IL CIGNO

16 novembre 2011

VENERDÌ 18 NOVEMBRE ORE 21 INCONTRO PUBBLICO A BELLANO PRESSO IL CINETEATRO “CASA DEL POPOLO”
PRIMA CHE DIVENTI RIFIUTO

Conferenza con Alessio Ciacci, assessore all’ambiente del comune di Capannori (LU), primo comune italiano ad aver aderito all’Opzione Rifiuti Zero entro il 2020 e Comune Riciclone 2011.

PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE SUI TEMI DEL CONGRESSO
VENERDÌ 25 NOVEMBRE ORE 17 NELLA SEDE DEL CIRCOLO DI BELLANO

I soci del circolo e i simpatizzanti sono invitati alla riunione per un resoconto sul Congresso regionale e discutere insieme i temi del documento nazionale.
E’ una prima occasione anche per rinnovare la tessera.

RAPPORTO DAL IX CONGRESSO REGIONALE 22-23 OTTOBRE
NOI PER LA LOMBARDIA E UNA LOMBARDIA PER TUTTI
La terra, l’acqua e le energie di una comunità

Due giorni intensi di riflessione, discussione, scambi, sui temi del documento regionale declinati sulle realtà dei circoli e le loro azioni. Nel cuore della città alta di Bergamo nella suggestiva sala del Palazzo della Ragione, punto di convergenza di luoghi storici civili e religiosi. Alla pagina http://lombardia.legambiente.it/contenuti/articoli/ix-congresso-legambiente-lombardia-2223-ottobre sono pubblicati l’intervento del Presidente, le mozioni finali e il documento congressuale. Qui una sintesi dell’intervento del Presidente e del dibattito.

Forti delle radici nella storia e nel territorio dei nostri circoli, possiamo aprirci al confronto dispari, sviluppando la capacità di dialogare per condividere e proporre soluzioni e costruire inedite alleanze.
Senza lasciarci abbattere dallo sconsolante scenario della classe politica, non perdiamo la fiducia nella società lombarda, mettendo in circolo la passione per la buona politica, quella che mette al centro la responsabilità: verso la comunità, verso l’ambiente, verso il lavoro.
I problemi non sono solo a Roma. Anche il governo della Lombardia, in altri momenti modello di efficienza e di organizzazione, mostra segni sempre più allarmanti di smottamento. A quanti pensano che le nostre battaglie contro le autostrade, contro la terza pista di Malpensa, contro un certo modo di concepire i grandi eventi siano scelte regressive e conservatrici, rispondiamo con l’evidenza di una regione che deve scegliere altre priorità e direttrici di sviluppo. La metropoli lombarda gode di una posizione speciale: la più meridionale delle metropoli europee, ma anche la più grande concentrazione di popolazione e di economia dell’Europa Mediterranea. A Sud dell’Europa e a Nord del Mediterraneo: una condizione che può fare di noi un ponte vitale tra due culture.
Economia, società e ambiente sono i pilastri di qualsiasi prospettiva di progresso e di benessere. Mai come in questa rovinosa crisi dell’economia e della finanza, è stato chiaro come la mancanza di una percezione del limite, per quanto riguarda l’accesso alle risorse naturali così come a quelle finanziarie, sia alla base della destabilizzazione dell’economia e della precarizzazione sociale.
Coltivando il senso del limite delle risorse naturali e umane, mettiamo al centro il lavoro di cura (nell’anno del volontariato) delle persone, dei circoli, delle amministrazioni locali, dei territori.
I referendum sono stati una sveglia antropologica e ci hanno insegnato un metodo: il rigore al nostro interno, l’apertura e la tolleranza nei rapporti con gli altri soggetti per raggiungere insieme il risultato. Hanno portato all’attenzione i Beni Comuni che appartengono a una comunità: Suolo e Acqua innanzitutto. Duplice è la battaglia per i beni comuni: quella per i diritti, che significa garantire a tutti l’accesso al bene, e la battaglia per consolidare una responsabilità intorno a quel bene, che è limitato e deve essere custodito attraverso regole condivise e scelte responsabili di consumo. Quest’ultima è la nostra battaglia.
Con lo scorso congresso Legambiente in Lombardia ha voluto portare al centro del dibattito e all’agenda politica il tema del consumo di suolo. Si è trattato di affrontare una versa rivoluzione culturale sulla sostenibilità degli usi del suolo, nella regione dove la patologia è più conclamata. Abbiamo scoperto che il consumo di suolo non è solo cementificazione di campi, ma svuotamento dell’anima dei paesi, dei borghi, della città. Nella perdita del paesaggio urbano tutto si tiene: il danno ambientale con la disgregazione sociale e l’insicurezza, la crescita dei traffico e smog con la crisi di identità di una comunità sempre meno capace di ritrovarsi e stabilire relazioni, tra i propri membri e in rapporto al territorio. La sfida è tutta in positivo: fermiamo il consumo di suolo per tornare a costruire la città come spazio dell’abitare, della relazione umana, dell’economia, della produzione culturale.
La crisi può favorire la diffusione del senso del bene comune, ma può darsi che ci si debba arrivare anche attraverso la rabbia sociale distruttiva e il rafforzarsi delle mafie. Alimentiamo la rabbia giusta attraverso un’ampia e articolata azione educativa, consapevoli che la relazione educativa s’incarna nella quotidianità dell’essere circolo Legambiente. E così incontrare le nuove generazioni attraverso singole azioni che possono diventare un percorso educativo per i giovani, per la comunità, per un paese.

