionale.



PROSSIMI APPUNTAMENTI:

CAROVANA DELLE ALPI
Potete trovare il programma degli eventi all’indirizzo:
http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/carovana-delle-alpi-2011

PULIAMO IL MONDO
16-17-18 settembre
23-24 settembre Le iniziative con le scuole

UN TUFFO PER L’ADDA

Per il secondo anno consecutivo il traghetto di Imbersago è servito da trampolino per il “Big Jump”, iniziativa europea che si svolge in contemporanea in diversi fiumi dell’Europa, in Lombardia sul Lambro, Olona, Ticino, Serio, Po e Adda; in contemporanea, alle ore 15.00 circa, migliaia di persone in tutta Europa si sono tuffate nei fiumi delle loro città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità e per richiamare le Istituzioni affinché siano raggiunti gli obiettivi di qualità imposti dalla direttiva europea sulle acque.
Ad Imbersago, Legambiente Meratese ha organizzato l’iniziativa, come lo scorso anno, con l’indispensabile collaborazione dei Canoa club che animano le acque del medio corso dell’Adda: il Canoa club di Calusco e Villa d’Adda. Il tuffo imbersaghese ha avuto il valore aggiunto della larga partecipazione di giovani, la più piccola addirittura di 9 anni, che con la loro partecipazione hanno posto l’attenzione sull’importanza del rispetto dell’ambiente anche in una prospettiva futura; perché, come ha dichiarato il Presidente del Canoa Club di Villa d’Adda, “se non abbiamo a cuore noi l'ambiente, chi lo potrà avere? Abbiamo portato anche i nostri ragazzi perché è a loro che dobbiamo lasciare il mondo, un mondo dove anche i fiumi devono essere più puliti”.

RIUNIONE COMITATO PER IL PLIS DEL MONTE DI BRIANZA A CAMPSIRAGO (COLLE BRIANZA) PRESSO IL PALAZZO GAMBASSI.

Il Comitato, in occasione dei mensili incontri di valutazione e promozione di iniziative per la sensibilizzazione delle popolazioni presenti nel territorio dei 13 Comuni candidati a costituire il Plis Monte di Brianza, si è incontrato presso il Palazzo Gambassi di proprietà del Comune di Colle Brianza, convenzionalmente affidato in gestione a Legambiente e a ScarlattineTeatro, per sottolineare idealmente e concretamente la vocazione dell'edificio quale Centro Parco e Punto informativo dell'Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei laghi briantei. In tale ottica il Comune di Colle Brianza ha ottenuto importanti finanziamenti dalla Fondazione Cariplo e dalla Provincia di Lecco per la ristrutturazione di palazzo  Gambassi. I punti all'OdG erano diversi a partire dalla valutazione sull'assemblea a Colle Brianza che ha avuto un esito deludente proprio per la difficoltà di aprire con alcuni scatenati interlocutori un serio confronto sull'utilità di istituire il PLIS. Sono state elaborate le proposte da inviare al Comune di Colle Brianza per la preparazione del PGT, nel quale si chiede di inserire l'esplicito riferimento alla costituzione del PLIS. Sono poi state programmate per settembre e ottobre le assemblee popolari a Olgiate Molgora, Garlate, Brivio, Oggiono e Santa Maria Hoè, durante le quali si continuerà nella raccolta delle firme.
Ampia discussione è stata riservata all'incontro avuto con l'Assessore provinciale alla cultura di Lecco Benedetti, al quale il Comitato scriverà ringraziando per la convocazione del 12 luglio e formulando la disponibilità a sottoporgli per la sponsorizzazione e il finanziamento le iniziative che il Comitato organizzerà nei Comuni compresi sia nel Territorio del PLIS che nell'area dell'Ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei per il loro valore complementare e sinergico.
Un esempio potrebbe essere quando domenica 9 ottobre le GEV del Parco Montevecchia e Curone organizzeranno la manifestazione “Da Parco a Parco” con escursione che partirà dal Parco di Montevecchia e dal Parco Monte Barro e si congiungerà attraverso il corridoio ecologico a Campsirago. Lì il Comitato potrà organizzare degli eventi di mobilitazione sul significato del PLIS e di intrattenimento, localizzati presso il palazzo Gambassi, come presentazione della sua candidatura a Centro Parco e Punto informativo dell'Ecomuseo.

