IL CIGNO

29 marzo 2011

Vacanze Natura 2011: sono aperte le iscrizioni!

Una vacanza divertente, vissuta come un gioco coinvolgente e caratterizzata da aspetti importanti quali la convivenza con altri ragazzi e il rapporto diretto con la natura. Le settimane di Vacanza Natura di Legambiente sono una proposta di turismo sostenibile, che, come tale prevede la diffusione di una "cultura della cura" che, nel caso dei ragazzi, può essere percepita se si è in grado di far loro comprendere che le montagne, le colline, i boschi, i fiori appartengono anche a loro e possono essere fonte di altrettanto divertimento. Le proposte 2011 sono rivolte a:
- bambini della terza, quarta e quinta elementare (Vacanza Natura Junior);
- ragazzi della prima e seconda media (Vacanza Natura Young);
- nuclei familiari (Vacanza Natura Family)!
Ciascun turno sarà formato da circa 15 partecipanti.
LUOGHI E TURNI:
Casera dei Bagni di Masino (San Martino - SO):
- da domenica 12 a sabato 18 giugno (Junior)
- da domenica 19 a sabato 25 giugno (Junior)
- da domenica 26 giugno a sabato 2 luglio (Young)
- da domenica 3 a sabato 9 luglio (Junior)
Fenilett della Valvestino (Turano - BS):
- da domenica 12 a sabato 18 giugno (Young)
- da domenica 19 a sabato 25 giugno (Junior)
- da domenica 26 giugno a sabato 2 luglio (Junior)
- da domenica 10 a sabato 16 luglio (Junior)
- da domenica 7 a lunedì 15 agosto (Family)
Centro Educazione Ambientale di Prim'Alpe (Canzo - CO):
- da domenica 12 a sabato 18 giugno (Junior)
- da domenica 19 a sabato 25 giugno (Junior)
- da domenica 17 a sabato 23 luglio (Junior)
- da domenica 24 a sabato 30 luglio (Young)
Per iscriversi è necessario telefonare allo 0341.202040 per verificare la disponibilità dei posti (massimo 15 per turno); sarà quindi inviata una scheda con le informazioni per il completamento l'iscrizione.
Il contributo richiesto, comprensivo di vitto e alloggio per una settimana, assicurazione, materiali didattici, animazioni ed uscite, è di:
Vacanza Natura Junior e Vacanza Natura Young € 240
Vacanza Natura Family
€ 350 1 genitore + 1 figlio
€ 500 2 genitori + 1 figlio
€ 150 per ogni bambino in più
Ogni partecipante deve essere in possesso della tessera di Legambiente. I costi delle tessere sono:
- € 10 fino a 14 anni
- € 15 dai 15 ai 28 anni
- € 30 oltre 28 anni
- € 50 tessera collettiva (per famiglie: non comprensiva di assicurazione)
Le iscrizioni dovranno pervenire a Legambiente Lecco Onlus.
Per ulteriori informazioni:
tel. 0341.202040
tutti i martedì e giovedì (dalle 17:00 alle 19:00) sarà presente in ufficio l'operatrice (Laura) responsabile delle iscrizioni.
e-mail lecco@legambiente.org

27 marzo 2011

COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE DEL CAMPELLO A BRIVIO
Termina con una giornata di inaugurazione il progetto di educazione ambientale dal titolo “Tra Terra e Acqua”.

Il 20 marzo appena trascorso si è svolta l’inaugurazione del “Campello” di Brivio, area umida appena fuori dalla città e che è stata recentemente riqualificata dall’Amministrazione Comunale di Brivio. Termina, quindi, il progetto di educazione ambientale che vedeva Legambiente Lecco collaborare con la scuola Media di Brivio per la realizzazione del percorso didattico che riguarda le piante presenti in quest’area. Uscite sul campo, interventi in classe e laboratori didattici hanno coinvolto gli alunni delle medie che poi hanno provveduto a fare delle ricerche storico-naturalistiche dell’area, raccogliere il materiale e preparare dei pannelli didattici da disporre lungo il percorso.

La giornata d’inaugurazione è iniziata alle 11.00 della mattina con il taglio del nastro da parte dell’Assessore all’Ambiente, Marco Rossi, che, in presenza delle autorità quali il sindaco di Brivio, Stefano Motta, il consigliere del Parco Adda Nord, Fernando Massironi, ed il presidente di Legambiente Lecco, Pierfranco Mastalli, ha sancito l’apertura al pubblico dell’area. L’inaugurazione è continuata al pomeriggio con la lettura teatrale, tenutasi presso l’arena didattica del Campello stesso, di e con Gabriella Magni e Luca Abbà tratta dal testo di Jean Giono dal titolo “L’uomo che piantava gli alberi”. In ultimo, una presentazione di fotografie dal titolo “Gli uccelli della Palude di Brivio”, a cura del Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta di Varenna, ha potuto far vedere quale ricchezza faunistica si trova nel Parco Adda Nord, evidenziando la necessità di tutelare il territorio.
Grazie ai volontari dell’Associazione Pescatori di Beverate, che provvederanno anche al mantenimento dell’area stessa, il Campello di Brivio sarà visitabile durante le domeniche. Vi invitiamo pertanto a percorrere l’alzaia, che da Brivio va verso Lecco, per immergervi in un angolo di natura dove poter osservare fauna e flora locale, imparando qualche curiosità su piante e storia del luogo.

COMUNICATO STAMPA
FESTA DELL’ALBERO A SUELLO
Le elementari in azione nella scuola elementare di suello ci si impegna attivamente per compensare le emissioni di anidride carbonica.