2,3,4, DICEMBRE CONGRESSO NAZIONALE A BARI
CAPIRE IL FUTURO PER CAMBIARE IL PRESENTE
La forza dell’ambientalismo per vincere le sfide del mondo moderno

È possibile sfogliare e leggere il documento congressuale (che è stato inviato ai soci con il numero di settembre della Nuova Ecologia) alla pagina http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/bari-2-3-e-4-dicembre-ix-congresso-nazionale-di-legambiente. Tre sono i grandi temi:
1.     L’ambientalismo al tempo della crisi
2.     Un paese che ha bisogno di futuro e di coraggio
3.     Una bussola per l’agire associativo

ORRIDO DI BELLANO
LETTERA APERTA DEL CIRCOLO LARIO SPONDA ORIENTALE ALLA MINISTRA MICHELA BRAMBILLA IN VISITA ALL’ORRIDO

Il senso del limite delle risorse naturali e il conseguente senso di responsabilità verso i beni comuni devono essere oggi il criterio guida sia nell’utilizzo dell’acqua per le captazioni sia nell’utilizzo del suolo per le costruzioni.

Salutiamo il Suo interesse per la vicenda dell’Orrido di Bellano che ha una storia non breve. Ricordiamo i passaggi salienti degli ultimi due anni:
-   10 marzo 2010 la Provincia rileva tavole di cantiere e interventi eseguiti difformi, e con sensibili ampliamenti del volume della vasca e del diametro della condotta, rispetto ai progetti approvati, dispone l’interruzione dei lavori e le relative sanzioni;
-   15 marzo 2010 la Hydro Energy Power presenta la variante su opere in parte già realizzate chiedendo la sanatoria, approvata sulla base dell’asserita assenza del danno ambientale e paesaggistico;
-   31 gennaio 2011 la Provincia certifica la compatibilità paesaggistica delle opere realizzate in difformità, con alcune prescrizioni;
-   12 aprile 2011 la Regione Lombardia su richiesta dell’HEP decide che l’intervento non è assoggettabile a VIA, respingendo le osservazioni di Legambiente e dando via libera ai lavori;
-   6 maggio 2011 la Conferenza dei Servizi convocata presso la Provincia di Lecco approva la variante che consente un aumento della derivazione (secondo i dati della HEP la massima, rispetto alla Convenzione del 2008 viene portata da mc/s 3 a 7,80 con conseguente aumento della potenza media concessa da 1736 a 2542 KW).
-   Legambiente ha seguito con attenzione lo svolgersi delle cose.
-   Nel maggio 2010, a lavori ormai iniziati, ci chiedevamo in un comunicato alla stampa quali sarebbero state le iniziative delle autorità competenti a fronte delle documentate irregolarità. Ponevamo inoltre i temi del Deflusso Minimo Vitale, che oggi andrebbe aggiornato alla luce delle evidenze scientifiche sull’ecosistema del torrente, e del rispetto del vincolo posto nel 1953 dal Ministero allora competente che riconosceva alla proprietà il diritto di utilizzare l’acqua solo nei giorni feriali.
-   Erano già state sottoscritte due Convenzioni, approvate dal Consiglio comunale nel 2008 e nel 2010, tra l’Amministrazione comunale e la proprietà, concessioni che riteniamo assolutamente inadeguate.
-   Nel febbraio 2011 abbiamo inviato le nostre osservazione alla regione per sostenere la necessità della V.I.A.
-   Recentemente abbiamo chiesto all’attuale Amministrazione comunale di stipulare una nuova convenzione, prevista anche dall’ultima Conferenza dei servizi svoltasi in assenza del Comune di Bellano commissariato, che salvaguardi le caratteristiche naturali e storiche dell’Orrido.
-   Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente per il monitoraggio delle acque lacustri, con un blitz  davanti alla centrale dell’Orrido, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di regole precise anche per le energie pulite perché non sono più tali se compromettono l’ecosistema e se antepongono il profitto privato alla salvaguardia di beni storici e paesaggistici in cui si riconosce una comunità.
Il senso del limite delle risorse naturali e il conseguente senso di responsabilità verso i beni comuni devono essere oggi il criterio guida sia nell’utilizzo dell’acqua per le captazioni sia nell’utilizzo del suolo per le costruzioni.
Non sono le cave aperte sui versanti a lago, né la vista delle auto parcheggiate sulle rive e neppure porticcioli e attracchi che si moltiplicano senza la dovuta pianificazione, che possono garantire un futuro al turismo sulla sponda lecchese. Piuttosto il sostegno, la valorizzazione e la messe in rete di tante attività che mettono in luce quel che c’è qui non solo da oggi e che ne fa un luogo unico, non seriale come i blocchi di seconde case o le batterie di motoscafi. Sono i Bed&Breakfast che fanno rivivere antiche case e borghi, i piccoli coltivatori che resistono o ripiantano ulivi, viti e ortaglie, i pescatori che provano a invogliare i giovani, le guide d’arte e di montagna, le associazioni, coloro che in diverse forme producono cultura. Trasporto pubblico ben organizzato, cura dei sentieri, in particolare il Sentiero del Viandante, conservazione dei terrazzamenti, spiagge aperte e rispetto del demanio lacuale, integrazione tra la vita dei residenti e quella dei visitatori sono alcune delle condizioni per accogliere gli amanti del Lario che potrebbero diventare più numerosi con il doppio risultato di offrire lavoro e salvaguardare il territorio.
Con la speranza di essere ascoltati porgiamo distinti saluti.