Pierfranco Mastalli

IL MESSAGGIO DI GOLETTA: ENERGIE PULITE PER LA PACE
I RISULTATI DEL MONITORAGGIO DI GOLETTA SUL LARIO
Dodici i punti inquinati sul lago di Como, 7 fortemente inquinati sulla sponda lecchese, 1 punto inquinato e 4 fortemente inquinati sulla sponda comasca. Principali responsabili le foci dei fiumi e gli scarichi dei depuratori.

Ancora una volta le brutte notizie per il Lario arrivano dalle foci dei fiumi e dai depuratori mal funzionanti o inesistenti. Nonostante i parametri più permissivi dovuti all’entrata in vigore della nuova normativa sulla balneazione, il D.Lgs 116/2008, i punti inquinati restano ancora molti.
È questo il risultato del monitoraggio della tappa sul Lario della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati). I tecnici di Legambiente anche quest’anno hanno dato la caccia le situazioni critiche che minacciano la salute dei laghi italiani, puntando il dito contro il sistema di depurazione che ancora oggi rivela una grande falla nel sistema di gestione delle acque reflue.
Dalle analisi effettuate sul laboratorio mobile di Legambiente, sono risultati inquinati ben 12 punti sul lago di Como tra la sponda lecchese e quella comasca. Sulla sponda lecchese sono risultati fortemente inquinati 7 campioni: la foce del torrente Pioverna a Bellano, la foce del fiume Adda e il torrente Inganna a Colico, il campione prelevato nei pressi della spiaggia del depuratore di Dorio, la foce del torrente MerIa a Mandello del Lario, il campione prelevato nei pressi del parco comunale zona Malpensata di Garlate e la foce del torrente Esino a Perledo.
Sul versante comasco sono 4 i punti fortemente inquinati: la foce dei torrente Senagra a Menaggio, Telo ad Argegno, la foce del torrente nei pressi della spiaggia libera della località Bagnana del comune di Lezzeno e la foce del torrente Sorico nel comune omonimo. Risulta inquinato il campione prelevato a Como nei pressi del Tempio Voltiano.
Si riconferma il dato del preoccupante deficit di depurazione dei comuni dell’entroterra che rischia di compromettere gli sforzi, seppur ancora insoddisfacenti, che i comuni costieri stanno faticosamente mettendo in campo. – ha commentato Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente -. Per questo occorre sempre di più ragionare a livello di bacino se si vogliono risolvere davvero i problemi del lago di Como! Non è solo urgente continuare ad investire nell’adeguamento degli impianti di depurazione esistenti e nel completamento della rete fognaria circumlacuale ma anche dotare di infrastrutture fognarie i comuni o le frazioni dei comuni costieri che si estendono nell’entroterra. In questa situazione, il passaggio degli Ato alle Province rischia di allungare immotivatamente i tempi del risanamento del lago di Como”.
Ad appesantire il carico inquinante delle acque del lago contribuisce il fiume Adda che raccoglie i reflui della Valtellina. Una situazione simile e comune ad altri importanti fiumi lombardi che rischia di far pagare alla Lombardia una multa di centinaia di milioni di euro per l’avvio della procedura di infrazione proprio per la mancata depurazione dei corsi d’acqua e che potrebbero essere spesi in investimenti.
Imbarazzante infine, la situazione di alcuni depuratori. Non è solo il caso dei grandi depuratori che servono le città capoluogo, come nel caso dell’impianto lecchese il cui adeguamento continua a spostarsi nel tempo a causa di ritardi anche di natura burocratica, ma anche dei piccoli impianti che, come nel caso di Dorio continuano da quasi ormai un decennio a riversare nel lago acque non completamente depurate.
Le minacce per il Lario però non si fermano alla depurazione.
Oltre ai problemi legati alla qualità delle acque, al consumo di suolo e al paesaggio, merita una puntualizzazione la questione della gestione del demanio della navigazione – ha aggiunto Pierfranco Mastalli, presidente del circolo di Valmadrera-Lecco -. Diventa essenziale ed urgente che le due province, con il Consorzio del Lario e i laghi minori, predispongano un piano sostenibile di settore del demanio della navigazione, introducendo una moratoria sugli interventi nelle aree demaniali. Anche i problemi della navigazione pubblica sul Lario, possono essere affrontati dando responsabilità ad un’autorità provinciale partecipata dai comuni dove ridiscutere anche gli investimenti degli introiti da concessioni demaniali”.