La “Festa dell'Albero” è da sempre una delle campagne di Legambiente più popolare e partecipata a livello nazionale: migliaia i cittadini armati di spirito d'ambientalismo e senso estetico che nel periodo da novembre a febbraio sfruttano le iniziative Legambiente per un' “opera di giardinaggio” allargata su tutto il proprio territorio.
Anche i bambini della scuola elementare di Suello, accompagnati da insegnanti, amministratori, volontari di Legambiente Lecco, del Comune e del Gruppo Difesa Natura, non sono stati da meno. La mattina del 18 marzo, infatti, nell'ambito del progetto “Il Lago Riscoperto”, fortemente voluto dall'Amministrazione Comunale e finanziato con il bando della Fondazione Provincia di Lecco, i bambini hanno piantato una cinquantina di piante, tra aceri, carpini, farnie, sanguinelli e ontani. L'area da abbellire presso la casetta costruita recentemente dal Consorzio dei Laghi Minori in riva al lago di Annone. È stato un momento educativo, ma soprattutto un momento di festa, dove i bambini hanno potuto imparare a rispettare l'ambiente divertendosi e sporcandosi le mani.
Inoltre, le piante sono state disposte in maniera tale da creare una barriera naturale che possa fungere da filtro fonico per attenuare l'impatto acustico causato dalla presenza della strada statale 36, arteria viaria molto trafficata. Prossimamente questi boschi che circondano la casetta e le rive del lago vedranno la presenza di studiosi impegnati a rilevare quantità e specie di uccelli stanziali o di passo.
Questa iniziativa, infatti, rappresenta non solo un simpatico e coinvolgente metodo per divertirsi, conoscere la natura e salvaguardare il pianeta, ma anche un'ottima offerta formativa per i più giovani, avvicinandoli al mondo naturale con curiosità e partecipazione.
Nel suo piccolo la scuola ha quindi contribuito attivamente ad un progetto di salvaguardia ed educazione ambientale ponendosi come esempio di consapevolezza del patrimonio naturale locale.

8 MARZO E 17 MARZO
DONNE CHE HANNO FATTO L’ITALIA
Cristina Trivulzio Belgioioso, esempio di “donna illustre” del Risorgimento

L’ambiente culturale della prima metà dell’Ottocento fu unanimemente concorde nel riaffermare l’inferiorità della donna, alla quale doveva essere impartita una istruzione funzionale ai compiti di moglie e madre che la natura le aveva affidato. In questo contesto assunse un’importanza rilevante il tema della “donna illustre”, della donna cioè che ispirava gesta eroiche o che si distingueva particolarmente nelle arti e nelle scienze, così che non venisse dimenticata la possibilità che delle donne esplicassero un’attività al di fuori dell’ambito familiare, anche se si trattava di donne appartenenti all’élite politica e culturale.
Cristina Trivulzio Belgioioso è l’esempio tipico di “donna illustre” del Risorgimento. Educata al femminismo da Bianca Milesi, Cristina fu, ovunque si recasse, non solo ideale ambasciatrice dell’unità nazionale ma anche sostenitrice della necessità di una soluzione risorgimentale socialmente avanzata, più vicina alle aspirazioni mazziniane e sansimoniane che a quelle conservatrici o giobertiane. Partecipò attivamente alle vicende politiche del tempo cosa che i contemporanei consideravano troppo passionale e scandalosa, essendo lei donna e nobile. Meno nota è la sua attività di riformatrice sociale.
Tornata da Parigi nella casa prediletta di Locate di Triulzi, conoscendo le condizioni di vita dei contadini locatesi, decise di iniziare a lavorare per migliorarle. Nel 1840 fondò un asilo infantile e una scuola elementare. Benché il suo progetto venisse da subito dichiarato pazzo e sovversivo dai proprietari agrari e guardato con sospetto dai locatesi, Cristina continuò nella sua opera. Aprì due scuole superiori, una per i ragazzi nella quale veniva insegnata geometria applicata alla tecnica agraria, l'altra per le ragazze dove veniva insegnato a leggere, scrivere e contare. Nel dicembre 1845, la principessa aprì una scuola di canto dove era lei stessa ad insegnare. In seguito organizzò ateliers per rilegatori, restauratori di quadri e pittori. A Locate decise anche di occuparsi di politica per assumere cariche amministrative aventi lo scopo di aiutarla nel conoscere i bisogni dei contadini. Esempi di questo suo impegno sono: la chiusura delle osterie dopo le nove di sera e durante le funzioni religiose, l'obbligo da parte dei parenti di mandare a scuola i figli, la carcerazione di ladri e briganti, la manutenzione delle strade, la costruzione di un giardino pubblico per la ricreazione dei lavoratori, l'illuminazione pubblica, la creazione di strutture per la salvaguardia della salute dei contadini, quali il pubblico scaldatoio e la cucina economica. Il primo era un vasto locale illuminato e riscaldato al pian terreno del suo palazzo dove giorno e sera potevano stare fino a trecento contadini, la seconda era una mensa comune dove i contadini potevano gustare un’ottima minestra per un decimo del costo (pagamento simbolico pensato appositamente per vincere la pigrizia e la mendicità).
Il 20 aprile 1848 nella repubblica romana venne costituito un Comitato di soccorso ai feriti: ne facevano parte Enrichetta Di Lorenzo, compagna di Carlo Pisacane, la marchesa Giulia Paulucci e un sacerdote liberale. Cristina fu nominata direttrice delle ambulanze militari. Era la prima volta che un simile incarico veniva affidato ad una donna e la principessa si dimostrò pari all'impresa grazie al suo dinamismo, al suo talento di organizzatrice, al suo spirito riformatore. Cristina denunciò gli infiniti abusi riscontrati negli ospedali, ma non si limitò a questo. Realizzò un'idea del tutto nuova e addirittura rivoluzionaria creando l'assistenza infermieristica femminile laica. Le infermiere volontarie nacquero con l'appello della principessa, e delle altre signore del Comitato di soccorso, alle donne italiane perché accorressero ad assistere i feriti della Repubblica. All'appello risposero numerosissime, senza distinzione di origine e classe, romane e forestiere, aristocratiche e popolane. Lo slancio patriottico coinvolse oneste matrone e prostitute di professione. La selezione fu molto dura. Solo trecento donne vennero impiegate. Naturalmente la presenza di ragazze dai dubbi precedenti venne sfruttata dai polemisti reazionari. La principessa rispose con una lettera fiera ed umanissima al pontefice, nella quale difese l'operato di queste ragazze.
Cristina non si preoccupò solo di arruolare infermiere, cercò di dare all'assistenza infermieristica un assetto organizzativo definitivo. Chiese ai cittadini triumviri di creare una casa centrale di assistenza per istruire le infermiere a cura di direttrici e maestre ed educarle a molta severità di costumi e regolarità di vita monastica. Inaugurò i principi basilari scientifici della preparazione infermieristica moderna e oltrepassando la sfera meramente tecnica attribuì alle direttrici e alle assistenti quelle funzioni che oggi sono attribuite al servizio sociale degli ospedali. Non esitò a rivolgersi al ministro della Guerra per reclamare il soldo dovuto ai feriti affidati alle sue cure.
Gli ultimi dieci anni, morirà il 5 luglio 1871 nella casa della figlia a Milano, non li trascorse a fare la calza. Fondò un giornale, l'"Italie", destinato a pubblicizzare in Europa la politica italiana, scrisse saggi politici e, nel primo numero della rivista "Nuova Antologia", su richiesta del vecchio amico Terenzio Mamiani pubblicò il saggio "Della presente condizione delle donne e del loro avvenire" che si conclude con queste parole: "Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata felicità!"