Bellano, 5 novembre 2011
Costanza Panella, presidente del Circolo Lario Sponda Orientale

IMPIANTO DI CAMAGGIORE
PROGETTO ACCANTONATO

Nel corso della conferenza stampa convocata a Lecco il 30 settembre scorso la società Hydro Energy Power ha dichiarato che il progetto della centrale collegata all’invaso di Camaggiore è stato accantonato. Il sogno richiamato nella conferenza, definito piuttosto come incubo da alcuni cittadini, si sarebbe concretizzato in un’area di 7 ettari e mezzo profonda 20 metri (l’equivalente di 75 milioni di vaschette WC) che si riempie ogni notte e si svuota ogni giorno: un deserto dove nessuna forma di vita può annidarsi, al posto di un’area di pregio ambientale con stagni e torbiere. Ci aspettiamo che alle dichiarazioni segua il ritiro del progetto presso le sedi competenti per evitare spreco di risorse pubbliche.

PIANO DELLA RISERVA DEL PIAN DI SPAGNA E LAGO DI MEZZOLA
FARE PIANO, molto piano...

Piano della riserva Pian di Spagna e lago Mezzola: l'assedio continua e nuove costruzioni sono in lista d’attesa! E' fermo ancora una  volta l'iter per l'approvazione del nuovo Piano di Gestione della Riserva del Pian di Spagna- Lago di Mezzola, dopo i due anni di sosta forzata nei cassetti della Regione. Fatto si è che il Consorzio di Gestione non è ancora riuscito a “portare a casa” il malloppo che gironzola fra tavoli, aule, studi tecnici ... ormai dal lontano 2007.