BLITZ DI GOLETTA ALLA CENTRALE NELL’ORRIDO DI BELLANO
“ENERGIA RINNOVABILE, PULITA DAVVERO!”
Non è sufficiente che le fonti di energia siano rinnovabili, è necessario che vi siano vantaggi per le comunità, che l’intervento non sia aggressivo per il paesaggio e l’ecosistema.

Spedizione degli attivisti della Goletta dei Laghi di Legambiente questa mattina a Bellano, riuniti alla centrale idroelettrica dell’Orrido, per rivendicare attenzione al paesaggio costiero e agli impianti da fonti rinnovabili.
“E’ davvero pulita?” è il testo dello striscione srotolato sabato 9 luglio dalla squadra del Cigno Verde che ha voluto riportare alla ribalta, in occasione del passaggio di Goletta dei Laghi, i discutibili lavori di ristrutturazione e di ampliamento della centrale.
Nella zona dell’Orrido di Bellano, sottoposta ad un vincolo dal Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione generale antichità e belle arti) del 13 giugno 1953 per “il notevole interesse pubblico”, si sta realizzando un intervento senza attenzione all’ambiente e agli interessi della comunità locale.
Ci auguriamo che si arrivi ad una nuova convenzione con il Comune che non si riduca ad ottenere qualcosa in più ma affermi la salvaguardia dei diritti pubblici e la competenza comunale negli aspetti edilizi e paesaggistici, e che sia costruita anche attraverso l’informazione e il coinvolgimento dei cittadini.
Legambiente ha già espresso un anno fa la propria opposizione a fronte delle sostanziali difformità riscontrate nelle tavole di cantiere e nello stato dei lavori rispetto al progetto approvato, in particolare per le dimensioni della vasca e della condotta forzata. Il cantiere è stato fermato e chiuso per oltre un anno.
Difformità nelle varianti relative alla derivazione e alle opere non autorizzate che la Regione ha ritenuto di non assoggettare a VIA - valutazione di impatto ambientale - e una certificazione paesaggistica anche sulle difformità rispetto all’autorizzato (compresa la vasca quadruplicata con l’evidente impatto visivo per l’innalzamento del muro di contenimento e la modifica della sua forma prima arrotondata e ora squadrata) che la Provincia di Lecco ha rilasciato sentito il parere della Soprintendenza. Ultimo ma essenziale aspetto: l’eliminazione della cascata, elemento del paesaggio di Bellano.
Il messaggio è chiaro: non è sufficiente che le fonti di energia siano rinnovabili, è necessario che vi siano vantaggi per le comunità, che l’intervento non sia aggressivo per il paesaggio e l’ecosistema come nel caso delle numerose captazioni richieste o già realizzate sui torrenti dell’alto lago, come in Valvarrone.
Non è con questi progetti e neppure con quello della centrale a biomasse a Lierna che si pratica una via corretta all’uso delle rinnovabili. Il risparmio di risorse e l’efficienza sono la prima fonte di energia e devono suggerire i criteri per la produzione dell’energia pulita.
È indubbio che le rinnovabili rappresentino il futuro energetico, soprattutto dopo l’esito del referendum che ha ribadito un chiaro no all’atomo. Per questo Goletta dei Laghi ha lanciato lo slogan “Energie pulite per la pace”: un invito a sostenere l’utilizzo di fonti energetiche alternative per mettere fine allo sfruttamento di risorse naturali e umane.