Costanza Panella, Legambiente Lario Sponda Orientale

IL 26 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
10.000 COMITATI “VOTA SÌ PER FERMARE IL NUCLEARE”
Ogni Circolo di Legambiente dovrà muoversi nel suo territorio per costituire un comitato locale, ampio e trasversale, per parlare con la gente e far capire quanto il nucleare sia rischioso, inutile e costoso. Il Comitato ha attivato un sito www.fermiamoilnucleare.it da cui saranno scaricabili materiali, a cui dare comunicazione delle iniziative.

Dalla lettera di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente e di Rossella Muroni, direttore generale Legambiente

Vi scriviamo a poche ore dal disastroso terremoto in Giappone. I nostri occhi sono pieni delle immagini della devastazione e della dignità di un popolo. E abbiamo visto la più raffinata e sviluppata tecnologia resistere a Tokio alla violenza e alla durata delle scosse, un’organizzazione sociale capace di prevenire, che ha investito nella sicurezza antisismica con enorme successo, ed insieme la violenza del mare devastare ogni contrada, strappando via e spianando ogni ostacolo sul proprio cammino, lasciando migliaia di persone inermi di fronte alla furia dello tsunami. Queste immagini opposte e complementari ci obbligano ad una riflessione niente affatto ideologica su quanto bene possa fare nell’interesse generale la tecnologia e cosa significa essere un paese che investe sulla sicurezza collettiva, ed insieme quanto ogni tecnologia sia comunque limitata e non sia invincibile.
Tutto ciò ci è ancora più doloroso perché nella memoria è ancora viva e forte l’impressione tremenda di quel 6 aprile 2009 all’Aquila, che ha messo allo scoperto la fragilità del nostro territorio e l’insipienza di una classe dirigente che non ce la fa proprio a guardare al presente e al futuro del paese con lungimiranza.
Con maggior forza oggi abbiamo un dovere. Ognuno di noi personalmente ed ogni Circolo di Legambiente. Confermare in ogni nostro atto che essere lungimiranti è possibile, e necessario. Oggi il nostro dovere prioritario è rendere consapevoli il più largo numero possibile di italiani che il nucleare rappresenta un rischio inutile ed insostenibile.
Abbiamo davanti un Referendum che, insieme a quello per l’acqua bene comune, dovrà superare l’ostacolo del quorum. Il Governo fa il suo gioco. Nonostante nel 2009 Maroni abbia dichiarato che accorpando le amministrative con le elezioni europee si sarebbero risparmiati 400 mln. Oggi, nonostante la crisi economica, quel criterio non vale più. È la dimostrazione che il Governo ha paura che su quei temi il quorum si possa raggiungere ed i SÌ vincere.
Ora lo scenario è drammaticamente cambiato. L’incidente nucleare in Giappone, nella centrale di Fukushima e con altre due centrali a rischio, conferma la giustezza della nostra posizione. Abbracciare la via del nucleare, per produrre energia elettrica, vuol dire caricare sulle spalle nostre un rischio imprevedibile e sulle future generazioni un’eredità insostenibile ed oscuro. Tanto più che oggi l’alternativa c’è. Basta pensare che i MW installatati in questi anni in Italia con fotovoltaico ed eolico, sommati a quelli risparmiati grazie al grande successo della detrazione fiscale del 55% per interventi di riqualificazione energetica negli edifici, corrispondono alla potenza di tre centrali nucleari come quelle che si vorrebbero costruire in Italia (EPR da 1.600MW). Noi pensiamo che tornare al nucleare in Italia sia la via più sbagliata che si possa imboccare, che espone gli italiani ad un grave rischio, che, qualunque cosa possano dire i fans del nucleare, non è mai ineliminabile, e che non potrà non sostenersi se non con costi da caricare in bolletta.
Oggi abbiamo la possibilità di liberare definitivamente l’Italia dal nucleare. È una battaglia difficile ma possiamo vincere.
Il primo appuntamento è la manifestazione nazionale del 26 marzo a Roma, convocata concordemente dal Comitato “2 sì per l’acqua bene comune” e dal Comitato “Vota sì per fermare il nucleare”.
Ma intanto è cominciata la campagna referendaria. L’abbiamo visto in questi drammatici giorni con le dichiarazioni scandalose di personaggi dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (Ricotti e Veronesi) che hanno fatto dichiarazioni da promoter del nucleare, come se facessero il lavoro di venditori di centrali per conto dell’EDF. Hanno continuamente minimizzato la gravità dell’incidente, superando perfino i governanti nipponici, che, pur di fronte alla necessità di rassicurare le popolazioni vicine alla centrale, non hanno nascosto la gravità dell’incidente. Ciò che è scandaloso è che l’Agenzia per la sicurezza, che dovrebbe essere a garanzia della gente, venga messa in mano a fans del nucleare, sotto il controllo diretto del governo che ha predisposto il ritorno al nucleare. È come se si affidasse l’arbitraggio di un derby calcistico ad un tifoso di una delle due squadre contendenti!! Quale potrà mai essere la garanzia che questa Agenzia potrà garantire agli italiani? Un’altra anomalia italiana, che rischiamo di pagare tutti quanti, in modo davvero irreparabile. Nei paesi dove si utilizza l'energia nucleare le agenzie di sicurezza sono 'terze' rispetto alle imprese e al governo, e questo è fattore di garanzia, come dimostrano le agenzie francese, inglese e finlandese che hanno denunciato, nel novembre 2009, l’Areva, chiedendo chiarimenti tecnici sulla sicurezza dell'Epr perché i sistemi di controllo non sono risultati adeguati.
Per vincere nella campagna referendaria, insieme a tante altre associazioni, abbiamo costituito il Comitato “Vota sì per fermare il nucleare”, che coordinerà la campagna referendaria dei prossimi mesi. Ma non basta. Per vincere è assolutamente indispensabile che si costituiscano migliaia di comitati per dire “SÌ FERMIAMO IL NUCLEARE”.
27 marzo ore 14.30 prima Assemblea del Comitato lombardo per il Referendum VOTA SÌ per fermare il nucleare a Fa’ la cosa giusta! Fiera Milano City, Sala Europa, ingresso Porta Scarampo.