LA VICENDA DEL PIANO DI GESTIONE HA DELL’INCREDIBILE!
Purtroppo oggi è ancora vigente il Piano di gestione del 1996 che non è rigoroso, dal momento che  non classifica come zone di “Riserva Naturale”, aree pregiate e già tutelate dalla Convenzione di Ramsar per la protezione delle zone umide, aree poste sulla riva destra orografica dell’Adda, in fascia di esondazione ed in vicinanza delle rive del Lario.
In queste aree un agricoltore ha la possibilità di costruire ex-novo, mentre dirimpetto, sulla sinistra orografica dell’Adda, in Comune di Colico, la Provincia di Lecco non consente nuove costruzioni.
Per “mettere una pezza” alla situazione, il 17 giugno 2005, il Consorzio inviò in Regione Lombardia una   variante parziale del Piano che avrebbe impedito l'edificabilità sulle aree di “Riserva Naturale”.
VARIANTE CHE SI È INABISSATA (?) nei cassetti della Regione, di cui non si ha più avuto notizia e che quindi non è mai diventata operativa.
Il 10 agosto 2007 l’Assemblea Consortile della Riserva ha adottato un nuovo  Piano di Gestione e, il 9 ottobre 2008,  lo ha trasmesso alla Regione Lombardia per l’approvazione.
Dopo una riunione in data 04/08/2009 con la dirigenza del Consorzio, a ottobre del 2009 la Regione lo ha rinviato al mittente perché erano emersi due aspetti critici di particolare rilievo:
a) la difformità fra il perimetro vigente della Riserva e il perimetro approvato dal DCR 22/12/1999;
b) la necessità di sottoporre il Piano, alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) cioè al procedimento che prevede la partecipazione del pubblico alla stesura del documento e la valutazione ambientale per verificare la sostenibilità del Piano.
Si tenga presente che i Consiglio Regionale nel Marzo 2007 prescriveva la VAS per i PIANI/PROGRAMMI mentre la Riserva inviava in Regione il 9/10/2008 il Piano senza VAS!!
Il 29/10/2009 il Consiglio della Riserva ha avviato il procedimento VAS.
Il 22/03/2010 ha convocato la Prima Conferenza Scoping.
Tutto è quindi ricominciato da capo, lasciando spazio a modifiche, anche dell’ultima ora, in contrasto con lo spirito istitutivo della Riserva.
Intanto la mancata approvazione della Variante di salvaguardia da parte della Regione ha lasciato aperto uno spiraglio in cui “si è intrufolato” un privato che intende costruire vicino alla foce dell’Adda, proprio in quell' area particolarmente pregiata sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico che il Consorzio intendeva tutelare.
Se tale richiesta dovesse essere accolta, e ormai siamo agli sgoccioli per quanto riguarda i tempi tecnici, si aprirebbe la rincorsa a costruire nelle aree di pregio della Riserva, con il pretesto di dare inizio a nuove attività agricole.
Così, mentre l’Assessore regionale ai Sistemi Verdi e Paesaggio scrive ai Comuni (26/9/2011) per comunicare la costituzione del FONDO AREE VERDI, nelle Riserva si lascia la possibilità di occupare e consumare nuovo suolo pregiato.
L’ultimo STOP al Piano, è dovuto al riordino della governance della Riserva, voluto da una legge regionale che prevede per parchi ed aree protette nuovi Consigli di Gestione più ristretti e funzionanti.

UN NUOVO CONSIGLIO DI GESTIONE
Il 9 agosto 2011, Legambiente, WWF e CROS Varenna hanno presentato unitariamente le osservazioni migliorative alla “proposta” di Piano di Gestione e subito dopo hanno sollecitato l’intervento della Soprintendenza Beni Ambientali perché non venga concessa l’Autorizzazione Paesaggistica, alla richiesta di costruire in una zona pregiata.
Ora attendono con fiducia e trepidazione che Comuni, Comunità Montane, Regione scelgano i nuovi amministratori fra persone capaci, che abbiano  a cuore la salvaguardia dell' ambiente. Che abbiano quel briciolo di esperienza e conoscenza dei problemi, ma anche quell' entusiasmo  e quella voglia di agire indispensabili a prendere immediatamente in mano “le redini della situazione” a cominciare dalla revisione e dall' approvazione del Piano di Gestione.
In attesa del “lieto evento” sembra importante effettuare un giro di orizzonte, non solo su alcune particolari situazioni interne, ma anche buttare l'occhio su quella delicata “zona cuscinetto” che dovrebbe “filtrare il mondo esterno” per renderlo accettabile al delicato equilibrio ecologico/ antropico del Pian di Spagna.
Segnalazioni e riflessioni che crediamo i nuovi amministratori debbano prendere in esame, ma che devono conoscere anche i sempre più numerosi cittadini interessati a salvaguardare l’ambiente naturale, che vuol dire anche la propria qualità della vita.