GLI ANTI-CASTA CHE TANTO PIACCIONO ALLA VERA CASTA
di Mao Valpiana *

La campagna “moralizzatrice” degli anti-casta ormai dilaga ovunque. Non solo in rete e nei social network, ma anche sui quotidiani a grande tiratura, ed ora perfino nei telegiornali di Rai e Mediaset. A questo punto, come vuole la proverbiale locuzione latina, mi sono chiesto: cui prodest? (“a chi giova?”).
Fino a quando a protestare contro indennità, vitalizi e privilegi dei parlamentari erano i grillini o il popolo viola, tutto mi sembrava regolare e per certi versi coerente. Ma quando hanno cominciato ad accodarsi i quotidiani di ogni orientamento, comprese le corazzate di Repubblica e del Corriere (che ricevono contributi a fondo perduto dalla Legge per l’editoria, che si sono guardati bene dall’inserire negli elenchi degli sprechi), allora ho incominciato ad avere qualche prurito; è divenuta una vera allergia quando anche il paludatissimo TG1 ha dato voce alla rivolta anti-casta, attaccando il bilancio della Camera come se fosse la causa principale della voragine del debito pubblico italiano. E quindi, dopo aver messo alla gogna non solo i parlamentari, ma anche i consiglieri regionali, provinciali, comunali, quasi che bisognasse vergognarsi di essere stati eletti e sentirsi accusati di “vivere sulle spalle del popolo”, ecco che iniziano ad arrivare le proposte per porre rimedio a questo sperpero: abolire le province, ridurre il numero di senatori e deputati, ridurre il numero dei consiglieri regionali, provinciali, comunali, tagliare tutte le indennità.
L’idea che sta avanzando nel paese è che tutti coloro che ricoprono una carica elettiva fanno parte della Casta e che la Casta è uno sperpero di denaro pubblico. Non ci vorrà molto, dopo che tutti si saranno convinti che deputati e senatori sono troppi, a far passare l’idea che avere due Camere è un lusso che non ci possiamo più permettere, che forse ne basterà una sola, magari con poche decine di rappresentanti, e poi sarà un bel risparmio abolire anche quella (... tanto nel “parlamento” si fanno solo chiacchiere...) e affidare tutto il potere al governo, che basta e avanza!
La vera Casta (cioè i gruppi economici e finanziari – proprietari anche di quotidiani e televisioni -che non hanno bisogno di passare dalla prova elettorale per esercitare il proprio potere) ha tutto l’interesse a favorire lo tsunami anti-casta: meno deputati significa meno controllo, e sarà più facile comprare i pochi rimasti che saranno emanazione diretta dei partiti di governo e non più rappresentanti del popolo eletti nel territorio, come voleva la Costituzione.
L’operazione, pianificata dalla P2 di Licio Gelli, di svuotare il parlamento delle sue prerogative di rappresentanza popolare e controllo sull’esecutivo, dopo essere passata dalla liquidazione del sistema proporzionale al presidenzialismo di fatto, si sta concludendo con la spallata dell’anti-casta.
Si riempiono le pagine di facebook e dei giornali con invettive contro l’indennità di funzione parlamentare, e si tace (con rare eccezioni nel mondo pacifista, nonviolento e cattolico) sulla voragine delle spese militari, dei costi per i cacciabombardieri F35 e per le missioni di guerra in Afghanistan e Libia. Basterebbe il taglio del 10% di queste voci per coprire l’intera manovra, ma si preferisce dissertare su quanto costano i viaggi aerei dei parlamentari che vanno a Roma.
Evidentemente c’è una regia. I direttori dei quotidiani, da Repubblica al Corriere, da Libero al Giornale (che hanno stipendi più alti dei parlamentari) attaccano la Casta, come se loro stessi non ne facessero parte, e si guardano bene dallo spiegare ai lettori che vi è un’altra Casta – quella militare – che pesa veramente sul debito pubblico; non spiegano i costi di Finmeccanica perchè i loro editori fanno parte della stessa famiglia industriale. È molto più facile e popolare giocare al tiro al piccione-parlamentare che studiare e denunciare il complesso militare-industriale.
Se c’è un motivo serio per condannare il Parlamento è quello di aver violato la Costituzione, che “ripudia la guerra”, con il voto a favore dei bilanci militari e delle missioni belliche all’estero. Se tutti gli anti-casta concentrassero le loro energie su questo, avremmo risolto gran parte dei nostri problemi.

* Presidente del Movimento Nonviolento Verona, 21 luglio 2011

OSSERVAZIONI INOLTRATE AL COMUNE DI LECCO PER I LAVORI DEL P.G.T.