SUOLO BENE COMUNE
PRIMO INCONTRO A BELLANO PER LA CUSTODIA DEL TERRITORIO
È partito il progetto della Custodia mentre nel Palazzo del Consiglio Regionale è iniziato, da parte della Commissione Territorio, il lavoro istruttorio per portare al voto la legge per la quale abbiamo raccolto 13.000 firme.

Venerdì 11 marzo Marzio Marzorati e Simona Colombo, responsabili di Legambiente Lombardia del progetto “CUSTODIA DEL TERRITORIO” hanno incontrato il circolo Lario Sponda Orientale e alcuni proprietari di terra interessati. La Custodia del Territorio nasce in Italia da un’idea di Legambiente, ma è ormai un movimento a livello mondiale. È uno strumento per limitare il consumo di suolo, per valorizzare il territorio e le sue risorse, soprattutto è una pratica innovativa che rende i proprietari della terra protagonisti di un’azione di conservazione del paesaggio.
La Custodia si rivolge a persone che hanno cura del territorio, possono partecipare gli agricoltori che usano la terra per produrre beni alimentari, i privati che sono motivati da una passione di tutela e valorizzazione, gli Enti Locali che per conto della loro comunità si vogliono impegnare in un’azione di tutela. Diventare custode significa sottoscrivere con Legambiente un impegno a non edificare per almeno 5 anni un luogo non edificato che ti appartiene: il giardino dove vivi, il terreno che possiedi, un bosco o un prato, significa costituire una rete popolare di partecipazione e di responsabilità diretta per la conservazione del suolo e del paesaggio. Possiamo cambiare insieme il modo di vivere il territorio attraverso l’impegno personale e comunitario. Il territorio è un bene comune, appartiene alla comunità locale, è fondamentale per le prossime generazioni, il suolo è il luogo fisico che ospita la vita, le piante e gli animali, il creato. Diventare custodi di un territorio significa avviare un percorso di responsabilità.
Per saperne di più: www.custodiadelterritorio.it

VERSO IL REFERENDUM
UNO SGUARDO CONSAPEVOLE OLTRE LA PRESA ELETTRICA DI CASA
L’alternativa al nucleare non è un sogno: 6.801 sono i Comuni in cui è installato almeno un impianto per l’energia dal sole nel 2010.