PROBLEMATICHE “INTERNE”:
-   Una delle più belle notizie, attesa da anni e cioè la chiusura ed il trasferimento dell' impianto di lavaggio e frantumazione inerti che doveva cessare al 30 giugno 2011, in base ad una convenzione firmata dal Consorzio e dall' azienda Novamin, si è trasformata in una beffa. Improvvisamente i lavori di dismissione dell’impianto si sono bloccati, anzi nuovi mezzi e macchinari sono stati messi in funzione e l'attività è stata ripresa da una nuova ditta che ha sostituito quella precedente. Il Consorzio ha segnalato il mis-fatto alle forze dell'Ordine, che però non si sono ancora attivate. Ne chiederanno l'intervento anche le Associazioni scriventi che non intendono subire passivamente un simile insulto all' area protetta, oltre che al buon senso !
-   Sono continuate negli anni, nonostante la loro incompatibilità con le finalità della Riserva, gli ampliamenti di aziende legate al settore edilizio (costruzioni, depositi, magazzini ...) che hanno eroso sempre più territorio protetto, invece di restituire parte di quello già occupato, come prevedeva il Piano di Gestione attuale.

PROBLEMATICHE “ESTERNE”
Bisogna “stare attenti là fuori” perchè la cementificazione ed il consumo di suolo sono continuati incessantemente, stringendo la Riserva in una morsa sempre più soffocante:
-   BRETELLINA di 550 m che libererà dagli incubi viabilistici del weekend (così assicurano gli ideatori/proponenti) e bypasserà l’attuale passaggio a livello sulla direttrice Nuova Olonio, Ponte del Passo, Sorico, Gera ... Questo intervento per la prima volta dall'istituzione della Riserva del Pian di Spagna nel 1977 violerà il suolo dell'area protetta e ne taglierà una parte. Sarà uno sfregio irreparabile all'integrità del territorio protetto, paragonabile solo al Camper Service della Punta, ma questo era, per lo meno, interno alla Riserva e non ne violava l'integrità.
-   Sempre l'attivissimo comune di Sorico ha ritenuto di LOTTIZZARE 46.400 m2 di terreno agricolo in località Pontaccio, ad un tiro di schioppo dalla Riserva,  al fine di inderogabili esigenze produttive artigianali/ commerciali/industriali e la nuova viabilità della bretellina sarà funzionale anche alla realizzazione del piano attuativo di lottizzazione.
-   La Provincia di Sondrio, contro il parere del comune di Novate Mezzola, ha autorizzato un IMPIANTO di PANNELLI FOTOVOLTAICI che coprirà una superficie erbosa di 22 000 m2 in località Giavere. Una bella specchiera che “illuminerà” anche il Pian di Spagna, nelle giornate più buie ed uggiose.
-   I lavori sono sospesi perché l’area è sotto sequestro, ma non tarderanno a riprendere le attività nella zona di Sant’Agata, praticamente a fianco del ponte dell’Adda. UN COMPLESSO AMERICAN-style con pompe di carburante, motel/hotel con ospitalità a cubicoli per un vero e autentico soggiorno etno-gastronomico valtellinese (???). Il pregevole complesso arricchirà e farà bella mostra di sé accanto al MOSTRUOSO SVINCOLO in costruzione a Piantedo che ogni giorno emerge un po’ di più dalla terra come una creatura ctonia di Lovecraft.

Sono questi gli esempi di quell’ASSEDIO al PIAN di SPAGNA che ha denunciato lo stesso presidente del Consorzio della Riserva, A. Deghi, in articoli comparsi sulla stampa locale il mese scorso, ma che il Consorzio stesso non ha contrastato, MAI OPPONENDOSI agli interventi sopra elencati.
Il nuovo Consiglio di Gestione che verrà messo alla testa della Riserva dovrà ribaltare questa logica, uscendo da una situazione difensiva e perdente: primo atto stop a possibilità edificatorie.
Dovrà poi lavorare a favore dell’ampiamento della Riserva in comune di Sorico come proposto nel PTCP della provincia di Como e in comune di Gera, come  richiesto dalla Regione. Ampliare il collegamento con il SIC Piano di Chiavenna per fornire una continuità ecologica a due aree protette, attualmente legate solo da un ridicolo peduncolo di terreno. Lavorare per istituire un’ampia fascia di rispetto a fianco della SS 36, nei comuni di Gera, Sorico e Dubino, fra il ponte dell’Adda e l'abitato di Nuova Olonio, così da evitare che fra alcuni anni edifici e capannoni facciano bella mostra di sé, affacciandosi sul Pian di Spagna che si trova sul lato opposto della statale. Rimangono poi tutte le problematiche già evidenziate nel precedente comunicato in merito ai contenuti espressi nella proposta di nuovo Piano di Gestione, non ultima quella della carenza di personale, a cominciare da un DIRETTORE che è IMPOSSIBILE MANCHI in una Riserva di importanza europea come  è il PIAN DI SPAGNA!
Qui deve entrare in campo la Regione Lombardia e stanziare i finanziamenti necessari, a dimostrazione di quell’attenzione all'ambiente e alle aree protette sbandierate dall’Ente ad ogni piè sospinto.
Ma dalle cartoline, depliants, pubblicazioni promozionali bisogna passare ai nudi fatti e cioè allo stanziamento delle risorse economiche per una gestione lungimirante ed attenta, per il miglior  funzionamento della Riserva.