SERVIZIO METROPOLITANO INTEGRATO CON TRAM-TRENO NELL’ AREA LECCHESE, CON L’USO DELLE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI VERSO SONDRIO, BERGAMO, MILANO, MOLTENO E COMO.
Negli ultimi tempi abbiamo registrato zero interventi nella mobilità su acqua e solo uno nel settore ferroviario (il raddoppio Airuno-Carnate, unica novità dal dopoguerra ad oggi), mentre la riqualificazione delle linee ferroviarie Lecco-Molteno e Lecco-Como  rimane nell’elenco del libro dei sogni e la realizzazione del servizio metropolitano(uso aggiuntivo e innovativo delle linee Lecco-Calolzio, Lecco.Mandello e Lecco-Oggiono) è stato perfino dimenticato come concetto.
Di fronte al continuo aumento del traffico automobilistico con evidenti intasamenti, peggioramenti della qualità della vita e danni ambientali, non affrontare il problema con modalità di servizio tipo metropolitano, usando la rete ferroviaria esistente,ovviamente con implementazione del numero delle fermate e delle corse, con uso di mezzi tecnologicamente adatti come possono essere i TRAM-TRENI, rappresenta una politica cieca e senza prospettive nell’affrontare l’emergenza mobilità nell’area lecchese.
Le soluzioni in campo europeo sono diverse a seconda delle caratteristiche del contesto urbano, delle linee ferroviarie esistenti e della presenza o meno di linee tranviarie con le quali integrarsi con lo stesso vettore. Inizialmente limitati a grandi aree metropolitane, si sta ora assistendo alla realizzazione di sistemi integrati ferroviari anche in ambiti territoriali di medio-piccola dimensione, come nel caso di Zug (Svizzera) città sul lago, simile morfologicamente a Lecco, di soli 23.000 abitanti, costituendo un importante anello intermedio fra i sistemi urbani (Bus-Tram-Metrò) e la ferrovia classica e consentendo un modello di mobilità sostenibile attestata su un trasporto pubblico di qualità, veloce, capiente e relativamente capillare.
Purtroppo dopo l’inerzia della passata Amministrazione in questo settore, la nuova Amministrazione provinciale nelle sue linee programmatiche non ha fatto alcun cenno a questa problematica.
Legambiente continuerà a “spingere” in direzione del servizio metropolitano su ferro. Il servizio metropolitano ferroviario nell’area lecchese darebbe un grosso contributo alla diminuzione delle emissioni di CO2 e del traffico caotico.

ADEGUAMENTO STAZIONE FERROVIARIA DI LECCO E RAZIONALIZZAZIONE INTERMODALITÀ FERRO-GOMMA PER QUESTO IMPORTANTE NODO DI VALENZA SOVRA-COMUNALE.
Va prevista nel piano dei Servizi e delle Regole la soluzione della:
a) accessibilità “privilegiata e preferenziale” ai bus sui percorsi cittadini convergenti in Stazione;
b) nuova mobilità indotta dal futuro Polo universitario;
c) previsione di fermate “leggere” intermedie in Lecco (dove esistono centri attrattori) dei treni del Servizio metropolitano;
d) liberazione di Piazza della Stazione di Lecco dalle auto private, trovando qui e in piazza Sassi (senza posteggio auto) un dignitoso Terminal dei Bus urbani ed extraurbani con sala di attesa e servizi informativi per i passeggeri;
e) fase di trasferimento dei passeggeri dai bus ai treni e viceversa;
f) estensione delle pensiline in stazione con eliminazione delle barriere architettoniche.
I problemi di trasporto per loro natura sono complessi e necessitano di una visione a rete, coordinata nella programmazione urbanistica e nella realizzazione, con interventi fra loro coerenti, d’intesa con altri Enti.
Mentre la soluzione prospettata e i lavori eseguiti e da fare per l’adeguamento e la ristrutturazione  dell’attuale stazione di Lecco mettono in evidenza l’incongruenza e la non indispensabilità del costoso e difficilmente utilizzabile sovrappasso da Piazza Sassi alle Meridiane e la necessità di una sistemazione funzionale di Via Porta, una visione più allargata richiama all’attenzione la opportunità di programmare  una nuova stazione in una diversa localizzazione, in funzione di un auspicato nuovo asse ferroviario a servizio dell’indispensabile collegamento delle Province di Lecco, Como e Sondrio con il sistema di trasporto su ferro del Nord Europa (attraverso il breve traforo della Mesolcina o dello Stelvio), da sottoporre all’attenzione della Regione Lombardia, dopo che il Piano Territoriale della Provincia di Lecco del 2004 lo ha ricordato.