Nel corso degli ultimi due secoli l’uomo è uscito dal ciclo naturale che non lascia scorie ed è alimentato dall’energia (luce e calore) del sole, in equilibrio con gli altri esseri viventi e con l’ambiente, poiché ha attivato, per soddisfare i propri bisogni (talvolta superflui) un ciclo artificiale che lascia dietro di sé scorie di tale entità che l’ambiente di per sé non riesce a degradare. Scorie che dai processi di combustione vengono immesse sotto forma di gas nell’atmosfera e che avvelenano l’aria e le piogge, sostanze che traboccano dalle discariche ed inquinano le falde e pericolosissime scorie radioattive che giacciono in depositi sorvegliati militarmente per migliaia di anni o vagano per il mondo perché nessuno sa come neutralizzarle.
Tutto ciò noi potremmo vedere, con uno sguardo consapevole oltre la presa elettrica della nostra casa, insieme allo scavo nelle miniere, a trivelle in azione per estrarre idrocarburi dal sottosuolo e dalle piattaforme in mare, navi petroliere e metaniere che viaggiano negli oceani, condotte di gas che attraversano vari paesi per migliaia di km, combustibile che brucia in enormi centrali allacciate con elettrodotti alle città lontane, reattori che esplodono liberando nubi radioattive, CO2 dispersa in atmosfera. Ciò che accade lontano dal nostro paese è collegato direttamente alla nostra casa tramite la presa elettrica e le ricadute sulla qualità dell’aria, del cibo, sulle possibilità di lavoro toccano anche noi. Per difendere la qualità della nostra vita bisogna spingere lo sguardo più in là, comprendere che, se il clima del pianeta è cambiato molte volte durante la sua storia geologica in conseguenza di fattori naturali, esercitando una notevole influenza sulle attività umane, ora questo rapporto sta così rapidamente cambiando che la comunità scientifica internazionale ritiene che le attività umane rappresentino un nuovo forzante del clima.
Le concentrazioni attuali di anidride carbonica e metano in atmosfera sono le più alte mai respirate e stanno crescendo con velocità eccezionali, cento volte superiori a quelle dell’epoca pre-industriale. I maggiori responsabili di questo accumulo nell’atmosfera dei gas serra sono i processi di combustione che si hanno nell’industria e nelle centrali termoelettriche anche se non sono affatto trascurabili le emissioni dovute ai trasporti su gomma ed al settore domestico.
Il Rapporto 2010 Comuni Rinnovabili di Legambiente, racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti ad energie rinnovabili installati nel territorio italiano. Sono 6.993 i Comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Segno di un’inversione di tendenza rispetto al ritardo dell’Italia, sono quei 6.801 Comuni in cui è installato almeno un impianto per l’energia dal sole nel 2010.
I processi sono diversi in ogni territorio perché differenti sono le potenzialità e le possibilità di valorizzazione. Sono 15 i Comuni 100% rinnovabili, che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. La classifica premia proprio la capacità di muovere il più efficace mix delle diverse fonti. Dobbiaco, vincitore dell’edizione del Rapporto 2009, dove grazie a 378 kW di impianti fotovoltaici e a 1.279 kW di mini-idroelettrico si supera ampiamente il fabbisogno elettrico delle famiglie. Sono inoltre installati pannelli solari termici (1.270 mq) e grazie alla rete di teleriscaldamento allacciata a due impianti – uno da biomassa da 18 MW termici e uno da biogas da 132 kW – si arriva a superare di molto il fabbisogno termico dei cittadini residenti. L’impianto di teleriscaldamento a biomassa inaugurato nel 1995 è in grado di soddisfare anche il fabbisogno termico del limitrofo Comune di San Candido. A Dobbiaco la biomassa utilizzata è il cippato di origine locale, proveniente da residui delle potature boschive, cortecce, scarti di legno dalle segherie e dalle industrie.
Le fonti rinnovabili - sole, vento, mare, calore della Terra – il cui sfruttamento a differenza delle fonti fossili e del nucleare, avviene in un tempo confrontabile con quello necessario per la loro rigenerazione, sono destinate a ricoprire un ruolo fondamentale nel prossimo futuro: riducendo la dipendenza dai fossili e le emissioni di gas serra, creando nuova occupazione e favorendo un modello nuovo di produzione e consumo dell’energia, basato sul territorio e controllato dal basso, in accordo con il cambiamento degli stili di vita e i reali bisogni. È necessario conoscere più a fondo le premesse e le conseguenze delle nostre azioni per decidere di cambiarle e di chiedere alla politica dei cambiamenti.
Possiamo ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle nostre attività modificando le nostre abitudini in modo che ci siano meno sprechi. Gli esempi sono tanti: mettere una coperta in più invece di alzare il termostato, usare il ventilatore anziché il condizionatore, disattivare gli standby, spegnere le luci se non servono, andare a piedi tutte le volte che è possibile rinunciare all’automobile. In questo senso non c’è limite al risparmio. E se il risparmio mette l’accento nel consumare meno, l’efficienza lo mette nel farlo meglio e questo è un campo aperto per tutti coloro che amano il fare e la tecnologia.
(Alcune considerazioni qui esposte sono tratte dal libro L’energia felice di Pierattilio Tronconi e Mario Agostinelli di cui sono disponibili alcune copie nella sede del circolo di Bellano)
Il popolo delle rinnovabili alza gli scudi contro il decreto Romani e si ritrova il 25 marzo a Fa’ la cosa giusta! per chiedere una Lombardia 100% rinnovabile. Il decreto del Governo che doveva attuare la Direttiva Europea (28/2009) per garantire la crescita delle rinnovabili sino al 20% entro il 2020, si è tradotto in un improvviso e inaspettato blocco per tutto il settore. Le imprese del settore, con i lavoratori, i gruppi d'acquisto, i cittadini che vogliono la “energia verde”, la lotta agli sprechi, la fine dell'era della “bolletta fossile” sempre più cara e chiedono incentivi corretti, ma certi e prevedibili negli anni e l’obiettivo della competitività per l’energia rinnovabile entro 10 anni, sino all'azzeramento degli incentivi.