COMUNICATO STAMPA 7 NOVEMBRE 2011 DI LEGAMBIENTE LARIO SPONDA ORIENTALE E LECCO, C.R.O.S. E WWF

2001 – 2011 CI RISIAMO
NO ALLA CAVA SUL CORNIZZOLO

La Società Holcim ha presentato in Provincia la proposta di un nuovo luogo estrattivo, situato sulle pendici del Monte Cornizzolo nel territorio del Comune di Civate.
Questo nuovo progetto prevede l’estrazione di 20 milioni di tonnellate di materiale l’equivalente di 8 milioni di metri cubi per i prossimi 20 anni (richiesta della Holcim).
In parallelo il Coordinamento a difesa del Cornizzolo, che comprende diverse Associazioni dei Comuni interessati (Civate, Valmadrera, Asso, Canzo, Suello ecc) ha presentato le sue osservazioni esprimendo contrarietà alla possibile escavazione. Esso si riunirà di nuovo ad inizio novembre.
La prima conferenza VAS si è svolta il 22.09.2011, occasione in cui sono state presentate le richieste di escavazione da parte dei cavatori e le osservazioni dei Comuni e delle Associazioni.
Questi ultimi hanno tempo 60gg dalla prima conferenza per presentare ulteriori osservazioni.
Dopo di ciò l’iter tecnico del piano cave della Provincia di Lecco prevede una seconda conferenza VAS dove è pensabile che verrà presentata la proposta definitiva di scavo, la quale avrà un iter tecnico-politico nella Commissione Ambiente della Provincia di Lecco, e successivamente al Consiglio Provinciale che dovrà votare un semplice SI o NO a questa proposta.
La palla poi passerà al Consiglio Regionale della Lombardia che a sua volta deciderà se lasciare immutato il piano cava o modificarlo.
Il rischio è elevato, più di quello passato 10 anni fa. Le iniziative prese sino ad ora dalle varie istituzioni e associazioni sono lodevoli, vorremmo dare anche noi il nostro contributo per promuovere azioni incisive, determinanti sull’esito di questa battaglia.
Il nostro territorio ha già dato alla collettività, sacrificando i suoi spazi vitali: traforo del Barro con viadotti a vista, superstrada che passa vicino ai paesi (Civate soprattutto), cava di Cesana-Suello, cave di Galbiate tutt’ora funzionante, nuovo supermercato a Civate , aree industriali dismesse (e per ora senza un chiaro futuro) come l’ex Black e Decker, forno inceneritore a Valmadrera, sito del compostaggio ad Annone ecc.
Insomma crediamo che per il bene comune si sia già dato e che la concentrazione di attività private e opere pubbliche in uno spazio cosi piccolo sia arrivata al culmine della sopportabilità e vivibilità quotidiana dei suoi cittadini.
È impensabile aprire un altro luogo estrattivo sul Cornizzolo. Che ne pensate di vivere sotto le mine che giorno e notte accompagneranno le nostre vite?
A tal fine un gruppo di cittadini, gli Indignados, con la collaborazione del Circolo Arci Bellavista di Civate, vuole rendersi parte attiva nel diffondere tale situazione di pericolo, attraverso la creazione di un sito come spazio nel mondo virtuale (www.cornizzolonocava.com) e con l’utilizzo di tutti i mezzi informatici e multimediali disponibili, allo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione del pericolo che corre, il tutto in uno spirito di collaborazione di diffusione e informazione su quello che la Politica, le Istituzioni, la Società Civile e il cittadino hanno fatto e intendono fare per combattere una ferita mortale ad un territorio che non vuole e non può più dare ma che va valorizzato per le sue bellezze artistiche, ambientali e culturali a tutela della nostra e delle future generazioni.
Una voce in più al coro CornizzoloNoCava aiutateci a diffondere, informare e mobilitare i cittadini...

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