PORTO CAVIATE E NAVIGAZIONE PUBBLICA LACUALE
Nella Tavola DP 4 Tavole delle Previsioni di Piano troviamo alle Caviate una indicazione di Servizi di valenza sovracomunale, insieme a quelle per la strada LC/BG e per i corridoi regionali.
Dobbiamo far notare come:
A) L’individuazione della localizzazione del nuovo porto di interesse sovracomunale non deriva da una programmazione generale dell’intero bacino del Lario, ma da una scelta unilaterale del Comune di Lecco, a scapito degli altri Comuni in quanto il lago è patrimonio di tutti, in particolare per quanto riguarda le bellezze paesaggistiche, la salubrità dell’acqua e aria e l’equilibrio idrogeologico e ambientale.
B) Il proposto porto alle Caviate non è previsto dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Lecco in vigore dal 30/03/04 le cui Norme di Attuazione all’art. 44 c. 2 prescrivono: “Le nuove strutture saranno programmate attraverso un piano di settore provinciale delle rive lacuali, delle sponde, degli approdi e dei porti turistici con scelte fortemente orientate alla sostenibilità, sia a fronte del valore del Lario e dei laghi minori quale grande patrimonio della risorsa idrica avente crescente valenza strategica, sia per la rilevanza paesistico-ambientale del lago e delle sue sponde.”
Il Piano di Settore è in fase di avvio in sinergia fra le due Province di Como e di Lecco e il Consorzio del Lario e dei laghi minori, promosso e costituito nel febbraio 2004 per iniziativa delle Province di Lecco, Como e di alcuni Sindaci dei Comuni rivieraschi, con l’adesione dell’80% dei Comuni lacuali (Lecco no) al fine di ricevere e gestire in modo unitario su tutto il Lario e i laghi minori le deleghe sia comunali che provinciali in materia di demanio lacuale della navigazione nell’interesse pubblico, con razionalizzazione dei servizi per i Cittadini e per la salvaguardia, tutela, valorizzazione e uso sostenibile delle acque, sponde e rive.
Il neo-Consorzio sta già operando attivamente innanzitutto per la gestione delle pratiche di concessione demaniale, in passato trascurate, per il rilascio delle nuove concessioni, per gli interventi di messa in sicurezza,ampliamento ed adeguamento delle opere portuali, degli ormeggi,dei nuovi attracchi pubblici e per gli altri significativi scopi statutari.
I mezzi finanziari derivano dalle entrate da concessioni demaniali (il 60% rimane ai comuni consorziati tramite il Consorzio e il 40 % va alla Regione che lo investe ancora sul demanio con interventi programmati con il Consorzio).
C) la zona scelta per l’intervento proposto non assomma caratteristiche ambientali e territoriali tali da candidarsi ad accogliere una struttura portuale a valenza sovracomunale, perché siamo in presenza di un semigolfo, spazzato da forti venti, nel punto in cui il lago si restringe ed è a diretto contatto una strada di collegamento strategico (con intasamenti alla domenica, in caso di incidenti nell’attraversamento sotterraneo, con passaggio dei tir con materiali pericolosi ecc.), a ridosso del S. Martino geologicamente a rischio per la presenza di crolli attivi. Un ipotetico servizio di valenza sovracomunale non porterebbe alcun beneficio per un miglior servizio di navigazione pubblica nel ramo di Lecco, in quanto non risulta che agli atti ci sia una previsione di alcun attracco e rimessaggio per i battelli, imprescindibile condizione per un razionale servizio pubblico lacuale nel ramo di Lecco vista la distanza dai cantieri di Tavernola (Como) e di Dervio. I posti barca - in particolare per motoscafi - sono funzionali alla valorizzazione dell’edificazione residenziale di lusso (vedi seconda casa), creando però tutte quelle criticità che non possono essere totalmente eliminate (cementificazione della costa con riporto di materiale, intasamento da traffico, impatto acustico ed inquinamento con incidenza negativa sul prelievo dell’acqua potabile del Consorzio Brianteo nello specchio antistante, sull’attività di pesca, esercizio del canottaggio,canoa, windsurf). Nuovi posti barca in rapporto alle reali esigenze e alla capacità di contenimento del bacino del ramo di Lecco potranno essere reperiti con una programmazione che preveda il potenziamento dei porti esistenti ed aventi requisiti soddisfacenti, a partire dal porto di Parè (Valmadrera) con rimessaggio nell’area ex Ilsea, oppure attraverso la individuazione di una zona ideale per la portualità, a prescindere dal Comune di appartenenza e fatti salvi i consensi degli Enti interessati. Per questa prospettiva sono necessari alcuni passaggi fondamentali da citare nelle linee strategiche di Piano:
a) inserimento nella L.R.22/98 riforma del Trasporto Pubblico Locale l’obbligatorietà dei Consorzi lacuali per la gestione del demanio lacuale;
b) adesione del Comune di Lecco al Consorzio Lario e laghi minori al quale si dovrà chiedere un forte impegno per portare a termine in tempi brevi con la regia delle due Province di Como e Lecco il Piano di Settore del Demanio della navigazione (portualità, mobilità sul Lario e tutela sponde);
c) assunzione da parte del sopraccitato Consorzio della regolamentazione del trasporto pubblico lacuale e della sua gestione attraverso un provvedimento regionale concordato per quanto riguarda i finanziamenti, in aggiunta alla disponibilità del 40% sulle concessioni demaniali oggi versati alla Regione, e i trasferimenti dei beni mobili e demaniali, come già è avvenuto sul lago d’Iseo: per questo passaggio già sussistono le condizioni di legge (vedi sopraccitata Legge Regionale 22/98 art. 24 bis Navigazione pubblica di linea sui laghi);
d) funzionamento di un punto di attracco e rifornimento dei battelli o natanti per servizio pubblico nel basso bacino lacuale del ramo di Lecco;
e) applicazione della programmazione del P.T.C.P. della Provincia di Lecco (vedi Schede Progetto n. 7 Riqualificazione sponde del Lario,dei laghi minori e del fiume Adda - Navigabilità e n. 8 Strutture di approdo per Intermodalità gomma-acqua) dove nei risultati attesi è scritto:
non si tratta solo di gestire il demanio, bensì di programmare gli interventi sulle coste al fine di salvaguardarne e valorizzarne le specifiche caratteristiche e di organizzare una funzionale navigazione per il trasporto pubblico e il diporto secondo criteri ecocompatibili.
In prospettiva il Consorzio Lario e laghi minori potrà diventare anche lo strumento per governare la programmazione e la regolazione del trasporto pubblico sul Lario.”
Per queste azioni è necessario un’azione corale: fino a quando ogni singolo attore continuerà ad occuparsi unicamente del proprio piccolo orticello (anche se capoluogo di provincia) non si andrà molto lontano.
È quindi necessario prevedere e sostenere politicamente e con finanziamenti della Regione e del Consorzio Lario e laghi minori almeno:
a) un nuovo collegamento veloce mattino/sera per studenti e lavoratori fra Varenna, Bellagio, Oliveto Lario, Lierna, Mandello, Abbadia e Lecco;
b) un nuovo servizio con natanti leggeri e frequenza almeno ogni ora per il collegamento con Lecco dei comuni di Garlate, Vercurago, Pescate, Malgrate, Parè di Valmadrera (servizio tipo laguna veneta);
c) un nuovo servizio con buone frequenze per il collegamento delle due sponde del bacino del ramo di Lecco da Varenna e Bellagio fino a Lecco toccando tutti i pontili esistenti);
Navigabilità e turismo resteranno parole vuote ed ingannevoli se non si porrà mano agli interventi sopraccitati.
I richiami alla programmazione del PTCP per quanto riguarda la mobilità lacuale non trovano esaustivo riscontro nella Tav. DP 1 A Schema strategico scala territoriale: non ci sono altre indicazioni oltre la scheda proposta dai Comuni P20, mentre cartograficamente appare una sola rotta nel lago dall’imbarcadero verso Nord, mentre verso sud (lago Garlate) nessun percorso lacuale.
In conclusione, sulla mobilità sia ferroviaria che lacuale il Documento di Piano è molto carente: non rispetta o non richiama le schede progetto del PTCP e contemporaneamente dimentica le previsioni del vigente PRG sul “Servizio Metropolitano”: qui si può tagliare e perché non viene fatto così anche per alcuni ATS (Ambiti di trasformazione strategica) ora riproposti con diverso nome secondo la filosofia della nuova legge 12/2005?