Costanza Panella, Legambiente Lario Sponda Orientale

L’ENERGIA NUCLEARE, CHE FA MALE, È ALTERNATIVA A QUELLA DA FONTI RINNOVABILI, CHE FA BENE.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Le tematiche della sicurezza fisica, dei rischi per la salute, della responsabilità di lasciare alle generazioni future scorie che resteranno radioattive per centinaia di migliaia di anni, non sono sollevate dagli ambientalisti solo in questi giorni di fronte alla catastrofe giapponese.
Che dire invece di un Ministro dell’Ambiente che riafferma senza alcuna ombra di dubbio la volontà di mantenere la scelta di costruire le centrali nucleari? Pensavamo che il suo compito fosse quello di salvaguardare l’ambiente e le sue componenti, così come il Presidente del Consiglio dovesse difendere e valorizzare la scuola pubblica.
Anche l’articolo di fondo del direttore su “La Provincia” del 15 c.m ci ha sorpreso quando afferma: “Ed è stupefacente venire a sapere che nazioni storicamente equilibrate come Germania e Svizzera (aggiungo: la Germania intanto produce il 30% dell’energia da fonti rinnovabili e la Svizzera aveva tentato di immagazzinare le scorie radioattive vicino al confine italiano) hanno deciso di sospendere i programmi energetici legati al nucleare.” Qui vale il detto che sbagliare è umano e perseverare è diabolico. Oggi tutti si rendono conto che non esiste, fino a nuove scoperte, la sicurezza nel nucleare e che l’energia dall’uranio è difficile da controllare ed è pericolosissima per tutti perché crea uno squilibrio nella composizione degli atomi e provoca danni genetici e deflagrazioni di varia natura. Finora i sostenitori del nucleare hanno cercato di tranquillizzare l’opinione pubblica sostenendo che Chernobyl era stata causata dalla incapacità della tecnica sovietica: oggi anche ai super organizzati giapponesi il controllo della fusione è sfuggita di mano.
Perché aggiungere ai disastri naturali anche quelli provocati dalla testardaggine e dalla violenza umana? Del resto le centrali nucleari sono figlie della bomba atomica (vedi Stati Uniti, URRS, Francia e Iran). Perché non organizzare la vivibilità dolce e sostenibile  attraverso un piano energetico democratico basato sul principio del federalismo e sull’uso delle fonti alternative?
Legambiente per esempio sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” per chiedere  un nuovo piano energetico per il Paese incentrato sulle fonti rinnovabili e senza alcun ricorso al nucleare e nello stesso tempo è impegnata a sensibilizzare i Cittadini perché partecipino alle votazioni referendarie votando SÌ per cancellare la legge che permette la costruzione delle centrali nucleari in Italia.
Se non vogliamo prendere in considerazione il dilemma se l’atomo sia catastrofe o risorsa, possiamo validamente sostenere che dal punto di vista della democrazia, dell’economia e del libero mercato l’energia nucleare rappresenta un grave pericolo per la libertà delle persone, secondo il pensiero di illustri economisti italiani ed internazionali.
La situazione finanziaria ed economica dell’Italia rapportata agli ingenti investimenti necessari per produrre energia nucleare, in ogni caso impedirebbe un forte sviluppo della produzione di energie rinnovabili per cui è palese come il nucleare sia alternativo alle rinnovabili.
Dato poi che pochissimi gruppi industriali (quelli che finanziano il “Forum nucleare” tipo Enel e Ansaldo) potrebbero realizzare le centrali nucleari, è lapalissiano che i poteri forti in regime di monopolio detterebbero condizioni e prezzi al consumatore, espropriato dalla possibilità di avere voce in capitolo e di poter ricorrere all’autoproduzione di energia rinnovabile.
La democrazia dell’idrogeno è al palo e così lo sarà anche quella al solare e all’eolico se si privilegerà il nucleare: già abbiamo visto che ci sono stati forti tagli in questi settori.
Entrando maggiormente nello specifico, pensiamo non possa esistere un’impresa privata che si metta in un investimento rischioso a redditività molto differita per un rendimento inferiore al 10%, necessitando quindi di finanziamenti e garanzie pubbliche.
I grandi rischi legati ad attività o a eventi naturali per i quali lo Stato deve assumere le responsabilità esistono e gli investimenti sul nucleare, sia per la durata secolare delle scorie radioattive sia per l’attuale impossibilità di garantire grande sicurezza, significano per lo Stato andare incontro a costi occulti che sono l’antitesi di una buona economia di mercato e di un buon sistema istituzionale basato sulla trasparenza. Che dire poi della contraddizione fra l’essere membro dell’Unione Europea che ha scelto il mercato unico (vedi trattato di Maastricht 1992) e un sostegno alla mentalità corrente legata all’idea dell’autosufficienza nazionale nel nucleare, in presenza di generale libertà di circolazione di merci e servizi?
La scelta del mercato unico oggi è ancora più necessaria per tutelare l’ambiente minimizzando le emissioni, il che richiede di sfruttare le risorse rinnovabili come il sole e il vento là dove si offrono al minimo costo senza riguardo per i confini politici e poi si trasporta l’elettricità fino ai luoghi di consumo, con percorsi sempre inferiori a quelli per l’energia nucleare.
Perché non pensare ed attuare anche un federalismo energetico in cui le realtà locali autoproducono energia da fonti rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio?
Votare SÌ all’abrogazione della legge che permette la costruzione di centrali nucleari in Italia deve costituire un impegno per un piano impostato sull’efficienza energetica e sul risparmio, con nuovi stili di vita e di pratica democratica: un conto è avere tanti produttori di energia da fonti rinnovabili, quindi con impianti gestiti dal basso da comunità, agglomerati, famiglie etc., un altro avere la produzione, come nel caso del nucleare, in mano a pochi gruppi industriali che imporranno condizioni e prezzi come già avviene ora con il petrolio.
Tutti devono poter usufruire dei beni comuni quali l’aria, la luce solare, l’idrogeno e l’acqua attraverso un possibile processo di rivoluzione energetica.
Perché oggi, complice la concomitanza della crisi economica, energetica e climatica, ci troviamo nel mezzo di una rivoluzione energetica.
Autorevoli istituzioni come l’Agenzia federale tedesca per l’Ambiente dichiarano che al 2050 sarà possibile che tutta l’energia elettrica per l’Europa provenga da fonti rinnovabili.
Ciò di cui abbiamo tante volte discusso, è oggi possibile: un sistema di produzione distribuito sul territorio, che ci liberi dalla dipendenza dalle fonti fossili.
Dire no all’energia nucleare VOTANDO SÌ al referendum e sostenere una politica che finanzi le fonti energetiche rinnovabili vuol dire avviarci verso una organizzazione sociale più democratica: la rivoluzione energetica trascinerà con sé la rivoluzione della mobilità, con vantaggi per la salute e per la bellezza.
È importante produrre energia che permetta una vita felice intesa come sopravvivenza e condivisione con la natura, con trasferimento alle future generazioni delle risorse prese in prestito.
Ciò che si verifica oggi in Giappone, al di là delle gravi conseguenze per la salute, è una situazione di paralisi delle attività industriali, delle mobilità e della vita civile in presenza di un blocco delle fonti di distribuzione elettrica: ben diversa sarebbe affrontare una catastrofe naturale in presenza di comunità e di territori energeticamente autosufficienti con impianti non vulnerabili.

Lecco 15/03/2011, Pierfranco Mastalli a nome Circoli Legambiente in Provincia di Lecco

COMUNICATO STAMPA
CANCELLARE CON IL REFERENDUM LA LEGGE CHE PERMETTE LA COSTUZIONE DI 13
CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA

Alle catastrofi naturali non si possono sommare quelle provocate dalla insipienza dei governanti.
Alla tragedia in Giappone per il terremoto si aggiunge il rischio nucleare imminente.
Dichiarato lo stato d'emergenza dal governo per l'impossibilità
di raffreddare due reattori: già evacuate 2.000 persone vicino a Fukushima e
chiuse 4 centrali. Ancora una volta l'ennesimo incidente dimostra come le centrali non siano
mai veramente sicure e possano determinare gravissimi incidenti. Il tremendo terremoto che ha colpito il Giappone e che sta diventando di ora in ora
sempre più grave rispetto all'impatto, sia con le popolazioni sia con edifici e strutture, sta mettendo in ginocchio un paese ed è fondamentale la solidarietà e
l'intervento immediato da parte della comunità internazionale e dei singoli stati per cercare di arginare gli enormi danni in vite umane e la difficilissima situazione in cui versano oggi le popolazioni colpite. La catastrofe ha determinato anche un incidente all'interno della centrale nucleare nella provincia di Fukushima e ha costretto il governo a dichiarare lo stato di emergenza con la conseguente evacuazione di più di 2.000 persone (almeno per ora) residenti nell'area prossima al sito atomico. La struttura non è
infatti in grado di raffreddare i due reattori per mancanza di energia elettrica. Già
4 le centrali nucleari chiuse. Questo dimostra, se ce n'era bisogno,
l'assurdità della scelta nucleare che rimane dal punto di vista della sicurezza un'incognita e che può determinare gravissimi incidenti che si ripercuotono
in modo ineluttabile sulla salute dei cittadini. La scelta nucleare oltre a essere assurda e inconcepibile, perché non favorisce lo sviluppo delle energie rinnovabili, continua a essere
pericolosa per il problema ancora non risolto circa lo smaltimento delle scorie radioattive. L'uranio, infatti, è una fonte non presente in ingenti quantità
e soprattutto una scelta non sicura che può determinare gravi rischi per le popolazioni che vivono nell'ambito dei siti nucleari. Pensiamo a Chernobyl
e alle gravi conseguenze per milioni di persone che perdurano tuttora a 25
anni dalla catastrofe, pensiamo ai numerosi piccoli e grandi incidenti che si
sono succeduti in America e in Europa, pensiamo alla gravissima catastrofe che
sta avvenendo in Giappone e che coinvolge migliaia di persone che vivono nelle
aree circostanti ai siti nucleari: oltretutto dichiarati tra i più sicuri del mondo. Qui da noi si cerca di scoraggiare la partecipazione dei cittadini al referendum per l'abrogazione della legge che permette di costruire 13
 centrali in un territorio notoriamente sismico e quindi a rischio terremoti. Il
governo non vuole che si voti in occasione della prossima scadenza elettorale, con
una decisione che ha già in sé gravi danni economici per il raddoppio dei costi elettorali. Sostiene la scelta nucleare che favorisce i grandi centri di potere
economico a danno della partecipazione democratica alla produzione territoriale delle energie da fonti rinnovabili, per le quali taglia i finanziamenti. Solo la sensibilità e il senso di responsabilità dei cittadini impegnati a
partecipare al voto referendario per l'abrogazione della legge che permette la
costruzione delle centrali nucleari, può fermare la inconcepibile politica del governo
di tagliare gli investimenti per l'energia pulita e di finanziare l'energia "sporca" prodotta dalle centrali nucleari. Per fermare queste scelte è necessario andare e convincere i conoscenti a partecipare alla votazione per
i prossimi referendum. Sul nucleare dire SÌ alla cancellazione della legge
che permette l'apertura delle centrali nucleari significa dire NO alle
centrali nucleari.