Lecco 21/7/2011
Il Presidente di Legambiente Lecco onlus Pierfranco Mastalli
Il Presidente di Movimento Consumatori Lecco Davide Agostoni

AL COMUNE DI LECCO - UFFICIO DI PIANO - LECCO
ECOMUSEO DELLA PESCA E PARCO FLUVIALE A PESCARENICO

Trasmetto un’idea per itinerari e progetti in grado di fare di Lecco una città capace di proposte culturali e di un’offerta che sappia valorizzare le sue peculiarità e insieme aprirsi al mondo esterno. Questo progetto, già inviato il 3 aprile 2009 al settore urbanistica del Comune (senza risposta) viene riproposto in questa fase di “suggerimenti e proposte” apertisi per i lavori del nuovo P.G.T. (Piano di Governo del Territorio).
È un’interessante occasione per iniziare un percorso di rinascita culturale di Lecco a partire da Pescarenico, da far diventare il luogo e il simbolo delle identità, cultura e tradizioni rivisitate per una migliore qualità della vita dei Cittadini, attraverso una riappropriazione di uno spazio strategico, storico e letterario fra lago, Adda e Resegone, dove il pensiero si fa azione e si irradia su tutto il Territorio.
Bisogna solo avere il coraggio una volta tanto di tagliere qualche volume edificato e restaurare un settore di città, dove mettere a disposizione dei Cittadini un PARCO FLUVIALE, ripensando in funzione delle esigenze per i servizi e gli insediamenti di valenza sia rionali che comunali e sovracomunali l’uso dell’area e dell’edificio ICAM. Quest’area insieme a quella dei Vigili del Fuoco, proprio per la loro collocazione vicino ad uno dei veri caratteristici luoghi manzoniani, e per la presenza di un magnifico lungofiume, rappresentano una delle porte più prestigiose di entrata alla Città. Qui inoltre ritroviamo ancora la pratica della pesca ed il commercio ittico, e quindi un ECOMUSEO del lago e della pesca sul  Lario, nei laghi briantei e nell’Adda avrebbe una sua naturale, significativa e logica collocazione anche fisicamente: non come memoria ma come prospettiva di valorizzazione di una attività che è anche di supporto al turismo e alla salvaguardia della qualità delle acque.
Vedo questa iniziativa legata alla raccolta di tutte le attrezzature ed esperienze dei pescatori, diverse da lago e da fiume, alla conoscenza anche in funzione didattica di tutte le varietà di pesci presenti, da mostrare in vetrinette con il loro ambiente naturale, una per ogni specie, con accanto un laboratorio didattico per la conoscenza dei diversi modi di cucinare i pesci secondo le tradizionali ricette e con la possibilità di organizzare per i turisti uscite in barca con pescatori, per una esperienza diretta di cattura nelle diverse forme qui praticate. Credo non possa sfuggire l’importanza di questo progetto, da condividere con le Istituzioni e le Associazioni interessate del Territorio, anche in vista dell’Expo 2015, che, vedi caso, ha come tema l’alimentazione.
Ci auguriamo che non venga lasciata cadere nel … lago questa eccezionale occasione di crescita culturale e turistica per la nostra Città e per l’intero Territorio lacuale, componente essenziale del Lario e dei laghi insubrici che meriterebbero di essere inseriti nella lista del patrimonio dell’Unesco, con una proposta già sottoposta all’Assessorato regionale al Territorio in occasione di una riflessione sui valori paesaggistici da tutelare e valorizzare quando si discusse del Piano Paesaggistico Regionale e del P.T.R e ripresa nel Convegno “Il Bel Paese si specchia nel Lario” organizzato recentemente dai Circoli di Lecco e Lario Orientale di Legambiente a Varenna. Il compito di condividere il progetto e di istruirlo per la parte amministrativa dovrebbe essere assunto dalla segreteria del Comunità di Lavoro “Regio Insubrica”.
Ringraziando per l’attenzione, cordialmente saluto.

Lecco 22/7/2011, Pierfranco Mastalli – Presidente Legambiente Lecco onlus