FRA CHERNOBYL 1986 E FUKUSHIMA 2011
Impressionante sequenza di episodi nucleari in tutto il mondo.

Questo articolo era già in essere al momento del terremoto e lo tsunami in Giappone ed il conseguente allarme atomico che sta sconvolgendo il Giappone ed il mondo intero.
Voleva essere un elenco degli incidenti atomici che spesso non vengono nemmeno menzionati sui nostri giornali, televisioni, internet e che invece, diviene, alla luce di quello che sta succedendo in questi giorni, un calendario delle volte che il mondo l’ha fatta franca; si perché Chernobyl ce lo insegna spesso la differenza tra un incidente grave e un incidente “gestito” sta nella casualità.
Abbiamo voluto fare questo elenco per dimostrare che il nucleare, anche quello di ultima generazione non è sicuro, lo scorrere degli eventi drammatici ci impone di lavorare ancora di più perché il referendum sul nucleare fermi questa follia fuori tempo massimo, a cui il governo Berlusconi vuole condannare l’Italia dei nostri figli e nipoti.
Risparmio energetico, fonti rinnovabili, sacrifici sono risposte che gli italiani sapranno e vorranno dare per non prendere una strada ancora una volta in contromano e contro il buonsenso.


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21 marzo 2011

NO AL NUCLEARE: VOTIAMO SI AL REFERENDUM

Milano, 16 marzo 2011

Comunicato stampa

Nucleare italiano?
Legambiente scrive ai Governatori
delle Regioni del nord:
serve una piattaforma comune
per difendersi da decisioni imprudenti

"Il bacino padano non può ospitare centrali nucleari:
fatelo sapere al Governo"

Con una lettera aperta a firma di Lorenzo Frattini, Damiano Di Simine, Marialuigia Schellino e Michele Bertucco, rispettivamente responsabili regionali di Legambiente Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, l'associazione ambientalista ha scritto oggi a tutti e quattro i governatori delle regioni padane per sollecitarli a una presa di posizione comune, che faccia presente l'insostenibilità di qualsiasi scelta che porti installazioni nucleari nella conca del Po.

"A Errani, Formigoni, Cota e Zaia chiediamo di tramutare in piattaforma comune la contrarietà e le perplessità tecniche da loro espresse, in più occasioni e con accenti diversi, sulla disponibilità del loro territorio ad ospitare centrali nucleari: siamo l'area più popolosa del Paese, ma anche quella più sensibile agli effetti dell'inquinamento atmosferico per le caratteristiche geografiche e climatiche del catino padano. La scelta nucleare poi non rientra tra le priorità della programmazione energetica delle nostre regioni, che sono già più che autonome sulla generazione elettrica: si tratta di un costo e di un rischio ambientale di cui possiamo e dobbiamo fare a meno, puntando su efficienza e sviluppo delle fonti rinnovabili"

Legambiente chiede inoltre ai presidenti delle quattro regioni di farsi promotori della partecipazione al voto nel referendum di giugno, che avrà al centro proprio il tema delle scelte nucleari.

Ufficio stampa Legambiente Lombardia 0287386480 - 3491074971


14 marzo 2011

LA PARTITA A SCACCHI TRUCCATA

Che si trattasse di una partita a scacchi truccata, era chiaro da subito.

... Ora arriva anche la conferma dal Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha bloccato la messa in onda dello spot promosso dal Forum Nucleare, perché "ingannevole".
Non farti contagiare! Opponiti al nucleare!

04 marzo 2011


Campagna “la Notte dei Rospi 2011”
Primavera. Andiamo, è tempo di migrare…

La migrazione dei rospi è iniziata in tutta Italia e tra poco inizierà anche sul nostro Lago.
Per chi non lo sapesse, il Bufo bufo (rospo comune) e gli altri anfibi si muovono dal proprio sito di svernamento per raggiungere i consueti specchi d'acqua dove deporre le uova. Purtroppo spesso devono attraversare pericolosissime strade. Un esempio si trova a Onno e Melgone, sulla sponda orientale del triangolo lariano, dove questi animaletti devono attraversare la statale e rischiano di essere schiacciati. Ormai da anni, quindi, è attivo il "servizio taxi" che molti volontari compiono, durante le sere di primavera, per aiutarli ad attraversare in sicurezza la strada.

Prima, però, bisogna disporre le barriere in plastica per frenare l'avanzata di questi piccoli innamorati e poterli raccogliere con calma.
La posa delle barriere avverrà nei prossimi sabati (12, 19 e 26 marzo) a partire dalle 8.30.
chi volesse partecipare alla posa delle barriere e/o ai turni serali di "servizio taxi", è pregato di contattare i referenti della campagna di salvataggio:
Felice (WWF) 349.5216020
Simone (Legambiente) 338.5950152 - simone@legambientelecco.it

speriamo di vedervi numerosi! perchè più siamo, prima finiamo e, soprattutto, più ci divertiamo!
ciao!

02 marzo 2011

UNA CENTRALE A BIOMASSE A LIERNA?
LE RAGIONI DEL SÌ, LE RAGIONI DEL NO


Al link seguente è possibile leggere la relazione di Costanza Panella (Legambiente Circolo Lario Sponda Orientale) relativa all'incontro del 25 febbraio 2011 a Lierna (Sala parrocchiale) a cura de L’Associazione Lettelariamente.

Visualizza la relazione